Vendemmia 2023 in Sicilia, difficile ma di ottima qualità - QdS

La vendemmia siciliana “funestata” dalle situazioni estreme, ma la qualità resta al top

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La vendemmia siciliana “funestata” dalle situazioni estreme, ma la qualità resta al top

Antonio Giordano  |
domenica 03 Settembre 2023

Una situazione difficile in Sicilia: la produzione cala e il meteo delle prossime settimane sarà determinante per i risultati. Ma la qualità del vino siciliano rimane eccellente.

Quella che si è aperta a metà agosto 2023 è una vendemmia difficile in Sicilia. Riconosciuta non solo dalle associazioni di categoria ma anche dalle istituzioni ecclesiastiche, con l’appello del vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella, a pagamenti consoni per chi produce e lavora l’uva. “Chi coltiva la terra e produce l’uva è necessario che abbia la giusta remunerazione per il prodotto, e questo vale anche per altri frutti della terra, che generalmente vengono sottopagati rispetto al loro valore reale. La dottrina sociale della Chiesa lega la dignità e la fatica del lavoro alla stessa dignità dell’uomo”, ha scritto in una lettera aperta.

La stagione della raccolta dell’uva in Sicilia dura circa 100 giorni, si è aperta con i bianchi della Sicilia occidentale e si chiuderà con i rossi dell’Etna.

Situazioni estreme, vendemmia 2023 in Sicilia con cali di produzione del 40%

Una vendemmia che, dal punto di vista climatico, è stata caratterizzata da situazioni estreme che hanno messo in sofferenza le piante e la produzione che si stima con perdite del 40% nell’Isola, con alcune differenze tra zone e zone. A tutto questo bisogna anche aggiungere gli attacchi di peronospora (un fungo che attacca la vite) che sembra avere compromesso parte del raccolto. Il governo nazionale ha già stanziato un milione di euro nel dl Asset di inizio agosto, ma sembrano non bastare. “Il dl va nella giusta direzione – sottolinea Graziano Scardino della Cia Sicilia – ma non mette a disposizione risorse economiche sufficienti per gli operatori del settore”.

Si guarda al meteo

Gli occhi sono puntati sul meteo: con temperature più fresche il calo della produzione potrebbe anche essere meno pesante. “È indubbio che rispetto agli oltre 4 milioni di ettolitri dell’anno scorso la produzione sarà inferiore ed è presto per ipotizzare l’andamento complessivo ma sulla qualità non ci sono dubbi”, dice Francesco Ferreri che guida la Coldiretti regionale, “molto dipende dall’evoluzione delle temperature e delle precipitazioni nelle prossime settimane”.

In Sicilia Occidentale, a sentire alcuni produttori, il calo dovuto al gran caldo è di circa il 40% e quelle che si stanno raccogliendo sono di ottima qualità. “Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare la probabilità della malattia”, commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.

Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni. “Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva”, commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita.

L’Etna e il Sud Est, come procede la vendemmia 2023 in Sicilia

Sull’Etna e il Nord est fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo. “Non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene”, commenta Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina. Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che “la peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature”.

La situazione più difficile sembra registrarsi nel Sudest dove quella del 2023 sarà ricordata come una delle vendemmie più difficili. “Abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno portiamo avanti”, commenta Arianna Occhipinti, “l’arrivo consistente della peronospora ha causato danni per il 30-35 % circa della nostra futura produzione”. Si fa leva su una migliore qualità delle uve. Per Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia “a circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie a un’agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità”.

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