“Vigli del fuoco in Sicilia sotto di 300 unità” - QdS

“Vigli del fuoco in Sicilia sotto di 300 unità”

redazione

“Vigli del fuoco in Sicilia sotto di 300 unità”

Sonia Sabatino  |
sabato 06 Gennaio 2024

Si attende un nuovo concorso nazionale per rimpinguare un organico sempre più sotto stress. Il sindacalista Barbagallo: “Siamo 500 nell’Isola, ma dovremmo essere almeno 800”

PALERMO – Lamentano serie difficoltà ad operare serenamente, in contesti già molto complicati e delicati, a causa della carenza di uomini e mezzi: parliamo dei Vigili del Fuoco siciliani, i quali dopo gli incendi di questa estate hanno sollevato diverse questioni sul loro lavoro, che si riverberano anche sulla sicurezza di tutti i cittadini.

Carenza di uomini

“Il territorio siciliano ha registrato il maggior numero di interventi ed è il più esteso rispetto al resto delle regioni italiane, per cui siamo sotto organico di almeno 300 unità – ha riferito Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale del sindacato Usb ‘Vigili del Fuoco Sicilia’ – Un ventennio fa facevamo un quarto degli interventi che facciamo oggi. Al momento in Sicilia siamo circa 500, divisi in quattro turni, ma dovremmo essere almeno 800 in base alla peculiarità del territorio e ai disastri che si verificano in tutte le stagioni, quindi incendi, nubifragi e l’elevato rischio sismico che caratterizza la nostra isola”.

Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale del sindacato Usb ‘Vigili del Fuoco Sicilia’

I concorsi per entrare a far parte dei Vigili del Fuoco devono essere però banditi a livello nazionale, infatti, questo particolare corpo di protezione dipende direttamente dal Ministero dell’Interno che si occupa della sua gestione logistica e strumentale, destinando un determinato budget ad ogni Dipartimento regionale che a sua volta lo distribuisce a livello provinciale in base al carico di lavoro, ovviamente Palermo e Catania ricevono le somme di denaro maggiori.

“I neo assunti vengono distribuiti su tutto il territorio, arrivano poi alla destinazione finale con dei concorsi di mobilità interna – ha precisato ancora il sindacalista Barbagallo -. Ad esempio, gli allievi che finiscono il corso di formazione vanno ad occupare i posti di quelli che sono entrati nel corpo dei Vigili del Fuoco da 2-3 anni, i quali cominciano ad avvicinarsi a casa. È chiaro che la Sicilia ha necessità di avere delle unità in più da mettere a regime negli organici rispetto a quelle previste finora, con passaggi di qualifica che avvengono in maniera costante, invece qui siamo in arretrato di anni. Durante il governo Monti, addirittura, sono stati bloccati il turn over e le assunzioni, per cui negli anni si è palesato il deficit”.

Revisione della pianta organica e riclassificazione sedi

Sono diverse le richieste che i Vigili del Fuoco siciliani fanno al Governo nazionale, in primis ritengono importante rivedere le piante organiche e riclassificare le sedi in base al numero di interventi effettuati. “Recentemente siamo riusciti a fare riclassificare il distaccamento di Acireale, in cui c’è stato il terremoto del 2018, ed è passato di categoria grazie al lavoro che Usb ha portato avanti con il sindaco del paese. Tutto ciò, però, è avvenuto soltanto sulla carta, perché in realtà gli uomini e i mezzi non sono ancora arrivati. Attualmente ci sono 30 unità, ma dovrebbero essere 45, quindi, mancano all’appello circa 15 persone. Purtroppo ci sono anche dei distaccamenti in Sicilia costretti a chiudere per carenza di organico e la sezione navale sta arrivando al collasso a causa dei pensionamenti”.

I mezzi di soccorso

“Sono stati acquistati dei mezzi nuovi, anche in convenzione con la Protezione Civile, ma sono pochi. Inoltre, i mezzi non sono fatti più in ferro come una volta, ma in resina e usano molta elettronica, motivi per cui i mezzi si guastano e si deteriorano presto, soprattutto a fronte di un elevato carico di lavoro come il nostro – ha dichiarato ancora Carmelo Barbagallo –. Ad un certo punto dell’anno finiscono i fondi per pagare le officine e i mezzi di soccorso restano fermi, soprattutto a Catania, in cui abbiamo difficoltà ad effettuare i soccorsi per questo motivo. È bene considerare che questa estate è iniziata tardi, ma nel giro di due mesi abbiamo fatto tutti gli interventi che di solito facciamo in cinque mesi, per cui abbiamo avuto un carico di lavoro esagerato che ha massacrato sia gli uomini sia i mezzi”.

Progetto Sicilia in 72 ore

Le criticità sui sistemi di sicurezza in Sicilia non riguardano soltanto gli incendi, ma tutte le aree in cui i Vigili del Fuoco si trovano ad operare. Nel 2022, infatti, l’ex Dirigente regionale dei Vigili del Fuoco, Ennio Aquilino, si rese conto delle gravi problematiche che la Sicilia si troverebbe ad affrontare in caso di terremoto, tra cui un isolamento quasi totale nelle prime 72 ore, ovvero quelle determinanti per trovare ancora vive delle persone sotto le macerie. L’ex dirigente lanciò, quindi, il “Progetto Sicilia in 72 ore” che deve essere approvato dal Dipartimento con un conseguente stanziamento di fondi, ma nulla si è ancora mosso in tal senso.

“Abbiamo la necessità di dividere la Sicilia in due zone, possibilmente Occidentale ed Orientale, con degli specifici moduli di supporto logistico e attrezzature all’avanguardia, per poter operare in caso di calamità di grosse entità, che ci consentano di intervenire entro le due ore in qualunque punto della Sicilia. È vero che a livello di mezzi qualcosa è cambiato, ma ancora siamo anni luce indietro – chiosa infine il sindacalista Usb – è necessario avere un’attenzione maggiore verso il nostro territorio, fare prevenzione e mettere i cittadini in sicurezza rispetto ai nubifragi, quindi pulire i canali, le strutture fatiscenti, le fognature e un controllo costante sulla cementificazione”.

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