Vincenzo Drago: “Rilanciare la zona industriale di Catania con la Zes” - QdS

Vincenzo Drago: “Rilanciare la zona industriale di Catania con la Zes”

redazione

Vincenzo Drago: “Rilanciare la zona industriale di Catania con la Zes”

Vittorio Sangiorgi  |
martedì 16 Maggio 2023

Il candidato sindaco socialdemocratico illustra il suo programma al QdS: “Esercito nelle strade per garantire la sicurezza. Una moneta complementare comunale per integrare i redditi bassi”

CATANIA – L’avvocato Vincenzo Drago, candidato sindaco per la lista “Socialismo democratico Psdi”, ha risposto alle domande del QdS sul suo programma per la città.

Guidare un ente come il Comune di Catania necessita che il mezzo sia efficiente. Eppure, la macchina amministrativa sembra si sia inceppata da tempo, principalmente per mancanza di personale. Come pensate si possa risolvere il problema delle risorse umane?
“Che la macchina non funziona lo sappiamo tutti, ci sono diverse disfunzioni in vari comparti: dal rilascio delle autorizzazioni, ai servizi ai cittadini. Non è che manchi il personale a tal punto da dover fare chissà quante assunzioni, si tratta semplicemente di ottimizzare quello già esistente perché ci sono impiegati comunali sottodimensionati, che fanno cioè molto meno di quanto potrebbero. Allo stesso tempo ci sono comparti in cui manca il personale, che andrebbe dislocato diversamente. Si dovrebbe, inoltre, prevedere un giudizio sulla “produttività” che si tradurrebbero in permessi premio, avanzamenti di livello o, al contrario, abbassamenti di livello”.

Parliamo del funzionamento dei servizi e della digitalizzazione dei servizi comunali. Pensa di utilizzare il sistema dei totem per la customer satisfaction?
“Assolutamente sì, in diversi aeroporti o attività commerciali ci sono già questi strumenti. Andrebbero messi davanti ad ogni ufficio comunale ma, al di là di questo, tutti gli impiegati comunali dovrebbero essere visibili all’interno del sito istituzionale ed essere destinatari di recensioni”.

Quali sono le prime tre cose che farebbe non appena insediato sul piano del funzionamento della città? Mobilità, cantieri da concludere, zona industriale.
“Stamperei la moneta comunale complementare, che chiamerei ‘sicano’. È già successo in passato, è una possibilità prevista anche dalla Bce. Tale moneta può essere estesa all’interno di circuiti stabiliti dal Comune ed andrebbe ad integrare i redditi familiari sotto i 1000 euro. Una soluzione che migliorerebbe la vivibilità di molte famiglie. Poi interverrei sulla pulizia, così non se ne può più. Reintrodurrei i cassonetti, usando però quelli di ultima generazione che funzionano con le tessere. Il cittadino virtuoso, con questo meccanismo, otterrebbe uno sconto sulla Tari. Inoltre interverrei sulla circolazione, ad esempio evitando lavori di manutenzione sulle strade in giorni e ore ‘di punta’. Questi interventi, compatibilmente con le condizioni meteo, dovrebbero essere fatti dalle 22 alle 6, perché spesso rallentano ulteriormente il traffico. E poi farei dei parcheggi in prossimità delle stazioni della metropolitana, perché anche chi vorrebbe utilizzarla è spesso frenato proprio dall’assenza di stalli adeguati”

Come intende valorizzare la zona industriale, un volano incredibile di investimenti e crescita economica eppure degradata, insicura, invivibile?
“Intanto istituirei la Zes, così chiunque dovesse rilevare un capannone dismesso e farne un’attività commerciale avrebbe, da subito, facilitazioni nelle pratiche amministrative e agevolazioni fiscali notevoli. Poi poterei lì alcuni uffici comunali, costituendo un vero e proprio centro direzionale. È inutile sovraccaricare la città di servizi al cittadino in zone centrali, dove peraltro è difficile trovare parcheggio”.

Per quanto riguarda le infrastrutture che servono alla città, come reperirebbe le risorse necessarie? E su quali si concentrerebbe maggiormente?
“In questo momento non è possibile spendere somme per infrastrutture straordinarie. Con il dissesto, infatti, si può intervenire solo nell’ordinaria amministrazione. Le risorse si possono recuperare con Pnrr, con il fondo sociale europeo, con il fondo destinato alle città metropolitane. La prima cosa da fare sarebbe un collegamento tra l’aeroporto e il centro città e quindi anche con stazione e porto con un servizio di bus navetta. Non dimentichiamo che sta partendo il cantiere per l’allungamento della pista dello scalo, che aumenterà i flussi turistici. Bisognerebbe fare anche un comodo marciapiede pedonale dal faro fino a piazza Alcalà per consentire ai turisti di raggiungere a piedi la plaja.

Non vi è dubbio che a Catania esista un problema sicurezza e che occorra rafforzare il controllo del territorio. Cosa intende fare se dovesse diventare sindaco, per aumentare ad esempio il numero dei vigili urbani?
“Per garantire maggiore sicurezza sono tre le vie maestre: illuminare le zone buie della città, soprattutto in periferia; potenziare il servizio videosorveglianza in città; aumentare l’organico vigili urbani tramite concorsi. Attualmente sono 246 effettivi e 40 a tempo determinato fino ad agosto. La regola dice che dovrebbe essercene 1 ogni 1000 abitanti, ma a Catania non basta. Servirebbero almeno altre 150 assunzioni, perché gli attuali – avendo il grado di ispettore – non sono sulla strada. Ovviamente servirebbe, poi, un coordinamento con Prefettura e forze dell’ordine per un maggior controllo territorio, anche ricorrendo – tramite la Regione – ad appostamenti dell’esercito come avvenne negli anni ‘90 con l’operazione ‘Vespri siciliani’. Sarebbe, semplicemente, un deterrente per chi delinque”.

Il Comune ha il problema dell’evasione dei tributi e della bassa riscossione? Il 50% della Tari non viene incassata e questo comporta inevitabili problemi di bilancio. Inoltre, circa un centinaio di immobili non catastati non pagano l’Imu. Cosa pensa di fare per portare a galla gli immobili fantasma e cercare di incassare somme fondamentali?
“Per ciò che concerne l’Imu si dovrebbe fare un nuovo censimento. La Tari basterebbe farla pagare a livello condominiale anziché ai singoli inquilini, così da avere maggiori garanzie di riscossione. Inoltre andrebbe esternalizzato il servizio di recupero crediti, assegnando una percentuale alla società designata in caso di recupero delle somme evase”.
Vittorio Sangiorgi

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