World Pizza Day: origini, curiosità, perché si celebra 17 gennaio

World pizza Day 2023, origini, curiosità e perché si celebra il 17 gennaio

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World pizza Day 2023, origini, curiosità e perché si celebra il 17 gennaio

Redazione  |
martedì 17 Gennaio 2023

Si celebra martedì 17 gennaio, giorno dedicato a Sant'Antonio Abate, santo protettore degli animali, dei fornai e pizzaioli. Patrimonio umanità In Italia, 2,7 miliardi di pizze

Giornata mondiale della pizza 2023: si celebra ogni anno con tante iniziative online e non, eventi e ricette innovative. E’ uno dei cibi preferiti dagli italiani ma amata anche in tutto il mondo, la pizza ha tantissime varianti ed è considerato insieme alla pasta, il piatto simbolo dell’Italia, imitato ma inimitabile.

Perchè si celebra il 17 gennaio il World Pizza Day

La giornata mondiale della pizza si celebra oggi, 17 gennaio, il giorno dedicato a Sant’Antonio Abate, santo protettore degli animali, dei fornai e pizzaioli.

Giornata mondiale della pizza 2023

Giornata mondiale della pizza 2023: ogni anno viene celebrata il 17 gennaio e sono tantissime le iniziative anche da parte dei ristoratori e delle pizzerie che vengono proposte proprio per festeggiare questa giornata dedicata al cibo italiano per eccellenza.

Se si pensa alla pizza viene subito in mente quella per antonomasia che può essere considerata la Margherita, una pizza molto semplice quanto gustosa realizzata con solo pomodoro, mozzarella, basilisco e un filo d’olio.

Come è nata la pizza margherita

La leggenda narra che venne realizzata in onore della Regina d’Italia, Margherita di Savoia, dal cuoco Raffaele Esposito della Pizzeria Brandi nel giugno 1889: ciò in realtà sarebbe un falso storico, ma il fascino di questa leggenda rimane inossidabile ed è così tramandato negli anni.

Pizza romana o napoletana?

Tra i veri amanti della pizza ricorre molto spesso questo interrogativo: è meglio la pizza romana o quella napoletana? Quali sono le differenze?

La pizza romana

La pizza romana è conosciuta anche come “pizza romana scrocchiarella”, una delle sue principali caratteristiche, infatti, è proprio la friabilità della pasta ed è la pizza più diffusa in Italia, nonostante non sia sempre così riconoscibile: nel corso del tempo e con la sua diffusione su scala nazionale ha perso purtroppo molte delle sue caratteristiche basilari anche se fortunatamente negli ultimi anni nella Capitale si sta lavorando molto per ridare alla pizza romana le sue caratteristiche originali attraverso molte pizzerie che stanno nascendo proprio con l’intento di ridare valore alla tradizione antica di un tempo.

La pizza romana è caratterizzata da una pasta sottile e croccante, il bordo basso e friabile, l’impasto preparato con farina di grano tenero, acqua, lievito, sale e olio d’oliva; solitamente viene stesa con un mattarello anche se molte pizzerie sono solite stenderla a mano e la sua cottura è più lunga così che il forno posta asciugare l’impasto e renderlo croccante.

La pizza napoletana

La pizza napoletana è rivendicata in tutto il mondo dai partenopei come la pizza per eccellenza tanto che nel 2017 l’arte dei pizzaioli napoletani è diventata Patrimonio dell’Umanità.

Molto diversa rispetto la sua versione romana ma lo stesso buonissima, la pizza napoletana differisce da quella originaria della Capitale per una serie di aspetti: la sua pasta è morbida, il bordo, che incorpora aria durante la lavorazione, è alto e morbido e prende il nome di cornicione che in molte varianti viene anche farcito con della ricotta rendendola molto più pesante ma gustosissima, l’impasto è preparato solo con acqua, farina, lievito e sale e nessun tipo di grasso come olio o strutto e la sua cottura rigorosamente nel forno a legna è velocissima: circa 50 o 90 secondi.

Di quest’ultima sono molte le varianti rese celebri dallo street food, non a caso in Campania è solito incontrare pizzerie che propongono pizze non al taglio come avviene a Roma ma a versione “portafoglio” o “libretto”, pizze fritte untissime e buonissime da gustare mentre si passeggia.

Pizza, patrimonio UNESCO

Nel 2017 ”L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” è stata inserita nella lista Unesco del patrimonio immateriale, riconosciuta come «parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”.

E ancora si legge nelle motivazioni: “Si tratta di una pratica culinaria che comprende varie fasi, tra le quali la preparazione dell’impasto, un movimento rotatorio fatto dal pizzaiolo e la cottura nel forno a legna. L’Arte è nata a Napoli, dove vivono e lavorano circa 3000 pizzaiuoli, suddivisi in tre categorie in base al’esperienza e alle capacità”.

Le stime: gli italiani ne consumano quasi 8 chili all’anno

Stando ai più recenti numeri rilevati dal Centro Studi Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) su dati di Infocamere e Infoimprese, presentati da Cna Agroalimentare, le imprese che vendono pizza nel nostro Paese sono quasi 127mila, delle quali 76.357 sono veri e propri esercizi di ristorazione, 40mila sono ristoranti-pizzerie e circa 36.300 bar-pizzerie.

I pizzaioli impiegati nell’attività sono quasi 105mila, ma superano i 200mila nei fine settimana. Dal punto di vista della preferenza del gusto la pizza tradizionale supera nettamente quella gourmet, essendo scelta da otto italiani su 10, mentre il prezzo non supera i 7 euro nel 50% dei casi.

Dall’analisi emerge inoltre che la classica pizza tonda è più diffusa rispetto agli altri formati ed è preferita in abbinamento alle fritture.

La farina e il metodo di cottura

Per quanto riguarda la scelta degli ingredienti e dei metodi di cottura, la maggioranza degli italiani preferisce l’impasto con farina 00 e la cottura nel forno a pietra. Infine, il 75% della clientela sceglie di gustare la specialità napoletana comodamente servita al tavolo.

La pizza fa ingrassare? Ecco come mangiarla senza sensi di colpa

L’apporto energetico di una pizza di grandezza normale apporta mediamente 700 calorie, dovute alla tanta farina necessaria, all’olio d’oliva ed alla mozzarella, che non è di certo un formaggio leggero.

Per chi non vuole rinunciare alla pizza, consiglio di sceglierla nella versione con l’impasto integrale, aggiungendo solo ingredienti vegetali. Sì ai pomodorini crudi e alla rucola, verdure ricche di calcio, un minerale indispensabile.

In questo modo si potrà fare a meno della mozzarella, immancabile nella Margherita, senza però rinunciare al gusto.

In questa versione, sarà possibile portare in tavola la pizza anche una volta a settimana senza sensi di colpa, anche se si è a dieta.

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