Zelensky a Canossa, la favola Ue-Nato - QdS

Zelensky a Canossa, la favola Ue-Nato

Carlo Alberto Tregua

Zelensky a Canossa, la favola Ue-Nato

giovedì 18 Maggio 2023

Il Papa risolverà il problema?

Nel 1007 Enrico IV si recò a Canossa, in provincia di Reggio Emilia, dove attese tre giorni vestito solo di un saio davanti al castello di Matilde di Canossa al fine di ricevere il perdono di Papa Gregorio VII. Da qua nasce l’espressione andare a Canossa, che significa fare atto di sottomissione umiliante.
Lo scorso 13 maggio il presidente della Repubblica ucraina, Volodymir Zelensky, è venuto a Roma ufficialmente per incontrare due capi di Stato ed un capo del Governo: nell’ordine Sergio Mattarella, Jorge Mario Bergoglio e Giorgia Meloni.
Lo scopo ufficiale della visita al nostro Presidente della Repubblica è stato quello di ringraziarlo per quanto l’Italia sta facendo per l’Ucraina. Il ringraziamento è stato più sentito nei confronti della Presidente del Consiglio perché l’aiuto è concreto con l’invio di armi. Al riguardo vi è da evidenziare quanto le malelingue diffondono e cioè che tali armi di fatto siano fondi di magazzino, in parte non funzionanti, che però hanno fatto la felicità di chi se n’è sbarazzato.

Il bravo Attore-comico, con faccia molto seria, ha continuato a raccontare la sua storia senza contraddittori in un siparietto sul Tg1 durato novanta minuti, nel quale – con la presenza della direttrice del Tg1, Monica Maggioni, di Enrico Mentana, direttore del Tg di La7 e altri, sotto la supervisione di Bruno Vespa – ha raccontato la sua verità.
In quella occasione è mancata l’osservanza della prima regola dell’informazione etica e cioè il contraddittorio. La Rai avrebbe dovuto far partecipare un altro soggetto che confutasse le tesi di Zelensky ed esponesse quelle contrarie.
Non si capisce come l’Ente pubblico al servizio di tutti/e i/le cittadini/e non abbia osservato questa regola fondamentale che è appunto quella del bilanciamento dell’informazione, in modo che questi/e ultimi/e possano farsi un convincimento mettendo a confronto le tesi opposte.
Non si capisce come sia stata consentita questa violazione dell’articolo 21 della Costituzione, il quale indica che l’informazione deve (e non può) essere completa, obiettiva e bilanciata.
Ora, il bravo Attore-comico potrà avere anche le sue ragioni, potrà anche aver detto delle verità, ma come facciamo a valutare tutto quanto senza sentire le ragioni degli altri?
Il bravo Attore-comico è poi andato dal Capo del Vaticano, dove invece non ha trovato la stessa disponibilità, seppure il bonario sorriso di Papa Francesco lo abbia confortato in qualche modo. Ma Bergoglio gli ha detto quello che doveva dire come Capo di Stato – non come capo spirituale della religione cattolica mondiale – e cioè gli ha spiegato quello che più volte ha detto, seppure a spizzichi e bocconi, in qualche intervista.

La posizione del Santo Padre riguardo la guerra ucraina è chiarissima: “Sono pronto a imboccare la strada della pace, che parte dal cessate il fuoco, a condizione che i due contendenti vengano in una stanza con l’intenzione di andare verso la pace. Diversamente, ha fatto intendere il Papa, non ho tempo da perdere, seppure continuerò con tenacia a perseguire l’obiettivo della pace.
Non “apertis verbis”, Bergoglio ha ulteriormente chiarito la sua posizione determinata e concreta: si deve fare la pace e non più parlare di armi.

Di fronte a questa netta posizione, il bravo Attore-comico ci è rimasto male e ha ribadito invece che lui di pace non ne vuol sentire perché riconquisterà tutti i territori occupati dai russi e forse persino la Crimea.
In questo momento Zelensky si sente forte e sicuro, ma è come se vivesse nello scenario di Truman Show mentre racconta la favola dell’ingresso ucraino nella Nato e nell’Ue. Ma non entrerà nella Nato e nell’Ue prima dei prossimi dieci anni.
In effetti, nonostante le scarse informazioni occidentali (allineate a quelle degli Stati Uniti), è impensabile che un esercito non certo molto efficiente come quello ucraino possa battere sul campo l’armata russa.
Fra l’altro, gli inviati non riportano mai le volontà dissenzienti e contrarie a questa guerra del Popolo ucraino, che è la vera vittima, con centinaia di morti civili e mezzo Paese distrutto dall’insano bombardamento di Putin.
Questa guerra deve finire a qualunque costo, e presto. Tutto il resto è noia.

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