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Camera, il taglio dei parlamentari è diventato legge

redazione

Camera, il taglio dei parlamentari è diventato legge

martedì 08 Ottobre 2019

La votazione a Montecitorio ha superato nettamente quota 316. Ci sono stati 553 sì, 14 no e due astenuti. I deputati scenderanno da 630 a quattrocento e i senatori da 315 a duecento. Nei prossimi tre mesi la misura potrebbe essere sottoposta a referendum

Ok definitivo dell’Aula della Camera al taglio dei parlamentari.

Il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali e i senatori a 200 dagli attuali 315, è stato definitivamente approvato a Montecitorio con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti.

Trattandosi di un disegno di legge costituzionale, era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 316 voti.

Dal momento che la legge ha ottenuto la maggioranza assoluta dei due terzi alla seconda votazione sotanto alla Camera e non al Senato, il testo potrà essere, nei prossimi tre mesi, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, sottoposto a referendum confermativo.

Il referendum può essere richiesto da un quinto dei membri di una delle Camere, dalla presentazione di mezzo milione di firme di elettori o da cinque consigli regionali.

Se questo dovesse avvenire, si voterebbe tra maggio e giugno del 2020.

Un applauso dell’Aula proveniente soprattutto dai banchi di M5s, ha salutato l’approvazione definitiva della riforma per il taglio dei parlamentari.

Presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha preso posto al banco del governo tra i ministri Bonafede e D’Incà.

A Montecitorio il ministro degli Esteri e capo politico del M5s, Luigi Di Maio si è seduto al banco dei ministri accanto a Federico D’Incà e nell’emiciclo c’era anche il capodelegazione del Pd nel governo, Dario Franceschini.

Le dichiarazioni di voto

“Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni – ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Uno -. Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”.

“Fratelli d’Italia voterà oggi a favore del taglio del numero dei parlamentari – dichiarava il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni -. I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”.

La Lega aveva detto che avrebbe votato a favore.

“Ha sempre votato a favore, non è una posizione nuova ma è un posizione anche storica – ha detto a Start, su Sky TG24 l’ex ministro per le disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega Alessandra Locatelli -. Certamente qui c’è in ballo altro, probabilmente quello che potrebbe sembrare quasi un ricatto. Cioè uno scambio di favori tra una parte politica del Governo, che è il M5S che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”.

“Non c’è dubbio alcuno che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. E’ il taglio dei parlamentari la risposta? E’ evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo”.

Lo ha detto Roberto Giachetti in Aula alla Camera annunciando il proprio sì, per lealtà alla maggioranza, ma annunciando l’intenzione di raccogliere le adesioni dei deputati per chiedere il referendum.

Forza Italia ha votato a favore del taglio dei parlamentari perché “interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005”: ad annunciarlo Roberto Occhiuto. “Ci siamo chiesti – ha detto Occhiuto – quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari”. Fi ha deciso di privilegiare la “coerenza”. “Il taglio dei parlamentari – ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi a M5s – non è una vostra invenzione, addirittura è stato votato due volte, nel 2005 e nel 2015 che affrontavano in maniera più organica il tema delle nostre istituzioni. Si voterà per la terza volta, e noi la voteremo”.

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