Servizi socio-sanitari, sistema debole - QdS

Servizi socio-sanitari, sistema debole

Liliana Rosano

Servizi socio-sanitari, sistema debole

giovedì 28 Giugno 2012

Le Linee guida per armonizzare l’Assistenza domiciliare integrata (Adi) nel decreto del 28 maggio dell’assessorato Famiglia. Manca uno strumento di accesso univoco alle prestazioni a domicilio. Si punta all’integrazione

PALERMO – Serve una maggiore integrazione socio-sanitaria per l’attuazione delle politiche relative ai servizi di assistenza domiciliare integrata. Questo l’obiettivo principale del decreto del 28 maggio emanato dall’assessorato alla Famiglia della Regione siciliana in cui vengono inserite le direttive “per l’accesso alle risorse provenienti dal Fondo nazionale per le politiche sociali, destinate all’attivazione o implementazione delle prestazioni di natura socio-assistenziale attivate nell’ambito del servizio di assistenza domiciliare integrata”.
L’obiettivo è anche quello di individuare meccanismi regolativi adeguati alla realizzazione di mix organizzativi virtuosi tra i livelli istituzionale, gestionale e professionale dei distretti socio-sanitari.
Nello specifico, le linee guida fanno riferimento all’ADI concepita come un modello assistenziale volto ad assicurare l’erogazione coordinata e continuativa di prestazioni sanitarie (medica, infermieristica, riabilitativa. etc..) e sociali (cura della persona, fornitura dei pasti, cure domestiche e sostegno psicologico) a domicilio, da parte di differenti figure professionali tra loro funzionalmente integrate. Si tratta di un servizio che ha l’obiettivo di soddisfare esigenze complesse, di persone che richiedono una assistenza continuativa di tipo socio-sanitario e assistenziale.
Le Linee guida intervengono per armonizzare il sistema attuale per le cure domiciliari apportando i necessari correttivi che concorrono al miglioramento dei livelli di assistenza garantiti agli utenti, sia in termini di soddisfazione espressa da parte dei nuclei familiari beneficiari di detto tipo di assistenza, sia per quanto riguarda la capacità istituzionale di governance del sistema d’integrazione del settore sanitario dell’Azienda sanitaria e del settore sociale dei Comuni. Nonostante l’orientamento espresso dagli atti di programmazione regionale e la partecipazione dell’Asp alla definizione dei piani di zona, dall’analisi delle azioni avviate in questi anni, emergono ancora forti criticità in ordine alla programmazione e gestione integrata dei servizi socio-sanitari resi ai cittadini, soprattutto per l’assenza di uno strumento di accesso univoco al sistema delle prestazioni socio-sanitarie delle cure domiciliari e una strutturale difficoltà, nonostante la sottoscrizione di Accordi di programma, ad integrare azioni, competenze e risorse dell’area sociale con quelle dell’area sanitaria.
Infatti, una delle conseguenze è la mancanza, sul territorio siciliano, di esperienze virtuose che realizzano questo modello.
 L’entità massima del contributo regionale, previsto dal decreto adottato dall’assessorato Famiglia, sarà di € 200.000,00.
Nel caso in cui il budget complessivo richiesto dai distretti socio-sanitari superi la suddetta disponibilità finanziaria, il Dipartimento applicherà a tutti i progetti ammissibili due criteri oggettivi per la rideterminazione del contributo da erogare: numero di anziani ultrasessantacinquenni residenti nel distretto socio-sanitario e percentuale di cofinanziamento maggiore al 20%, fermo restando che verrà comunque garantita una quota minima a tutti i distretti socio-sanitari ammissibili.
I distretti socio-sanitari sono tenuti, si specifica nella direttiva, a compartecipare in misura non inferiore al 20% della spesa programmata.

 
A disposizione 4 milioni di euro dal Fondo nazionale politiche sociali 2007/2009
 
 Con il decreto in questione, l’assessorato alla famiglia vuole sperimentare o rafforzare un modello di servizio di A.D.I. caratterizzato da una presa in carico congiunta e una modalità di gestione integrata, ricomprendendo, oltre le prestazioni di natura sanitaria già garantite dall’ASP competente per territorio, anche le prestazioni di natura socio-assistenziale, laddove necessarie, in modo da offrire al paziente accolto in ADI un servizio multidisciplinare.
I progetti contenuti nella direttiva saranno finanziati con le risorse disponibili pari complessivamente a € 4.000.000, derivanti dalla ripartizione delle somme provenienti dal Fondo nazionale delle politiche sociali quote 2007/2009, come da D.P. n. 454 del 17 novembre 2011 che rimodula l’utilizzo delle somme provenienti dalla macrovoce di spesa “Consolidamento della cultura socio-sanitaria, scambio buone prassi e riequilibrio piano di zona e al sostegno finanziario alle province per azioni miranti alla costruzione degli osservatori”.
Liliana Rosano
Twitter: @lilianarosano

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