Commettiamo atti impuri perché l’uomo non è puro - QdS

Commettiamo atti impuri perché l’uomo non è puro

Carlo Alberto Tregua

Commettiamo atti impuri perché l’uomo non è puro

venerdì 28 Settembre 2012
Il sesto comandamento recita: Non commettere atti impuri. Ovviamente l’interpretazione di questo dettato è molto varia; si va dalle cose materiali fino a quelle immateriali.
A nostro avviso sono più importanti queste ultime: non comportarsi male aggredendo il prossimo, rubandogli qualche cosa, prevaricandolo. 
Se vi è questo ammonimento, la ragione è nella stessa natura dell’uomo. Noi siamo impuri, fallaci, deboli, incapaci di resistere alle tentazioni, salvo eccezioni. Tanto che si reputano Santi uomini e donne che cercano di stare sulla retta via, e quando ne vanno fuori si pentono profondamente.
Il pentimento è importante, se accompagnato dalla ferma consapevolezza interiore che abbiamo commesso un errore nel fare una scelta o nel tenere un comportamento che riteniamo per la nostra essenza umana di non commettere più. Ma è del tutto inutile pentirsi di qualcosa se si sa che essa si ripeterà, perché è nella nostra natura.

Si dice: Se devi dire una bugia, dilla grossa. E ancora: Se devi ubriacarti, fallo al massimo usando vino buono. E si aggiunge: Se devi commettere un peccato fallo grosso. I tre modi di dire, a cui se ne aggiungono tanti altri, vogliono significare che nella vita di una persona, improntata a un comportamento per bene, vi possono essere eccezioni ma consapevoli, in modo da evitare che i peccati si commettano per leggerezza.
La consapevolezza di essere poca cosa, un granello di sabbia nel deserto, una goccia nel mare, ci fa capire come la nostra pochezza non possa farci tenere comportamenti fuori dimensione, salvo eccezioni che sono riportate nei libri di storia, di filosofia e di letteratura, o che avvengono nella vita comune di cui non abbiamo notizia.
Televisioni e giornali di questo ultimo decennio hanno preso l’abitudine di teatrare o amplificare fatti ed eventi comuni, per attirare artificialmente l’attenzione del pubblico. Anche questo comportamento distorto dei giornalisti che lo tengono è un atto impuro, cioé non rivolto al bene comune, che va sempre anteposto all’interesse personale. Facciamo poca attenzione a questi eventi, eppure dovremmo sottolinearli continuamente.

 
Non commettere atti impuri. Bisognerebbe essere santi, non in senso religioso, bensì in senso umano. Santi, secondo San Josemaría Escrivá de Balaguer (1902-1975), fondatore dell’Opus Dei, organizzazione cui non appartengo, si diventa facendo bene il proprio lavoro, compiendo ogni giorno il proprio dovere, rispettando il prossimo, aiutando i più deboli, non tanto con la beneficenza materiale (anche), ma con la propria disponibilità umana e di tempo.
In poche parole, dobbiamo tentare di comportarci in ossequio ai valori di tutti i tempi, almeno a quelli codificati negli ultimi tremila anni. Non sempre riusciamo a stare nei giusti binari, ma questo non ci deve fare disperare perché rientra nella nostra natura umana. Però, ciò non toglie che bisogna essere consapevoli di quello che si fa, nel bene e nel male.
Sulla menzogna vi sono tante tesi, c’è chi la considera un atto gravissimo, c’è chi ritiene di usarla a fin di bene. La via di mezzo potrebbe essere non dire qualcosa di spiacevole a qualcuno, tacendo. È il buon senso che deve guidare, come sempre, le nostre azioni.

La nostra impurità è la condizione di ciò che moralmente è spiritualmente impuro. è la consapevolezza che siamo fatti di carne e ossa, cioè di corpo, governato dal cervello, a sua volta governato dall’intelligenza, su cui aleggia lo spirito (la quadripartizione socratica). Ed è proprio lo spirito , che entra in un corpo e poi ne esce, dopo un variabile lasso di tempo, che dura in base alle regole della Natura.
Tale spirito è quello che fa funzionare la nostra sensibilità, poi accertata dall’intelligenza, mentre il cervello ha una funzione di gestione delle attività del corpo, alcune delle quali non sono disponibili dalla nostra volontà, perché funzionano automaticamente. Pensiamo all’apparato cardiocircolatorio, a quello ghiandolare, all’altro intestinale e via dicendo.
Per scoprire quanto descriviamo, non serve la sfera di cristallo, basta leggere, leggere, leggere e discutere con persone colte ed intelligenti, dalle quali apprendere pensieri e insegnamenti che ci rendano meno impuri.

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