Sicilia: obesità infantile al 17%. Troppe bollicine e junk food - QdS

Sicilia: obesità infantile al 17%. Troppe bollicine e junk food

Chiara Borzi

Sicilia: obesità infantile al 17%. Troppe bollicine e junk food

martedì 16 Ottobre 2012

Superano il milione i bambini italiani con problemi di sovrappeso. Notevoli le differenze regionali. Una scorretta alimentazione da giovani prepara a futuri disturbi alimentari

PALERMO – “Non divieti ma scelte consapevoli”. è questo il motto con cui l’Associazione Dietetica Italiana ha inaugurato l’Obesity Day, giornata nazionale di sensibilizzazione sui problemi causati dal sovrappeso.
Un’affermazione che esprime tutta la consapevolezza di esser di fronte ad una patologia in cui la volontà di godere di una nutrizione corretta e sana è fondamentalmente presente ma va a scontrarsi con le proposte ipercaloriche e poco nutritive offerte dal mercato alimentare moderno, ricco ormai del cosiddetto junk food. Il tramonto della preziosa dieta mediterranea è quindi tristemente ufficiale.
Il campanello d’allarme nei confronti dell’obesità è suonato in ritardo. “L’obesità non è mai stata considerata una vera e propria entità patologica e conseguentemente non è stata mai delineata la figura dell’esperto nella cura dell’obesità” – spiega l’ex ministro della Salute Ferruccio Fazio.
Nella Regione Europea dell’OMS l’incidenza dell’obesità è triplicata. Sovrappeso e obesità sono responsabili dell’80% dei casi di diabete, del 35% dei casi di malattie ischemiche e del 55% dei casi di malattie ipertensive fra adulti. L’obesità infantile è una delle più gravi questioni del XXI secolo. Nel 2010 sono stati stimati oltre 42 milioni di bambini malati. Negli ultimi anni, in Italia, sono stati condotti vari studi regionali i quali riportano che il 23,6% dei bambini è in sovrappeso e il 12,3% obeso. Riportando questi valori a tutta la popolazione tra i 6 e gli 11 anni, si arriva a una stima di più di 1 milione di bambini in sovrappeso o obesi in Italia. Notevoli le differenze tra le regioni: generalmente quelle del Sud hanno valori più elevati. In Sicilia la percentuale di bambini in sovrappeso si attesta al 24%. Il divario rispetto alla media nazionale aumenta maggiormente se si prende in considerazione l’indice di obesità. In Campania l’indice è del 21%, in Sicilia il 17% e in Calabria il 16%. Valori minimi di appena il 4% in Friuli Venezia Giulia o del 7% in Sardegna sono una chimera per i siciliani.
Molti problemi con l’alimentazione sono causati da cattive abitudini come il saltare la prima colazione per poi abbuffarsi la sera a cena e considerare pranzo uno spuntino veloce al bar. Secondo l’Istat, solo il 74,8% dei siciliani dai 3 anni in su fa una colazione adeguata, l’ 81% pranza in casa, il 18,1%, considera la cena pasto principale. Pressoché simili le abitudini dei campani, migliori quelle dei pugliesi ancor più presenti a colazione (79,7%), a casa per pranzo (89,3%) ed equilibrati a cena, solo l’8,3% la considera un pasto principale. Le cifre che ci riguardano sono discrete, ma il Nord gioca carte migliori con Piemonte, Lombardia e Friuli piazzate meglio in graduatoria grazie ad una colazione completa nell’ 80% dei casi.
Al Nord si mangia anche meglio: meno pasta e più formaggi, più carne bianca ma anche più rossa compongono la tavola di un italiano del Nord. La voce bevande, tuttavia, ci unisce tutti e in modo negativo: beviamo poca acqua, solo il 46,6% lo fa consumandone più di un litro e mezzo al dì e in generale nelle fasce giovanili la percentuale viene rispettata. Spicca purtroppo il consumo di bevande gassate. Il Sud e le Isole rappresentano i maggiori consumatori con il 61,8% e il 62,7%, ma tutta la nostra nazione dimostra di amare le bollicine. L’84% dei giovani sopra gli 11 anni ne consuma regolarmente, anche se tra questi il 44% ne fa un uso raro. A dimostrazione dell’omogeneità nazionale, le percentuali della Sicilia (61,7%) sono vicine a quelle di Trento (61,4%), cosi come quelle della Campania (64,6%) alla Valle D’Aosta (64,2%). A far più gola di acqua e coca cola sono però incredibilmente le bevande alcoliche. Tra i giovani tra gli 11 e i 25 anni, il 62,2% ha dichiarato di fare uso di aperitivi alcolici, il 59% consuma liquori, il 62,7% consuma alcolici fuori pasto. Dati che si commentano clamorosamente da soli.
Una scorretta alimentazione già da giovanissimi non potrà far altro che accrescere in maniera predittiva la presenza di adulti con disturbi alimentari e, dunque, in sovrappeso e obesi. Il governo Monti si è mosso per l’approvazione di leggi che agiscano sull’aumento della componente “nutritiva” delle bevande diverse dall’acqua, arricchendo innanzitutto la percentuale di frutta e diminuendo la quantità di coloranti. Altre misure sono previste per scoraggiare l’uso di alcolici. Per tutti, infine, il ministero della Salute ha redatto un decalogo dell’alimentazione, “E…state ok con la nutrizione” che seppur riferito al periodo estivo, contiene indicazione utili ad un’alimentazione sana 365 giorni l’anno.

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