110 e frode - QdS

110 e frode

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110 e frode

Giovanni Pizzo  |
giovedì 07 Marzo 2024

La questione dell'Università Jean Monnet fa emergere uno spaccato di Palermo, delle sue istituzioni e del suo livello culturale pessimo, tanto da "giustificare" la presa in giro di Fiorello su Rai2.

L’indagine è solo alle battute iniziali ma promette bene, anzi male, malissimo. Che spaccato ne esce di Palermo, delle sue istituzioni, del suo livello culturale? Pessimo. Pure Fiorello ci sfotte con il 110 e frode su Rai2, un siciliano che non ha avuto bisogno di studiare per avere successo, ma se lo studio è questo forse è meglio non frequentare l’università, o almeno alcune. Nessuno che all’interno del tempio del sapere si indigna? Si straccia le vesti per un livello caduto così in basso da far cascare le braccia? Un moto di ribellione? Nulla, Palermo dorme, assuefatta, a volte complice o connivente, sicuramente menefreghista. Eppure qui si parla del capitale umano fondamentale, la famosa Next Generation UE, ridotta a false lauree in medicina, come la parodia di Doc proprio di Fiorello.

Ma come abbiamo scoperchiato questo vaso di Pandora in cui dotti, medici e sapienti, politica e sanità, sono coinvolti? Un trojan ben piazzato? Intercettazioni a go gò? Ormai in Italia si fa tutto, e solamente, con intercettazioni o informazioni riservate vendute al mercato, come ha ammesso sconfortatamente il procuratore nazionale antimafia.

No, tutto è stato svelato da una giornalista, a cui evidentemente qualche truffato ha dato più fiducia di qualche finanziere, che poi magari scambia la notizia di reato ipotetico con qualche favore. È stato il giornalismo d’inchiesta, quello vero, quello che non si fa imbeccare dall’autorità giudiziaria, non sempre coerente, che ha svelato questo intreccio, che è come un cesto di ciliegie, una tira l’altra, e tutti insieme appassionatamente truffano i ragazzi che rimangono in Sicilia, gli altri se ne sono già andati via, 5.000 solo da Palermo ogni anno. Non è più una fuga di cervelli, ma di neuroni, rimarranno solo ragazzi neet e sfiduciati fra breve. Brava questa Giada Lo Porto, la giornalista che ha seguito il caso con tenacia e passione, come fanno i giornalisti sul campo, non quelli di relazione e informazione riservata a scopo distorsivo. C’è una minaccia alla libertà di stampa ha detto Mattarella, ma c’è ancora per fortuna chi ha il coraggio di trovare e scrivere cosa è storto, brutto e cattivo, che fa male alla società, mettendo sul banco i colpevoli, indiziati, e non ancora rei, di furto di futuro. È la stampa bellezza!

Così è se vi pare

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