Spesa buona e spesa cattiva. Con la riconversione sarebbero di fatto azzerate le uscite inutili, mantenendo però quelle necessarie per garantire servizi efficienti. L’articolo 15 dello Statuto siciliano, ignorato per anni, può essere messo in atto con un semplice provvedimento della Regione
PALERMO – Nove Province regionali, oltre 500 milioni di euro che potrebbero essere risparmiati se solo il neo governatore Rosario Crocetta desse attuazione allo Statuto siciliano, mediante l’istituzione dei liberi Consorzi di Comuni secondo quanto prevede l’art. 15. La tanto discussa riforma del governo Monti, infatti, in Sicilia non ha bisogno di attendere lunghi iter parlamentari: i nostri padri costituenti avevano già previsto un assetto privo di costi politici, tradito poi dalla legge regionale n. 9 del 1986. Proprio questa andrebbe riformata con l’obiettivo di tagliare le spese improduttive e mantenere i servizi per i cittadini. Che tornerebbero ai Comuni, dove esistono già apparati e personale. Nascerebbero le “Province consortili” e verrebbero spazzati via quei costi superflui che ormai sono diventati economicamente insostenibili. (
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