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Messina – Truffa nel settore beni culturali. A Taormina mancano 1,5 mln di euro

Massimo Mobilia

Messina – Truffa nel settore beni culturali. A Taormina mancano 1,5 mln di euro

martedì 04 Dicembre 2012

Teatro Antico: il Comune deve ancora ricevere gli incassi per gli ingressi tra il 2009 e il 2011. Si tratta di parte delle somme indebitamente intascate dalla società Novamusa

TAORMINA (ME) – C’era anche il Teatro Antico di Taormina tra i beni archeologici gestiti in Sicilia dalla società Novamusa il cui legale rappresentante, Gaetano Mercadante, 51 anni di Bracciano, è finito agli arresti domiciliari per essersi appropriato indebitamente degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso. Come riportato dai media nei giorni scorsi, infatti, è stato il Gip di Palermo, Marina Petruzzella, su richiesta della Procura a richiedere l’arresto dell’imprenditore laziale con l’accusa di peculato, per aver intascato la cifra di circa 19 milioni di euro derivanti dai ticket emessi negli scorsi anni in 24 siti archeologici della Regione siciliana (non solo Taormina, ma anche Siracusa, Segesta, Selinunte, Trapani e Messina).
Erano tre le società riconducibili a Mercadante, la Novamusa Valdemone, la Novamusa Val di Noto e la Novamusa Val di Mazara, che gestiva in concessione i servizi di biglietteria per conto della Regione e in virtù dell’art. 127 della Legge regionale n. 17 del 2004, secondo cui "il 30% dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di accesso a musei, gallerie e zone archeologiche e monumentali regionali dev’essere direttamente versato ai Comuni nel cui territorio gli stessi ricadono". Ed è proprio su questo punto che il Comune di Taormina ha dovuto sempre alzare la voce per vedersi recapitate le somme dovute da Palermo, e ancora oggi vanta crediti per circa 1,5 milioni di euro finiti tra i 19 milioni intascati indebitamente da Novamusa tra il 2004 e il 2009. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, infatti, Mercadante avrebbe versato a Regione e Comuni, con pesanti ritardi nell’arco di questi anni, soltanto 14 milioni di euro, ma trattenendo gli altri 19 avrebbe determinato un ammanco nei bilanci comunali di circa 5 milioni di euro e in quello regionale di 14 milioni.
In relazione al Teatro Antico di Taormina – gestito adesso dalla "Civita" del gruppo Abete che ha vinto il nuovo bando regionale per il lotto Messina 3, dal valore di 998 mila euro – il Comune deve ancora ricevere 1.475.670 euro, interessi esclusi, per incassi compresi tra il 2009 e il 2011, dovendo nel frattempo far fronte alle spese attingendo alle poche risorse del bilancio comunale dove, solo per il primo semestre del 2011, aveva rendicontato circa 400 mila euro. Il credito maggiore riguarderebbe il 2010, in relazione del quale Novamusa deve a Palazzo dei Giurati circa 745 mila euro. Zero risorse, invece, da investire per gli altri siti archeologici della città che, secondo una convenzione deliberata dal Consiglio comunale, avrebbero dovuto ricevere il 53% dei proventi derivanti dal Teatro. Il Castel Tauro, la Badia Vecchia, le Terme romane di San Pancrazio, restano ancora chiusi e nel completo degrado.
Se le somme fossero state regolarmente versate, l’amministrazione comunale avrebbe potuto tranquillamente coprire le spese correnti di tutti i beni archeologici della città, e anche potenziarne la fruizione e la messa in sicurezza. Il Teatro Antico, infatti, è il monumento più visitato della Sicilia: nel 2011 ha registrato 433.804 ingressi paganti per un incasso di 3.335.043 euro. È ben facile intuire la mole di risorse che la Novamusa si trovava a gestire ogni anno dai proventi della sola Taormina. Al nuovo assessore regionale ai Beni culturali, Antonino Zichichi, spetta adesso il compito di vigilare con maggiore attenzione rispetto al passato per affermare piena legalità anche nella gestione dei beni storici siciliani.

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