Sicilia: tasso di mortalità infantile più alto rispetto all’Italia - QdS

Sicilia: tasso di mortalità infantile più alto rispetto all’Italia

Liliana Rosano

Sicilia: tasso di mortalità infantile più alto rispetto all’Italia

giovedì 28 Febbraio 2013

L’Assessorato regionale alla Salute rileva complessivamente una riduzione ma il livello è sempre sopra la media. Enna, Caltanissetta, Messina e Trapani hanno le percentuali più elevate

PALERMO – Di mortalità infantile si continua ancora a morire in Sicilia nonostante la percentuale sia diminuita dal 2004 ma resta alta rispetto alla media italiana. Nel periodo analizzato (2004-2011) dal dipartimento per le Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato regionale alla Salute, l’andamento della mortalità infantile in Sicilia mostra complessivamente una riduzione nel tempo con tassi che variano dal 5,4‰ del 2004 al 4,4‰ del 2011: malgrado sia rilevabile in ambito regionale un sensibile miglioramento, tuttavia si riscontrano livelli del tasso più elevati rispetto alla media nazionale. Da premettere che il confronto tra l’andamento della mortalità infantile in Sicilia e quella dell’Italia può essere effettuato fino al 2009 in quanto il dato ISTAT è disponibile, al momento, fino al suddetto anno.
 
La distribuzione dei decessi, precisamente più del 50%, avviene entro la prima settimana di vita (mortalità neonatale precoce), di cui il 37% entro il secondo giorno, e il 21% tra la seconda e la quarta settimana (mortalità neonatale tardiva). Si deduce, pertanto, che la mortalità infantile è costituita per il 72% dalla mortalità neonatale. L’andamento dei tassi di mortalità infantile osservata per singole componenti non mostra nel periodo di tempo considerato particolari variazioni per quanto riguarda la mortalità postneonatale: si passa da un tasso pari a 1,45‰ del 2004 a uno pari a 1,35‰ del 2011.
 
I dati rilevano, invece, una lieve tendenza alla diminuzione a carico dei decessi avvenuti in età neonatale precoce con tassi che variano dal 2,80‰ del 2004 al 2,40‰ del 2011 e a carico di quelli relativi alla neonatale tardiva, con tassi che variano dall’1,15‰ del 2004 allo 0,69‰ del 2011.
 
L’andamento temporale dei tassi dei decessi rilevati al momento del parto e di quelli avvenuti nella prima settimana di vita in Sicilia mostra una tendenza alla riduzione della mortalità perinatale di circa lo 0,5‰ nel periodo di tempo osservato. Nel dettaglio provinciale, Siracusa riflette il valore regionale del 5 per cento; Palermo, Agrigento, Catania e Ragusa mostrano tassi di mortalità infantile più bassi rispetto a quello della Sicilia con valori compresi tra il 4-4,9‰; mentre per Enna, Caltanissetta, Messina e Trapani si osservano livelli più elevati rispetto al valore regionale (tra il 5,3‰ e il 6,6‰).
 
La mortalità perinatale si distribuisce geograficamente per provincia in Sicilia nel periodo 2007-2011; in particolare si rileva che nel periodo in studio il livello regionale di decessi è pari al 5,4‰ e che buona parte delle province, nel dettaglio Messina, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Catania, supera il tasso regionale con tassi che variano tra il 5,7‰ al 6,5‰, mentre le restanti province di Trapani, Palermo, Ragusa e Siracusa mostrano livelli di decessi in età perinatale che oscillano tra il 4,4‰ e il 5,2‰.
 
Dallo studio emerge che la principale causa di mortalità infantile è attribuibile alle patologie perinatali che costituiscono il 60% del totale dei decessi, seguono le malformazioni congenite con percentuale pari a 27%, i traumatismi e gli avvelenamenti sono pari all’1,42% e i tumori meno dell’1%. I decessi per cause “Perinatali”, “Malformative”, “Altro” si distribuiscono per singole province siciliane e complessivamente per la regione.
 
I livelli più elevati di mortalità per cause perinatali si osservano per la provincia di Messina (4,4%), mentre quelli più bassi si rilevano per quelle di Ragusa, Agrigento e Palermo con tassi che non superano il 2,5%; per quanto riguarda i decessi per cause malfomative, i livelli più alti si osservano per le province di Trapani (2,6%) e di Agrigento (1,9%), i più bassi risultano per quella di Catania (0,8%).

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