Stagione balneare al via, sindaci al lavoro - QdS

Stagione balneare al via, sindaci al lavoro

Rosario Battiato

Stagione balneare al via, sindaci al lavoro

martedì 26 Marzo 2013

Gli assessorati regionali della Salute e dell’Ambiente hanno redatto il decreto pubblicato sulla Gurs di venerdì scorso. Diversi i chilometri di costa su cui vigono i divieti: nel mirino depuratori e scarichi industriali

PALERMO – L’ultimo pezzetto di inverno, lo scorcio più rigido dell’anno, è in procinto di lasciare spazio alla stagione dei tuffi e dell’abbronzatura ad ogni costo. Ma non illudiamoci, perché in Sicilia non sarà così agevole sedersi sul bagnasciuga oppure lanciarsi in gloriose nuotate a stile libero. Per spegnere immediatamente facili entusiasmi, gli assessorati alla Salute e al Territorio e Ambiente hanno pubblicato sulla Gurs numero 14 del 22 marzo scorso il decreto del 7 marzo 2013 “Stagione balneare 2013” inserendo in allegato i tratti di mare e di costa non adibiti alla balneazione. Compiti per tutti, soprattutto per i sindaci che dovranno segnalare le acque pericolose per salute e aggiornare sulla loro qualità.
La stagione si aprirà ufficialmente il primo aprile prossimo per chiudersi il 31 ottobre, medesimo periodo in cui verrà effettuato il campionamento delle acque.
Allo stato dei fatti (articolo 4 del decreto) “tutti i tratti di mare e di costa già vietati alla balneazione per inquinamento” possono essere soppressi e rideterminati solo a seguito di comunicazione, da parte dei sindaci dei comuni interessati, “della messa in atto delle misure di risanamento e/o consolidamento” dell’area interessata e l’effettuazione dei campioni di acqua di mare. I sindaci, che dovranno essere tempestivamente avvertiti della non balneabilità dei tratti di mare dai laboratori di sanità pubblica delle AA.SS.PP., avranno il compito di adottare tutti i provvedimenti di propria competenza (tra cui i cartelli metallici di divieto di balneazione) e dovranno comunicare eventuali nuovi tratti non balneabili, anche temporaneamente, entro il 31 marzo attraverso ordinanze. In caso contrario l’assenza dei provvedimenti amministrativi dovrà essere segnalata all’autorità giudiziaria competente.
Diversi i tratti di mare e di costa non adibiti alla balneazione. A darne il quadro aggiornato a marzo sono gli allegati pubblicati assieme al decreto sulla Gurs di venerdì scorso dove sono state inseriti sia "i tratti di mare a di costa non adibiti alla balneazione" che le aree "non adibite alla balneazione per altri motivi". In provincia di Trapani sono meno di 15 i chilometri di costa vietati tra cui 700 metri a Favignana (Levanzo – Cala Dogana) e 740 metri a Valderice (Villaggio Annamaria foce del torrente Linciasella). Salgono a oltre 50 i chilometri inaccessibili in provincia di Palermo, tra cui le aree portuali considerate, ma anche località turistiche come Carini, Terrasini, Isola delle Femmine, Cefalù.
 
A Messina la cifra si abbassa a circa 25 chilometri, ma ad essere coinvolti sono nomi di grande fruibilità turistica come Giardini Naxos (150 metri nei pressi del fiume Alcantara), Barcellona Pozzo di Gotto (1,4 chilometri a causa dello scarico troppo pieno a foce torrente Termini), Capo d’Orlando (1,8 chilometri nei pressi del depuratore Capri Leone). In provincia di Catania spiccano i 620 metri nei pressi del Torrente Acquicella, i 575 metri del torrente Macchia nel Comune di Riposto, e due differenti punti, 280 e 450 metri, a Capomulini nel Comune di Acireale. In provincia di Siracusa emergono i noti problemi legati al polo chimico: 2,1 chilometri vietati a Priolo nei pressi dello scarico Enel (scarico Sardamag). Diversi punti sono segnalati anche ad Augusta e Melilli.
Ragusa resta la provincia più accessibile con meno di 5 chilometri vietati e condivide il primato con Agrigento che non arriva a 10. Caltanissetta trova in Gela (3,6 chilometri vietati nella zona industriale) il suo noto tallone d’Achille.

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