Il silenzio dopo lo stalking Calano le denunce nel 2012 - QdS

Il silenzio dopo lo stalking Calano le denunce nel 2012

Anna Claudia Dioguardi

Il silenzio dopo lo stalking Calano le denunce nel 2012

martedì 16 Aprile 2013

A quattro anni dall’apparizione di tale tipologia di reato sul c.p. le coscienze dei siciliani sono ancora timide. Il presidente della Corte nissena, Cardinale: “Non abbassare guardia di fronte ai dati”

CATANIA – Stalking: uno dei tanti prestiti dalla lingua inglese che è diventato ormai parte della nostra lingua, ma anche del nostro codice penale, con la legge 38/2009 che ha introdotto tale tipologia tra i reati contro la libertà sessuale.
Eppure, a distanza di tre anni dall’introduzione la conoscenza numerica del fenomeno risulta ancora carente, considerato che gli ultimi dati Istat risalgono all’indagine multiscopo “Sicurezza delle donne” condotta nel lontano 2006 anche se, è di maggio 2012 una Direttiva del Ministro delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, che affida all’Istat una nuova indagine avente come periodo di riferimento l’intero 2012. Dall’indagine 2006, seppur antecedente all’introduzione normativa, emergeva che tra i 16 e i 70 anni erano quasi 7 milioni le donne che avevano ammesso di aver subito violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. Di queste, quasi 2 milioni avevano subito comportamenti persecutori che le hanno particolarmente spaventate (stalking) ad opera di un ex-partner. Un’ulteriore ricerca, realizzata dall’Osservatorio Nazionale Stalking in collaborazione con il sindacato di Polizia Co.I.S.P. nel periodo 2001/2007 in 16 regioni su un campione di 9600 interviste rivela che il 20% della popolazione è, o è stata vittima di episodi di stalking. Nel 90% dei casi esiste una rapporto di conoscenza.
In tale panorama di carenza informativa, i rapporti delle quattro Corti d’Appello siciliane possono rivelarsi strumenti utili a comprendere l’incidenza del fenomeno nella nostra regione. Nel periodo compreso tra il 30 giugno 2011 e il primo luglio 2012 si registra una tendenziale diminuzione delle denunce. Ciò è vero in particolare per le corti d’appello di Palermo e di Caltanissetta, dove le denunce scendono rispettivamente del 19 e del 27%. Tralasciando la corte messinese, nella cui relazione troviamo solo un accenno ad un lieve avanzamento dei casi di stalking, le denunce in Sicilia sono state in totale 1082, subendo una significativa diminuzione. L’anno giudiziario 2010-2011 le denunce erano state infatti ben 260 in più, ossia 1288. Tale diminuzione rivela che, a quattro anni dall’apparizione di tale tipologia di reato sul nostro codice penale, forse le coscienze dei siciliani non sono ancora state sensibilizzate abbastanza. Su tale diminuzione interviene anche il Presidente della Corte nissena, Salvatore Cardinale, il quale, nella sua relazione sottolinea l’importanza di non abbassare la guardia di fronte a tali dati statistici “apparendo sempre necessario che tutte le componenti sociali continuino a mantenere un’efficiente rete di contenimento del fenomeno, a sostenere, contro la violenza continuata e sistematica, le persone indifese o più deboli ed a scongiurare che le persecuzioni delle vittime da parte dei c.d “molestatori assillanti” non sfocino, come con sempre maggiore frequenza avviene, in altri più gravi ed irreparabili delitti”ì.

Proprio sulla relazione tra atti persecutori e omicidi si basa il rapporto 2012 del gruppo di lavoro sui feminicidi della casa delle donne di per non subire violenza di Bologna che, come già avviene dal 2005, raccoglie annualmente i dati sui feminicidi rilevandoli dalla stampa nazionale. Da tale analisi emerge che, delle 124 donne uccise nel 2012 nel 40% di casi vi erano stati episodi di violenze precedenti.
Un dato che il gruppo di lavoro saluta in maniera positiva poiché, il fatto che la stampa sottolinei la relazione tra maltrattamenti precedenti e omicidi è sintomo di un cambiamento di mentalità, sempre più attenta e propensa a denunciare tale aspetto del delitto. Triste posizione quella detenuta dalla Sicilia nella classifica dei femminicidi.
Sono 14 infatti le donne uccise nella nostra regione nel 2012 che si piazza quarta, dopo Lombardia, Campania ed Emilia Romagna.

Anna Claudia Dioguardi

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