Banche del latte: in Sicilia distribuzione troppo disomogenea - QdS

Banche del latte: in Sicilia distribuzione troppo disomogenea

Fabrizio Margiotta

Banche del latte: in Sicilia distribuzione troppo disomogenea

giovedì 16 Maggio 2013

Nonostante i dati nazionali incoraggianti, al Sud vi sono solo 7 centri specializzati su 28 in Italia. Per diffondere la cultura della donazione puntare sull’assoluta sicurezza del gesto

PALERMO – Si è da poco concluso a Bologna il 69° congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip), una manifestazione dal notevole impatto scientifico e formativo in cui numerosi medici e rappresentanti della società civile hanno elaborato nuove strategie d’azione in ambito pediatrico e hanno tracciato un quadro completo delle relative attività italiane. Uno dei dati più importanti emersi dai vari workshop e sessioni plenarie, riguarda un tema che il Quotidiano di Sicilia ha avuto modo di trattare in più occasioni: le cosiddette banche del latte umano donato.
 
Si tratta di strutture, ventotto su tutto il territorio nazionale, in cui si raccoglie e si conserva il latte umano, per la successiva distribuzione a quei bambini che ne hanno bisogno come vero e proprio complemento (o sostituto) del latte materno, anche a causa delle precarie condizioni cliniche: bimbi fragili perché nati prematuri, ad esempio.
 
Secondo i dati raccolti dal Sip, in cinque anni le donazioni sarebbero aumentate del 51%, con una raccolta di 7600 litri di latte su tutto il territorio nazionale. Nonostante i dati nel complesso siano più che incoraggianti, dimostrando la grande solidarietà delle mamme italiane, al Sud Italia la situazione è ben diversa. Delle ventotto banche istituite nei vari ospedali italiani, infatti, solo sette si trovano al di sotto dell’Abruzzo e del Lazio: tre in Puglia e due in Calabria e Sicilia.
 
C’è da essere fieri, senz’altro, dei presidi siciliani (presso l’Azienza Ospadaliera “San Giovanni di Dio” di Agrigento e l’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo), che rappresentano un punto di riferimento solido per tante mamme e bambini, ma la situazione resta allarmante a causa della sin troppo disomogenea distribuzione dei siti. A cosa è dovuto questo immenso gap di cui parla la Società Italiana di Pediatria? Mancanza di solidarietà? Non di certo, conosciamo bene l’eroismo e la dedizione dei siciliani. È piuttosto la scarsa informazione sui vantaggi a rappresentare un ostacolo importante all’affermazione di una vera e propria cultura della donazione. Il latte materno, infatti, è ricco di anticorpi ed enzimi che migliorano la salute del bambino, proteggendolo da infezioni gastrointestinali e alle vie respiratorie, stimolando il suo sistema immunitario e agevolando il suo sviluppo neurologico.
 
Inoltre, come segnala l’Unicef nella sua costante campagna di sensibilizzazione a favore dell’allattamento al seno, i bambini nutriti con il latte umano mostrano un minore tasso di incidenza dei tumori, in particolare leucemie e linfosarcoma, e sono meno esposti a malattie e disturbi come la polmonite, il diabete, l’asma, le allergie e le affezioni suscettibili di degenerare in deficienze auditive.
 
Il latte materno, insomma, è il miglior alimento possibile per un neonato, assolutamente incomparabile con qualsiasi altro prodotto artificiale: favorisce l’assorbimento del calcio, evitando l’insorgenza di stati di rachitismo (tipica malattia dei bambini, dovuta a una calcificazione difettosa della cartilagine) e costituisce un’arma in più per combattere in futuro il sovrappeso e l’obesità. Occorre anche ricordare che le donatrici godono sempre di ottima salute e allattano da meno di sei mesi: niente paura dunque, perché i controlli sulle loro abitudini di vita e sul loro complessivo stato di salute sono così precisi e puntuali da risultare quasi invadenti! Le modalità di estrazione, conservazione, controllo, trattamento (termico) e distribuzione del latte, infine, assicurano un margine di errore praticamente pari a zero. Solidarietà in piena sicurezza: una bella scommessa anche per noi siciliani. Un’idea da rilanciare, da promuovere e, infine, da vivere.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017