Crisi idrica, soluzioni all’avanguardia - QdS

Crisi idrica, soluzioni all’avanguardia

Rosario Battiato

Crisi idrica, soluzioni all’avanguardia

sabato 25 Maggio 2013

Quattro progetti innovativi per aggiornare le reti idriche nell’Isola dove l’acqua si spreca. Una riguarda la depurazione naturale delle acque reflue a Catania

PALERMO – La crisi idrica siciliana è un serio problema. Una regione “europea” che registra considerevoli perdite dalle sue infrastrutture e che presenta comuni dove il servizio di erogazione dell’acqua non riesce a essere garantito per sette giorni su sette, deve necessariamente fare i conti con un problema strutturale che i paesi comunitari hanno superato da tempo. Nel capoluogo regionale si è così discusso della creazione di un organismo a livello mediterraneo per coordinare le azioni da attuare per fronteggiare il problema della crisi idrica nelle isole del Mediterraneo.
 
Ne ha parlato Antonio Lopez, del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari, in occasione della tappa conclusiva del progetto Mediwat, che ha coinvolto per tre anni oltre la Sicilia, capofila con il Dipartimento Acqua e Rifiuti – Osservatorio delle Acque della Regione Siciliana, anche partner provenienti da Cipro, Corsica, Malta, Creta e le isole Baleari, sulle possibili soluzioni per affrontare la carenza delle risorse idriche nelle isole del Mediterraneo e il loro inquinamento. Tre anni di studi e ricerche svolti nell’ambito del progetto e dodici progetti sperimentali svolti sul campo di cui ben quattro in Sicilia. Questo il bilancio delle iniziative che dovrebbero funzionare come modello per rilanciare il sistema idrico isolano.
“A Catania – si legge in una nota – si sono svolti due studi, uno sulla depurazione naturale delle acque reflue attraverso l’utilizzo delle piante, ovvero la fitodepurazione attraverso cinque specie vegetali mentre un altro ha riguardato l’ottimizzazione delle risorse idriche per l’irrigazione di piante da frutto”. Non è un caso visto che il centro etneo mantiene infatti la più bassa percentuale di abitanti serviti dalla depurazione tra i comuni capoluogo d’Italia (24% di popolazione residente nel comune connessa a impianti di depurazione delle acque reflue urbane). Anche nel resto di Sicilia i problemi sono tanti. Nel doloroso problema della depurazione va considerata anche una condanna europea pronta a cade sul groppone di 57 comuni isolani.
Avviata anche un’azione che ha riguardato l’intero territorio isolano. “Un progetto che – si legge nella nota – ha tentato di valutare in modo quantitativo l’impatto dei diversi regimi climatici sullo stato di salute della vegetazione e dei suoi processi fisiologici, mentre a Lipari si è testato il funzionamento dell’impianto di dissalazione, il costo di produzione dell’acqua dissalata per uso potabile e le prospettive di nuovi impianti da costruire sull’isola, valutando le prestazioni a lungo termine. Allo stesso tempo, il progetto, visti gli elevati costi operativi, cerca di fornire soluzioni per l’utilizzo di fonti di energia alternative”.
“Le attività svolte in sinergia con i partner europei – ha spiegato l’ing. Teodoro Vega, dirigente dell’Osservatorio delle acque della Regione Siciliana – hanno condotto a risultati molto interessanti e a strumenti utili per supportare la pianificazione dell’uso delle risorse idriche nelle isole del Mediterraneo. Il lavoro svolto, l’organizzazione e le metodologie applicate potranno servire come modello per la gestione delle risorse idriche e dei bacini idrografici in un network mediterraneo”.

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