Cittadini schifati dai partitocrati - QdS

Cittadini schifati dai partitocrati

Carlo Alberto Tregua

Cittadini schifati dai partitocrati

mercoledì 26 Giugno 2013

Grilletti utili idioti

Ragusa e Messina hanno dato sonori ceffoni ai partitocrati di tutti i partiti tradizionali, protestando ancora una volta contro i marpioni che, trasformandosi, tentano di restare sulla breccia sotto mentite spoglie.
È il caso del candidato di Crocetta, Pd, Pdl e cuffariani, bocciato sonoramente a Ragusa. E dire che, tutto sommato, è andato a votare un cittadino su due che, coi tempi che corrono, non può considerarsi affluenza bassissima.
Del 49 per cento dei votanti, sempre a Ragusa, il 69,4 per cento ha votato Federico Piccitto, un giovane ingegnere elettronico, volto nuovo che non ha mai fatto politica. Egli è stato eletto, dunque, con il 28 per cento dei voti dei ragusani aventi diritto.
A Messina, i cittadini hanno preferito un altro volto nuovo. i votanti sono stati il 45,8 per cento e di essi il 52 ha eletto il sindaco che, quindi, ha vinto con meno del 24 per cento dei consensi dei messinesi aventi diritto al voto. anche qui un sonoro ceffone ai partiti tradizionali.
A Siracusa, il giovane Giancarlo Garozzo, pur essendo sostenuto dai partiti, è un renziano, cioè un volto nuovo.

Come rassegna dei fatti di questi giorni non possiamo tacere della pesantissima sentenza che il tribunale di Milano (primo grado) ha inflitto a Silvio Berlusconi: sette anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Noi siamo per chi afferma che le sentenze vanno eseguite, su questo non c’è alcun dubbio. Tuttavia, le sentenze sono interpretate da un sentire comune della popolazione che è spaccata a metà tra chi ritiene che il Cavaliere sia un perseguitato da alcuni giudici di Milano e da altri che lo ritengono come persona abituata a delinquere.
I processi si fanno in tribunale e tutti i cittadini devono sottostarvi. I processi mediatici fuori dai tribunali non possono essere legittimati se non come modo di raccolta del sentimento comune della gente.
i fatti sono quelli elencati. Non sappiamo come andranno gli altri processi in corso, ma resta il fatto che, come ha affermato ripetutamente Matteo Renzi, e noi siamo d’accordo con lui, gli avversari politici si battono con le elezioni non con le sentenze giudiziarie. Le quali, semmai, fanno aumentare il consenso di chi appare un perseguitato a una parte importante del Paese.
 

Altra questione in rassegna riguarda Josefa Idem che, dopo un duro incontro col premier, Enrico Letta, ha rassegnato le dimissioni da ministro delle Pari opportunità e sport. La sua dichiarazione, che aveva deciso in questo senso prima dell’incontro, ci ha richiamato la famosa favola di Fedro “La volpe e l’uva”.
E veniamo ai Grilletti. Il gruppo di 163 parlamentari si assottiglia ogni giorno: Adriano Zaccagnini è passato al misto della Camera. Gli orfani sono così 156, dal gruppo iniziale di 163.
Parlamentari nazionali e deputati regionali Grilletti stanno facendo la figura dei polli, o meglio quella degli utili idioti (Fëdor Dostoevskij, Mosca 1821 – San Pietroburgo 1881). Non tutti sanno che nella prima Commissione della Camera è depositato il ddl sul taglio del finanziamento pubblico ai partiti. Gode sogni tranquilli perché il presidente Sisto (Pdl) non l’ha messo in discussione e nemmeno in votazione.
Che i partiti prendano tempo sulla questione è del tutto comprensibile, nonostante le sbandierate e velleitarie comunicazioni ai cittadini, ma che i Grilletti presenti in quella Commissione non chiedano che venga aperta la discussione o conclusa con votazione e passaggio in Aula è sospetto.
 
Infatti, se il presidente si rifiutasse, dovrebbero andare in tutte le tv e nei quotidiani nazionali a smascherare il comportamento dilatorio e asociale dei componenti della Commissione che non vogliono deliberare su questa materia.
Parimenti, i quindici Grilletti presenti all’Assemblea regionale, ormai diventati 14 per le dimissioni di Venturino, vicepresidente dell’Ars, anziché fare la pantomima della restituzione di una parte dei loro emolumenti alle casse dell’Assemblea, dovrebbero chiedere al presidente Giovanni Ardizzone di mettere in discussione un ddl sul taglio degli emolumenti ai deputati e ai consiglieri comunali e circoscrizionali, nonchè del loro numero, in recepimento della legge Monti n. 213/2012.
È vero che è stata composta una commissione presieduta da Antonello Cracolici, ma si sa quando comincia e non quando finisce per deliberare un ddl che il Consiglio della Lombardia ha approvato in una sola seduta.

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