Paolo Savona, il ministro per il quale Salvini e Di Maio rischiarono un conflitto istituzionale con il Presidente della Repubblica, risulta ufficialmente indagato a Campobasso, nella sua qualità di ex vertice di Unicredit, in un’inchiesta per usura bancaria.
E non si dimetterà.
"È un’indagine che già conoscevamo e se noi già conosciamo un’indagine e abbiamo scelto Savona si va avanti", ha detto il vicepremier grillino Luigi Di Maio scordandosi che, all’insediamento del governo "del cambiamento" aveva parlato di
"Una squadra che non ha indagati e condannati, un unicum dal 1994".
Matteo Renzi accusa Di Maio di doppia morale ricordando il "giustizialismo vergognoso" dei grillini nei confronti dei ministri dei governi a guida Pd con le richieste di dimissioni per Alfano e la Boschi per fatti meno gravi.
Anche Salvini non parla di dimissioni e affida la sua difesa di Savona alla fisiognomica: "Vi sembra uno che ha la faccia da usuraio?".