No alla produzione energetica, la Sicilia spreca 350 mln l’anno - QdS

No alla produzione energetica, la Sicilia spreca 350 mln l’anno

Rosario Battiato

No alla produzione energetica, la Sicilia spreca 350 mln l’anno

mercoledì 31 Luglio 2013

In Italia i rifiuti spediti direttamente in discarica incidono per 2,5 miliardi di euro sulle tasche dei cittadini. La stima realizzata sulla base di un recente report Nomisma sulla filiera del css

ROMA – In Sicilia il movimento 5 stelle ha denunciato l’“inceneritore segreto” di Rosario Crocetta del quale si parlerebbe in un verbale dello scorso 3 gennaio dove si fa riferimento a “un’area per la localizzazione di un impianto di valorizzazione termica del rifiuto residuale da Tmb (Trattamento meccanico-biologico, ndr)”. Un atteggiamento che basterebbe da solo per definire il livello della discussione in materia di valorizzazione energetica del rifiuto nell’Isola. Nella sostenibile penisola nordica l’incenerimento con recupero energetico e termico è ormai una realtà assodata e serve a riscaldare intere città e a fornire energia al Paese.
In altri termini, sono soldi dei contribuenti investiti adeguatamente per impianti che rispettano tutte le leggi europee sulle emissioni e che fanno risparmiare a quei paesi miliardi di euro all’anno.
In Sicilia, invece, ci sono le discariche che mangiano più di due milioni di tonnellate di rifiuti all’anno accaparrandosi il 90% dei rifiuti prodotti. Il livello dello spreco è stato recentemente registrato nel report di Nomisma Energia “Attivazione filiera del combustibile solido secondario (Css), potenziali benefici per il sistema Paese”.
Ogni anno i rifiuti spediti direttamente in discarica costano ai cittadini italiani circa 2,5 miliardi di euro. Il calcolo è stato compiuto da Nomisma Energia, che ha valutato i vari costi che incidono sulla cittadinanza quando la gestione del rifiuto non è virtuosa. In Italia ogni anno circa 17 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani (2,4 mln, pari al 14,11% soltanto in Sicilia) degli oltre 32 milioni prodotti finiscono in discarica provocando uno spreco potenziale di energia pari a 3,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per un valore di circa 2,5 miliardi di euro (calcolando il greggio a 657 euro a tonnellata).
Risorse perdute che pesano sulla collettività fino a 50 euro l’anno in bolletta. Una stima che può essere estesa alla Sicilia dove, stando a una rielaborazione dei dati di Nomisma per l’Italia, si sprecano ogni anno circa 350 milioni di euro a causa dello smaltimento indifferenziato in discarica.
L’utilizzo del Css (combustibile solido secondario) ricavabile dai rifiuti, secondo quanto riferito da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, potrebbe salvare l’Italia dall’“emergenza energetica e per i rifiuti” in cui si trova. Il combustibile solido secondario, inoltre, sarebbe una soluzione perfettamente percorribile per produrre energia per elettricità o riscaldamento attraverso inceneritori o termovalorizzatori, centrali elettriche e cementifici.
Secondo una proiezione al 2020, Tabarelli ha valutato undici milioni di tonnellate all’anno di rifiuti in discarica, con un valore energetico di 24,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e una perdita economica di di 13,3 miliardi di euro (prevedendo una media del prezzo del petrolio a 547,5 euro per tonnellata).
In Italia la valorizzazione energetica è ancora agli albori – gli ultimi dati Ispra ribadiscono un significativo zero nella casella siciliana – mentre altrove ci sono valori che superano anche il 50% mentre, al contrario, lo smaltimento in discarica è inferiore al 10% o è nullo come avviene in Svizzera (ultimi dati Eurostat).

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