“Taormina Arte è un appuntamento storico, quest’anno sono 30 anni, 1983- 2013, mi sarebbe piaciuto festeggiare. Abbiamo avuto un taglio delle risorse del 40 per cento. Lo scorso anno erano 2 milioni 850 mila euro, quest’anno 1 milione 600 mila euro. Nell’83-84, quando è nata, Taormina Arte aveva tra i 4 e i 5 miliardi di lire che nel 96 sono diventati 7. Il contributo è rimasto inalterato fino al 2010, poi c’è stato il precipizio. C’è il vantaggio per noi di avere una struttura snella per cui i costi di gestione e di personale, 10 dipendenti oltre il direttore generale, ammontano a circa 800 mila euro. Il resto del milione e 600 mila euro lo abbiamo destinato al Festival del Cinema e all’allestimento e alla gestione del Teatro Antico”.
“Parliamo sempre di allestimento perche da due anni adottiamo una formula che ci ha consentito di fare una manifestazione importante attraverso la partnership con la Società Agnus Dei di Tiziana Rocca e Mario Sesti che si occupa dell’organizzazione della parte artistica. Abbiamo destinato circa 400 mila euro al Festival, una cifra irrisoria rispetto al passato. Poi c’è l’allestimento del Teatro Antico che ha dato la possibilità agli organizzatori privati di fare la stagione che ci vede solo indirettamente protagonisti. Abbiamo consentito a Taormina ed al suo sistema turistico di avere spettacoli di grande livello con il teatro pieno ogni sera. Un ruolo riduttivo che può andare bene solo per una fase di transizione”.
“Esserci ed esserci senza polemiche con la chiara consapevolezza che è un momento di difficoltà finanziaria per tutti. La riduzione che abbiamo avuto è la più significativa che è stata fatta tra tutti gli Enti, però ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo messo in piedi una strategia che ha funzionato: abbiamo avuto un Festival del Cinema dagli esiti importanti, i Nastri d’Argento con la loro risonanza. Taormina è un luogo privilegiato dove si può avere idee e realizzarle anche nelle difficoltà”.
“È una strategia che ha radici lontane. Bisognerà riorganizzarsi in maniera diversa rendendo più intensi e proficui i rapporti con i privati. Gli sponsor non sono facili da conquistare dalle nostre parti, non esistono le grandi aziende e le poche in questo momento hanno notevoli difficoltà. Il modello esplorato con la società Agnus Dei per il cinema può essere sicuramente replicato, intanto per la musica e forse anche per il Teatro anche se questo in generale è l’anello debole di tutta la catena dello spettacolo in Italia”.
“Il lavoro svolto nella scelta degli artisti è stato di grande equilibrio e omogeneità legata alla qualità, anche nel tener conto delle diverse sensibilità: per il cultore del classico ci sono gli appuntamenti di lirica, tre spettacoli di danza, cinque grandi pianisti; sono accontentati i nostalgici del rock e i fan del pop. Ci sono poi artisti che hanno richiamato pubblico da tutta Europa. Taormina Arte deve legarsi sempre più al mondo e ai tempi del turismo. Consolidare questo rapporto è la nostra stella polare”.
“Abbiamo già annunciato il Festival del Cinema che è un punto di forza con i suoi 60 anni di storia e si dovrebbe tenere dal 14 al 21 giugno. Abbiamo iniziato una ricostruzione con Tiziana Rocca gettando alcune basi importanti, per cui saremo presenti al festival di Venezia, poi a Roma. Intorno a quest’anniversario contiamo di costruire un percorso prestigioso: il 60° significa essere il secondo festival d’Italia”.
“Ho fatto nella mia prima vita 9 anni l’avvocato. A 33 anni mi sono occupato di consulenza legale a Taormina Arte con i contratti per le compagnie e nel giro di quattro mesi sono stato assorbito dalla manifestazione. Il cinema è il punto di partenza, la passione vera anche se poi ho imparato ad apprezzare la grande musica, un’altra folgorazione, ma il cinema rimane quello su cui ho competenza maggiore anche se la estrinseco poco a Taormina Arte. Ho diretto il Milani per 20 anni, da alcuni anni mi sto cimentando in quest’attività editoriale, ‘Il cinema sopra Taormina’, un bel volume che in questo momento è una mostra alla biblioteca comunale ed è stata alla casa del Cinema a Roma. Ho scritto due libri su Tornatore”.
“Ho scolpiti nella memoria alcuni episodi decisivi. A sei anni scostando una tenda, come il bambino del film Nuovo cinema Paradiso, ho scoperto la magia del cinema, in un fascio di luce che proiettava immagini su uno schermo, attraverso l’incanto dell’infanzia. L’altro grande ricordo sono i film che la Rai mandava in onda nella zona di Messina al mattino, nei 15 giorni in cui si teneva la Fiera Internazionale. Venivano proiettati i più grandi film, rigorosamente in bianco e nero, ed era un appuntamento imperdibile, nell’afa di agosto, per intere generazioni”.