Omicidi, nel 2013 trend in calo. Ma la Sicilia ancora ai primi posti - QdS

Omicidi, nel 2013 trend in calo. Ma la Sicilia ancora ai primi posti

Serena Giovanna Grasso

Omicidi, nel 2013 trend in calo. Ma la Sicilia ancora ai primi posti

mercoledì 15 Gennaio 2014

Al Sud ancora troppi assassinii senza soluzione: ben 5,6 casi su 10 non conoscono il colpevole. Nel 2012 l’Isola era la quarta regione per numero di delitti con quota 54

PALERMO – Contrariamente alla nostra percezione comune, è assolutamente vero quanto sostenuto dai primi grandi penalisti italiani. Infatti, mentre i socialisti sostenevano che i periodi di crisi non facevano altro che acuire i fattori determinanti degli omicidi e di conseguenza anche il loro numero, i penalisti sostenevano che la consistenza maggiore di omicidi si verificava nei periodi aurei, al contrario nei periodi di crisi i reati più commessi afferivano alla sfera degli scippi, rapine e furti. Identico è lo scenario che si prospetta al giorno d’oggi. Infatti, nel 2013 è stato raggiunto il record assoluto in positivo per numero di omicidi commessi.
Proprio durante l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato commesso il numero più basso di delitti dal 1879, il primo anno dall’unità d’Italia di cui disponiamo di registri contenenti un elenco dettagliato dei reati commessi. È stato possibile assistere a questo slancio positivo sin dal 2012, anno in cui il numero di omicidi è pari a 523. Addirittura nel 2013 viene abbattuto il muro dei “cinquecento” arrivando a 480 delitti.
Ma come al solito le dolenti note si percepiscono a livello regionale. Secondo la graduatoria elaborata da Marzio Barbagli (professore del’Università di Bologna) sulla base dei dati del dipartimento della Pubblica sicurezza, la Sicilia è la quarta regione con il numero più alto di omicidi commessi nel 2012 (53). Peggio della nostra Isola fa la Campania con quota 90, la Lombardia con 63 e la Puglia che di poco si discosta con 56 delitti. Regioni esemplari che dovrebbero essere prese a modello sono Valle d’Aosta e Molise che si collocano entrambe all’ultimo posto, come Regioni con il minor numero di omicidi commessi nel 2012, con quota 1.
Naturalmente il paragone con delle Regioni tanto piccole e con una densità di popolazione nettamente inferiore rispetto a quella siciliana non rende l’idea.
Il paragone più autentico è quello che vede sotto esame la Sicilia con una Regione avente popolazione simile alla nostra, come ad esempio il Piemonte. Proprio in una situazione di pressochè parità come questa si evidenziano le più marcate differenze. Infatti, in Piemonte si registrano 34 omicidi, quota inferiore di quasi 20 unità rispetto alla Sicilia.
Nostro malgrado la storia della nostra Terra è fin troppo nota per essersi macchiata indelebilmente di sangue. È proprio in Sicilia che si svolge il grosso della criminalità organizzata, si è maggiormente sottoposti ad estorsioni (dato peraltro confermato dalla classifica stilata dal Sole 24 ore sulla Qualità della vita), il tutto è sintetizzabile in una sola parola: mafia. Seguendo lo stesso ragionamento possiamo spiegare perchè è la Campania la regione con più omicidi, proprio ricollegandoci alla mafia campana: la ‘ndangheta. Riconducibile alle grandi stragi di mafia è il picco di casi di omicidi verificatosi tra il 1988 e il 1992.
 
Altra parte assai cospicua di delitti è quella che fino a trent’anni fa veniva denominata con l’etichetta “delitti d’onore”, quelli di cui si macchiavano gli uomini ai danni delle donne che avevano tradito o che erano sospettate di tale colpa. Nel 2013 in Sicilia sono stati 12 i casi di femminicidio, mentre nel 2012 ben 15. Dunque, quasi nel 30% degli omicidi commessi in Sicilia si è trattato di un femminicidio.
Purtroppo la Sicilia, ma più in generale tutto il Mezzogiorno, gode di una fama tutt’atro che buona per quel che attiene l’esercizio della giustizia. Mentre nel Settentrione ben 7,5 casi su 10 conoscono il colpevole dell’assassinio, al Sud si ribalta completamente questa visione con 5,6 casi su 10 di omicidi impuniti.
Questa discrasia tra Nord e Sud riguardante l’efficienza di ricerca e dunque conseguente punizione del colpevole è rilevabile seppur con frequenza differente in ogni periodo storico. Anche in questo caso la causa va ricercata nell’eccedenza di omicidi collegati alla mafia in quanto troppo spesso questi vedono l’irrisoluzione dell’assassinio in 9 casi su 10. Al contrario, gli assassini indipendenti da ogni forma di movente mafioso vengono smascherati con una facilità maggiore, soprattutto grazie all’ausilio di tecniche investigative di ultima generazione come l’esame del Dna o l’analisi dei tabulati telefonici.

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