I porti della Sicilia orientale in rete - QdS

I porti della Sicilia orientale in rete

Melania Tanteri

I porti della Sicilia orientale in rete

sabato 08 Marzo 2014

L’idea di fondo emersa nel convegno del Tavolo delle imprese, ieri a Catania: “I territori devono condividere bisogni e opportunità”.
Ursino: “Così si intercettano i fondi europei e si fa tornare l’Isola al centro dei traffici nel Mediterraneo”

CATANIA – Costruire la Sicilia secondo una nuova idea, che veda i territori condividere non solo i bisogni ma anche le opportunità. È stato animato da questo spirito il convegno di ieri, organizzato dal Tavolo per le Imprese, e dal titolo significativo: “Porto dello Ionio, un mare di opportunità”. Perché, per gli organizzatori e i relatori invitati, è proprio questo il punto di partenza: mettere i porti della Sicilia orientale in rete, costituendo un sistema governato da un unico soggetto, che possa costituire un distretto logistico, utile per aumentare l’attività, attirare gli investimenti e creare ricchezza. “Il Porto come leva fondamentale, esattamente come l’aeroporto – ha spiegato il facilitatore e rappresentante del Tavolo per le Imprese, Giuseppe Ursino.
 
Bisogna fare sistema e intercettare i fondi europei – ha continuato evidenziando come intento del tavolo sia discutere e dibattere su temi di interesse generale da cui partire per creare sviluppo. “Stavolta – ha evidenziato – il focus è stato sul porto perché sembra assurdo, ma per quanto siamo l’isola più grande del Mediterraneo, nei traffici portuali non contiamo nulla. Per questo – ha proseguito – vogliamo creare opinione per capire da dove possa venire lo sviluppo per il nostro territorio. E l’apertura dei lavori non a caso è stata affidata al direttore del Quotidiano di Sicilia, testata da sempre attenta a segnalare le storture preminenti nel sistema Isola, e da qualche tempo attiva sul territorio con la “Campagna etica” 2014.
“Se la Sicilia si trova in queste condizioni disastrate è perché la classe dirigente siciliana ha dormito e continua a dormire, a tutti i livelli – ha esordito Tregua che ha elencato una serie di evidenze che racconterebbero di una regione ferma da tutti i punti di vista. “In atto – ha proseguito il direttore del Qds – la Sicilia ha 368 mila disoccupati, 829 borghi da ristrutturare, 400 zone a massimo rischio idrogeologico, 3 aree ad alto inquinamento. La Regione è tecnicamente fallita, il Pil – ha continuato – è crollato il doppio del nazionale, i trasporti sono disastrati e il tasso infrastrutturale è la metà della media nazionale”. Non solo: nell’elenco è entrato anche il sistema ferroviario praticamente inesistente, le perdite del sistema idrico e soprattutto, il tasso bassissimo di pernottamenti negli alberghi.
Un quadro desolante, quello dipinto da Tregua, secondo cui servirebbe un moto di orgoglio per riportare la politica alle proprie responsabilità e, soprattutto, creare una rete per produrre lavoro e ricchezza. “Se non ci svegliamo rapidamente, la Sicilia va a picco. Lavoriamo insieme a politica e burocrazia in un progetto che faccia crescere il Pil siciliano.
Un aspetto questo, condiviso non solo dagli organizzatori, ma anche dal rappresentante di Assoporti, l’associazione che aggrega le Autorità portuali, Paolo Ferrandino che ha illustrato le strategie pensate per il prossimo futuro. “I porti rappresentano realtà e numeri significativi importanti per la creazione del Pil – ha evidenziato – ma è necessario che svolgano un ruolo maggiore di connessione e integrazione con la logistica. Sono generatori di reddito e occupazione, ma devono mettere a sistema il mare con la terra – ha aggiunto – e credo sarà questa la vera sfida che abbiamo davanti”. Secondo Ferrandino dunque, solo mettendo a sistema l’offerta del territorio, si può ottenere lo sviluppo, aspetto già portato all’attenzione del Ministro alle Infrastrutture Lupi.
 

I risultati del Porto di Catania. “Sicurezza e investimenti: si cresce”
CATANIA – Del porto etneo, parte integrande del progetto di creare il polo logistico portuale della Sicilia orientale, ha parlato il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania, Cosimo Aiello, che ha descritto quali iniziative siano state messe in campo per migliorare le performance del porto cittadino e quali risultati siano stati ottenuti nell’ultimo anno. “Il porto di Catania è cresciuto di quasi il 21% – ha affermato – la più alta crescita commerciale rispetto al resto del territorio. Questo è avvenuto – ha continuato – perché abbiamo investito molto e i dati non premiano solo gli sforzi, ma ci danno luce per il futuro”. Poche ma importanti le ragioni della crescita dell’infrastruttura etnea, nonostante l’abbandono da parte delle navi da crociera, diminuite rispetto al recente passato. Tra queste, tra la più evidente è quella della sicurezza. “Gli operatori hanno visto crescere le condizioni di sicurezza – ha confermato Aiello. Le prospettive – ha aggiunto – sono buone per quanto riguarda la portualità”. Insomma, le possibilità ci sarebbero ma solo se si punterà sulla logistica e sull’interconnessione tra autorità portuali che insistono sullo stesso territorio. “Le autorità devono saper compiere quel salto e diventare luoghi che creino occupazione e sviluppo” ha concluso Aiello.

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