Legacoop Sicilia, un congresso tra vecchie e nuove sfide - QdS

Legacoop Sicilia, un congresso tra vecchie e nuove sfide

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Legacoop Sicilia, un congresso tra vecchie e nuove sfide

Francesco Sanfilippo  |
domenica 19 Febbraio 2023

Parla il presidente, Flippo Parrino, ha descritto i difficili passaggi delle cooperative negli ultimi anni.

“Noi abbiamo dovuto affrontare la pandemia che è avvenuta poco dopo l’inizio del mandato nel 2019. Credo che la Legacoop Sicilia abbia sostenuto bene le sue cooperative in un momento di grance difficoltà per tutto il Paese dove non sapevamo cosa stesse accadendo. Ci siamo attrezzati e le nostre cooperative si sono dimostrate fondamentali. Si pensi agli autotrasportatori, il nostro personale nei supermercati, le nostre aziende agricole che hanno assicurato i prodotti”. Con queste parole, il neoeletto presidente della Legacoop Sicilia, Flippo Parrino, ha descritto i difficili passaggi che non solo il mondo delle cooperative ha vissuto negli ultimi anni. Si è tenuto, infatti, il 16° congresso siciliano a Palermo per l’elezione dei nuovi organi sociali che ha rivisto l’elezione di Filippo Parrino ad un secondo mandato in tempi ancora difficili per la nostra società e per la nostra economia. Infatti, in esclusiva al nostro giornale, il neoeletto presidente ha dichiarato: “L’inizio del mandato è stato abbastanza difficile e penso alla guerra in Ucraina che sta portando ad un blocco delle materia prime creando difficoltà persino sulle sementi e agli allevamenti. Stiamo cercando di trasformare alcuni prodotti e farli in modo diverso, oppure cambiando il modo di produzione. I risultati ci sono stati per le nostre cooperative e non abbiamo avuto default particolari, ma abbiamo dovuto difenderci anche da provvedimenti difficili, fronteggiando situazioni come il superbonus. Le relative disposizioni hanno dato un impulso all’edilizia siciliana, anche se in Sicilia avevamo i piani abitativi della Regione che assicuravano un buon sviluppo, permettendo la costruzione di case con il sostegno della Regione stessa.  Il superbonus non ha riequilibrato la perdita di questi investimenti, ma le cooperative hanno retto”. Oggi, i numeri delle cooperative aderenti alla Legacoop Sicilia sono di tutto rispetto, tenuto conto della crisi in corso. Ci sono 1.268 cooperative con 40.990 soci, distribuite nelle nove province siciliane. A Palermo, sono presenti 262 cooperative, a Messina 207, ad Agrigento 185, a Catania 175, Ragusa 149, Trapani 117, Caltanissetta 79, Siracusa con 48 ed Enna 46. Di queste,513 sono dedite alla produzione e servizi, 190 alle abitazioni, 159 al comparto agricolo, 68 al settore multimedia, 21 ai trasporti e 20 alla pesca. Il fatturato riportato dall’area della Sicilia Occidentale ammonta a circa 750 milioni di euro, del Sud Sicilia a circa mezzo milione e della Sicilia orientale è circa 460 milioni I fatturati di Conad e Coop ammontano rispettivamente a euro 532.292.339,00 e ad euro 161.787.341,00. Di fronte a questo, il Presidente Legacoop nazionale, Mauro Lusetti, ha rilevato sulle differenze tra il modello produttivo anglosassone, alla base della globalizzazione di oggi, e il modello della cooperazione. A tal proposito, ha affermato: “I due anni di pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi legata alle fonti energetiche e la messa in discussione della globalizzazione sono tutti elementi che hanno mostrato l’inadeguatezza di questo modello. Noi crediamo che la cooperazione, che rappresenta un esempio importante per un miliardo di persone nel mondo che vi aderisce, sia un modello diverso che mette al centro dell’attenzione la persona e che è sostenibile, vista la vita media di 40 anni di una cooperativa. Il tema di fondo non è tanto e soltanto quello di come si può produrre il profitto, ma noi produciamo e distribuiamo il profitto nei confronti dei soci e delle comunità in cui operiamo. Questa modalità ci mette nelle condizioni di rappresentare un’alternativa”.  

Intervista al presidente Legaccop Sicilia, Filippo Parrino

In questi anni di presidenza, che risultati avete ottenuto?

“Noi abbiamo dovuto affrontare la pandemia che è avvenuta poco dopo l’inizio del mandato nel 2019. Credo che la Legacoop Sicilia abbia sostenuto bene le sue cooperative in un momento di grance difficoltà per tutto il Paese dove non sapevamo cosa stesse accadendo. Ci siamo attrezzati e le nostre cooperative si sono dimostrate fondamentali. Si pensi agli autotrasportatori, il nostro personale nei supermercati, le nostre aziende agricole che hanno assicurato i prodotti. Quindi, l’inizio del mandato è stato abbastanza difficile e penso alla guerra in Ucraina che sta portando ad un blocco delle materia prime creando difficoltà persino sulle sementi e agli allevamenti. Stiamo cercando di trasformare alcuni prodotti e farli in modo diverso, oppure cambiando il modo di produzione. I risultati ci sono stati per le nostre cooperative e non abbiamo avuto default particolari, ma abbiamo dovuto difenderci anche da provvedimenti difficili, fronteggiando situazioni come il superbonus. Le relative disposizioni hanno dato un impulso all’edilizia siciliana, anche se in Sicilia avevamo i piani abitativi della Regione che assicuravano un buon sviluppo, permettendo la costruzione di case con il sostegno della Regione stessa.  Il superbonus non ha riequilibrato la perdita di questi investimenti, ma le cooperative hanno retto. Quindi, in generale, abbiamo un’economia siciliana che è cresciuta nel 2022 quasi del 5-6%, superando il momento critico della pandemia. Tuttavia, siamo preoccupati adesso perché le previsioni della Banca d’Italia sono al ribasso e non ci aiuta l’idea dell’autonomia differenziata, ma siamo pronti a fare la nostra parte”.

Ha danneggiato di più la pandemia o la guerra in Ucraina?

“Penso che ci abbia danneggiato di più la pandemia, perché ha cambiato il modo di rapportarci tra le persone, mentre la guerra in Ucraina ci da un quadro di fabbisogni e prodotti che mancano come generi di prima necessità che si sta fronteggiando. Ci dispiace che stianno morendo migliaia di persone ed è una guerra ingiusta come tutte le guerre. Però, il danno che la pandemia ha fatto all’economia italiana e mondiale, è stato immenso, perché i disagi che ha creato, non saranno più superati, generando cambiamenti che, ormai, sono radicati nell’umanità”.  

La guerra in Ucraina può costituire un’opportunità di sviluppo per l’economia siciliana?  

“È già un’opportunità e faccio un esempio. Abbiamo già il grano duro di Sicilia che prima era surclassato da quello ucraino, ora stiamo ampliando le coltivazioni e se ne produrrà di più. È un grano tra i migliori al mondo, perché non ha bisogno di diserbanti o concimi particolari per crescere, grazie al nostro sole che gli permette di essiccare senza particolari problemi”.

Pres. Legacoop nazionale Mauro Lusetti

Presidente, cosa può dirci sul congresso che si sta volgendo a Palermo?

“Questa è una tappa fondamentale per l’avvicinamento al nostro 41° congresso nazionale che si terrà il 3 e il 4 di marzo a Roma. È una tappa fondamentale, anche perché è l’ultima tappa di ventiquattro congressi regionali svolti in un mese e mezzo e tutti hanno avuto dei tratti in comune, la grande partecipazione degli operatori e delle operatrici e l’attenzione delle Istituzioni ai nostri programmi e proposte. Questo testimonia una vitalità dell’organizzazione Legacoop molto importante. Siamo in momento molto particolare e credo che la cooperazione possa rappresentare un’opportunità di sviluppo”.

Visto che il modello di sviluppo anglosassone è in crisi, il mondo  della cooperazione può essere una valida alternativa?

“Noi assistiamo alla chiara inadeguatezza di questo modello di sviluppo di fronte alle diverse emergenze climatiche e sociali. I due anni di pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi legata alle fonti energetiche e la messa in discussione della globalizzazione sono tutti elementi che hanno mostrato l’inadeguatezza di questo modello. Noi crediamo che la cooperazione, che rappresenta un esempio importante per un miliardo di persone nel mondo che vi aderisce, sia un modello diverso che mette al centro dell’attenzione la persona e che è sostenibile, vista la vita media di 40 anni di una cooperativa. Il tema di fondo non è tanto e soltanto quello di come si può produrre il profitto, ma noi produciamo e distribuiamo il profitto nei confronti dei soci e delle comunità in cui operiamo. Questa modalità ci mette nelle condizioni di rappresentare un’alternativa. Per combattere lo spopolamento nelle aree interne, per esempio, la nostra proposta delle cooperative di comunità può rappresentare un freno per questo fenomeno. Abbiamo tutta la cooperazione sociale che fornisce un elemento di sussidiarietà rispetto ad uno Stato che non riesce più a garantire l’universalità dei servizi. Le cooperative agricole permettono, poi, di valorizzare il made in Italy“.  

Intervento di Eddy Tamajo, Assessore siciliano alle Attività produttive al congresso

“Per quanto riguarda la fusione degli istituti Ircac e Crias, nei prossimi giorni saranno chiamati i dipendenti per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale del lavoro per discutere come affrontare il tema del personale. Abbiamo chiamato il notaio, perché, ai primi di maggio, vogliamo far nascere l’Istituto, completando questo progetto di fusione sul quale lavoro da tre mesi. Questo progetto deve vedere la luce, perché è impensabile che una norma del 2018 non sia ancora esecutiva e che crei tutti questi problemi alle cooperative nella gestione del credito. Sto lavorando con grande passione, perché ci credo e mi auguro che ai rimi di maggio dopo tanto lavoro quest’istituto veda la luce. Stiamo lavorando con il mondo della cooperazione affinché alcun bando o intervento sarà fatta se prima non sarà concertata con le associazioni intermedie. Non siamo tuttologi e tenutari della verità ma abbiamo al necessità di confrontarci con il nostro mondo perché possiamo ricevere un consiglio per migliorare quel decreto o quella circolare. Stiamo lavorando per l’area di Termini Imerese e siamo già quasi arrivati al bando che assegnerà quell’area. Stiamo lavorando per accelerare per le aree Zes in Sicilia che sono un’occasione di grande sviluppo per rendere, a mio avviso, più attrattiva possibile la nostra terra”.        

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