New company, in Sicilia cresce il numero - QdS

New company, in Sicilia cresce il numero

Serena Giovanna Grasso

New company, in Sicilia cresce il numero

giovedì 02 Luglio 2015

Confindustria - Cerved: nel 2014 è aumentata la presenza numerica, ma le dimensioni rimangono ancora ridotte. In Sicilia nel 2014 contate 6.319 unità, ma solo il 23% di esse ha investito un capitale sociale superiore ai 5 mila €

PALERMO – Stessa solfa ormai da sette anni a questa parte. Dall’ingresso nel 2008 in quest’ancora attuale congiuntura critica niente è migliorato. Infatti, potremmo continuare a recitare il medesimo ritornello che ormai conosciamo fin troppo bene. Nel corso di questo quotidiano appuntamento ci occuperemo delle newco (new company), ovvero quelle nuove aziende che sorgono dalla ristrutturazione o da un progetto di creazione di nuove aziende. La fonte dalla quale attingeremo è il “Rapporto Pmi – Mezzogiorno 2015”, pubblicato lo scorso 12 giugno da Confindustria e Cerved (società che valuta la solvibilità di imprese e persone). Protagoniste in maniera esclusiva del rapporto sono le otto regioni che compongono l’Italia meridionale.
In termini abbastanza sintetici possiamo evidenziare un sostanziale incremento numerico di questa tipologia di impresa, al contempo affiancato però dalle ridotte dimensioni sia del capitale investito che del personale impiegato.
Infatti, anno dopo anno si rileva un graduale incremento del numero di newco, sia a livello nazionale sia nelle otto regioni che compongono il Mezzogiorno. Precisamente, a livello nazionale tra il 2004 e il 2014 si è assistito ad un incremento del numero di unità pari circa a 12 mila: mentre nel 2004 si parlava di 70.894 newco, nel 2014 il numero è salito a 83.049 unità. Rispetto a questo totale, più di un terzo si colloca nel Mezzogiorno, esattamente 29.272. Una presenza assolutamente maggioritaria interessa la Campania (9.872, circa il 33%), a seguire troviamo importanti presenze in Sicilia (6.319, ossia il 21,6%) e Puglia (5.601, corrispondenti al 19% del totale Mezzogiorno). Sotto questo profilo, rispetto al 2004 si evidenziano ottimi risultati in tutte le otto regioni meridionali: si pensi che in Sicilia undici anni fa si contavano 4.177 newco, oltre duemila in meno del 2014 (6.319).
Sembrerebbero dei notevoli risultati positivi, se non fosse per il fatto che si tratta di aziende dalle piccolissime dimensioni. Infatti, circa il 76,2% delle newco meridionali nel 2014 ha versato meno di 5 mila euro di capitale sociale (22.306 sul totale delle 29.272), contro una percentuale pari al 26,9% nel 2006. In tal contesto, la Sicilia si allinea perfettamente alla media meridionale, con ben il 76,9% delle imprese che hanno versato un capitale sociale inferiore ai 5 mila euro. Risultati peggiori nel suddetto ambito sono stati conseguiti dalla Sardegna, regione che nel 2014 ha rilevato l’82,4% di newco che ha versato un capitale sociale inferiore ai 5 mila euro, ciò significa una superiore incidenza di imprese dalle ridotte dimensioni.
A confermare le ridotte dimensioni interviene anche una riflessione in tema di personale impiegato nelle newco. Infatti, a tre anni dalla nascita solo il 3,7% delle newco siciliane diventa Pmi (Piccole e medie imprese), ovvero quelle aziende che impiegano più di dieci dipendenti. Nell’Isola troviamo il tasso percentuale più contenuto fra tutte le regioni meridionali (il valore medio nella circoscrizione è pari al 4,5%) e naturalmente rispetto alla situazione rilevata a livello nazionale (5%).
Ulteriore aspetto negativo per le newco siciliane attiene alla produzione di ricavi. Infatti, a tre anni dalla nascita solo il 44% delle newco meridionali produce ricavi; percentuale assai inferiore rispetto a quella osservata a livello nazionale (48,3%). Anche in questo parametro, le newco siciliane detengono un indiscusso primato negativo (39,7%).
In conclusione, non possiamo far altro che rilevare come l’effetto della crisi continui a mordere qualsiasi ambito economico, dunque anche l’oggetto della nostra attuale discussione.

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