La spietata guerra sulla monnezza rischia di trascinare a fondo la città - QdS

La spietata guerra sulla monnezza rischia di trascinare a fondo la città

Gaspare Ingargiola

La spietata guerra sulla monnezza rischia di trascinare a fondo la città

giovedì 30 Luglio 2015

I disservizi hanno spinto il sindaco Orlando a richiamare all’ordine i vertici e i dipendenti della Rap. Rifiuti in strada a pochi giorni dall’inserimento della città nella World Heritage List Unesco

PALERMO – La guerra della monnezza. A pochi giorni dal riconoscimento dell’Unesco per l’itinerario arabo-normanno, si riaffaccia l’emergenza rifiuti e volano gli stracci tra Amministrazione comunale, Rap e sindacati, con il sindaco Leoluca Orlando che in una lettera indirizzata al presidente Sergio Marino ha minacciato, neanche tanto velatamente, di licenziare operai e dirigenti, mentre parti sociali e opposizione addossano le principali responsabilità a Palazzo delle Aquile e il comitato Cittadini per Palermo ha chiesto addirittura di rescindere il contratto di servizio.
Tutto questo nel cuore della bella stagione, con le alte temperature che acuiscono gli effluvi maleodoranti provenienti dai cassonetti e proprio mentre la città trabocca di turisti accorsi ad ammirare le bellezze entrate nella World heritage list. Non proprio un invidiabile biglietto da visita.

Come accennato, a dare fuoco alle polveri ci ha pensato il primo cittadino che, stanco dei disservizi, ha preso carta e penna per chiedere a Marino di “verificare le responsabilità”. Orlando ha esortato il presidente della Rap “a proseguire nell’azione di trasparenza e per la messa a regime delle attività aziendali” riconoscendo che “l’arrivo dei nuovi mezzi nelle scorse settimane rappresenta un segnale della possibilità di ripresa di efficienza”, ma allo stesso tempo sottolineando come “rimangono certamente criticità nei servizi, con riferimento all’organizzazione e alle attività di competenza delle funzioni dirigenziali”.

Un riferimento neanche troppo nascosto alla vecchia guardia transitata da Amia. E infatti per Orlando “la crisi determinata dal fallimento dell’Amia è stata superata con uno straordinario impegno dell’Amministrazione, dei lavoratori e, soprattutto, dei cittadini”, ma l’attuale situazione di disservizi “non può essere ulteriormente tollerata dall’Amministrazione comunale e dalla cittadinanza”.
Un vero e proprio aut aut, con il sindaco che ha definito “intollerabili” ulteriori richieste “di risorse per un servizio che deve essere reso al meglio con le risorse umane disponibili e senza aumenti di risorse economiche. Gli sprechi e i disservizi producono un danno che si traduce in danno anche erariale, che ho il dovere di rappresentare ad ogni organo competente”.

Nella lettera Orlando ha dedicato un passaggio anche a lavoratori e sindacati: “Il messaggio relativo all’impossibilità che siano destinati altri soldi alla Rap dal bilancio comunale” deve arrivare anche “a tutto il personale dell’azienda”, avviando allo stesso tempo “un’azione di rigorosa verifica delle attività dei titolari di funzioni dirigenziali con conseguente applicazione di ogni provvedimento, anche risolutivo, del rapporto di lavoro”.
“Nei giorni scorsi – ha aggiunto il sindaco – abbiamo annunciato la riduzione del carico fiscale per la Tari, ed è un impegno che intendiamo mantenere. Il Comune e tutti i cittadini hanno già dovuto sostenere negli ultimi anni un costo enorme dovuto al fallimento dell’Amia e per mantenere viva una struttura che garantisse servizi, pulizia e decoro. Oggi è bene che tutti coloro che hanno beneficiato di questi sforzi capiscano che è finita l’epoca degli sprechi e dell’inefficienza”.

Una posizione tranchant, quella del sindaco, che non poteva certo passare inosservata. E così è stato: “Il sindaco Orlando – hanno replicato il segretario della Fp Cgil di Palermo Filippo Romeo e la componente della segreteria Fp Cgil di Palermo, responsabile del settore, Donatella Massa – in campagna elettorale aveva dichiarato che avrebbe mandato a casa tutto il gruppo dirigente ex Amia. Oggi, con la Rap, i dirigenti sono ancora tutti al loro posto. I lavoratori e i sindacati non possono essere additati come i colpevoli dei disservizi: è il Comune che deve fare funzionare le sue società partecipate, cambiando i dirigenti e i componenti del cda, quando si ritiene opportuno, e soprattutto riducendo i costi e razionalizzando la spesa”.
“Il piano industriale della Rap – hanno concluso – prevedeva 8,5 milioni di investimenti in mezzi per il 2014 e 1,5 milioni per il 2015. A oggi nemmeno un centesimo di euro è stato investito. E sono arrivate solo 3 spazzatrici sulle 18 ordinate”.

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