La Sicilia affonda gestita da incapaci - QdS

La Sicilia affonda gestita da incapaci

Carlo Alberto Tregua

La Sicilia affonda gestita da incapaci

giovedì 22 Ottobre 2015

La meritocrazia torni all’ordine del giorno

Mantenere in vita con la canna dell’ossigeno questa classe dirigente politica e burocratica è un delitto sociale, perché essa si autodifende continuando ad usufruire di inauditi privilegi, con un’insensibilità totale nei confronti del milione e mezzo di poveri che risiede nell’Isola.
La scelta del segretario regionale del Pd, Fausto Raciti – che rappresenta la minoranza (però maggioranza in Sicilia) – di stare al fianco di Crocetta, si capisce per la sua folle paura di perdere la Regione alle prossime elezioni.
Infatti i siciliani hanno ben compreso a chiare lettere che la responsabilità, ultima in ordine di tempo, del degrado sociale, economico ed occupazionale del popolo siciliano, dopo gli sciagurati governi di Cuffaro e Lombardo, ha nomi e cognomi: Crocetta e Raciti. Costoro non hanno ancora capito che se ne devono andare per consentire al popolo siciliano di scegliersi una nuova classe dirigente.
E con essi se ne deve andare parte di quella burocrazia che ha avuto un comportamento criminogeno.

Ovviamente la responsabilità sale all’ultimo livello della segreteria del Pd che non ha voluto, mentre poteva, far sciogliere l’Assemblea regionale ed inviare Crocetta al suo personale domicilio. Renzi ha paura dei potentati locali del vecchio Pci, quei potentati che continuano a gestire settori economici e a mantenere privilegi di ogni tipo. Quei potentati che proteggono i 1.800 dirigenti regionali, i dipendenti contro la mobilità e l’efficienza e, in genere, i privilegi della Sanità e di altri settori a perdere.
Del tutto ridicola è la difesa di Crocetta e di parte del’Assemblea contro il fermo richiamo della Corte dei Conti che ha dato l’altolà alla Regione, richiamando la Legge n. 183 del 2011 che prevede la gratuità delle funzioni dei consigli di amministrazione e dei collegi dei revisori nelle partecipate pubbliche. è ridicolo che Crocetta difenda i trombati e i favoriti inseriti per ragioni clientelari in tali organi, non solo non cacciandoli ma volendo fare approvare un’apposita legge perché ripristini gli emolumenti.
L’impudenza non ha limiti da parte di questo ceto politico e burocratico, che non arrossisce mai e non si vergogna di fronte al 55 per cento di giovani disoccupati e complessivamente a 388.000 disoccupati, le cui famiglie sono disperate.
 

Il disastro della Sicilia è non avere inserito in tutti i meccanismi selettivi le regole secondo le quali ai vertici devono andare persone preparate professionalmente e capaci, mentre gli incapaci devono essere emarginati.
Insomma, la meritocrazia deve ritornare all’ordine del giorno dopo decenni in cui è stata totalmente ignorata come se non esistesse.
Come si fa a capire che un dirigente è bravo? Non già in base ai suoi titoli, che hanno una valenza limitata. Si debbono valutare in base ai risultati concreti che hanno raggiunto nelle loro attività precedenti. Avere superato un concorso pubblico è già un titolo di merito, ma ripetiamo, non è sufficiente a far capire che quella persona sia in condizione di raggiungere un risultato.
È mancata in Sicilia una scuola della burocrazia che consentisse ai giovani di affiancare quelli esperti e di imparare un mestiere che sicuramente è difficile .

Gli anziani avrebbero insegnato loro il senso del dovere oltre che quelle regole organizzative, amministrative e legislative che devono sempre essere osservate per poter raggiungere risultati non formali ma sostanziali.
Ed è mancata anche la scuola di politica alla quale per decenni hanno partecipato persone poi venute alla ribalta in modo meritevole. La situazione è grave ma è recuperabile a condizione che si ribalti questo modo di agire, dando supporto e prevalenza a progetti, programmi e cronoprogrammi redatti da persone capaci che hanno a cuore gli interessi generali anziché quelli privati.
È una questione di leadership. Se i leader sono bravi non hanno paura di circondarsi di persone brave. Se i leader sono incapaci, si circonderanno di persone di livello ancora inferiore.
Non è una questione di risorse finanziarie, ma di risorse umane. Sono i cervelli che guidano gli uomini e che realizzano progetti.Cervelli dotati di saperi e di capacità realizzative, affrontando e superando i problemi che via via si presentano. 

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