Fatturato e occupati, in Sicilia la vera ripresa è ancora lontana - QdS

Fatturato e occupati, in Sicilia la vera ripresa è ancora lontana

Michele Giuliano

Fatturato e occupati, in Sicilia la vera ripresa è ancora lontana

martedì 02 Febbraio 2016

I dati Istat del mese di novembre evidenziano un andamento positivo decisamente fragile. La timida crescita relativa alla disoccupazione giovanile è rimasta ferma al 57%

PALERMO – La lieve ripresa dell’occupazione in Sicilia non deve ingannare. Restano ancora troppi i dati negativi e non possono essere minimamente scalfiti da qualche barlume di segno positivo. I recenti dati nazionali provvisori relativi al mese di novembre su occupati e disoccupati forniti dall’Istat confermano i precedenti di maggior dettaglio forniti sempre dall”Istituto di statistica della Sicilia relativi al terzo trimestre 2015, diffusi a dicembre scorso.
 
Disaggregando il dato siciliano da quello nazionale, si evidenziava una ripresa positiva ma molto fragile, sostenuta dal dato complessivo dell’intero Mezzogiorno (+ 2,3%) superiore al dato nazionale (+ 1,1%). In Sicilia non si è registrato alcun aumento nel manifatturiero, solo 4 mila lavoratori nell”edilizia, mentre il grosso dell”incremento si è registrato nell”agricoltura (+21 mila) e nei servizi (+35 mila), di cui circa 33 mila nel settore del commercio e del turismo.
 
In questo contesto di timida crescita il dato siciliano di disoccupazione giovanile nel terzo trimestre 2015 rispetto al 2014 è rimasto fermo a circa il 57 per cento. Se a questi dati aggiungiamo un altro elemento che è la preoccupante caduta dell’export, pari al 9,1%, si può constatare facilmente che si è ancora molto lontani da una vera ripresa per l’Isola. Più complessivamente vi è stato a livello nazionale un timido calo della disoccupazione nel Paese, attestata all’11,3% e di quella giovanile al 38,1%, con una crescita degli occupati di 36 mila unità a novembre.
 
”Non serve esultare ma occorre attendere i dati regionali di dettaglio relativi al quarto quadrimestre per una valutazione più attenta – afferma il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa -. Per una vera ripresa dell’occupazione bisognerà fare ben altro: questi timidi segnali di ripresa non sono sostenuti da un Piano del Lavoro che consenta di imboccare la strada di un vero rilancio della Sicilia e del Mezzogiorno”. Il Piano per il Sud annunziato dal governo nazionale, secondo Federconsumatori, resta un titolo senza contenuti e con poche risorse aggiuntive. “Ecco perché continuiamo a chiedere, sia al governo nazionale che a quello regionale, – aggiunge La Rosa – un Piano di investimenti, a partire dalle risorse previste nei Programmi Operativi nazionali e regionali dei Fondi Strutturali Europei, incentrati ad obiettivi mirati e scelte prioritarie”.
 
Federconsumatori chiede investimenti per: l’innovazione, la ricerca e l’Agenda digitale; la realizzazione di infrastrutture;  la realizzazione di un programma per la tutela e le bonifiche ambientali, la prevenzione dei rischi, il contrasto al cambiamento climatico; un piano sull’energia e un sistema di trasporti sostenibili; la realizzazione di un programma di sviluppo per il settore del turismo; la realizzazione una gestione integrata ed efficiente del servizio idrico e dei rifiuti; la realizzazione di un programma di contrasto alla povertà e per l’inclusione sociale; la messa in sicurezza del patrimonio culturale e scolastico.
 

 
Diminuiscono gli under 35 e crescono gli over 60
 
Negli ultimi dieci anni i lavoratori con meno di 35 anni nelle aziende e negli uffici italiani sono diminuiti di 2,3 milioni di unità mentre gli over 50 al lavoro sono cresciuti di 2,4 milioni di unità. “I dati sull’occupazione – ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – sono segnali di speranza e di fiducia per il 2016 e confermano che le riforme danno buoni frutti. La fiducia di cittadini ed imprese inizia a trasformarsi in risultati concreti”. Ma se nel Governo si brinda ai risultati sul lavoro, dall’opposizione si sottolinea come si tratti di poca cosa a fronte dell’incentivo dato sui contratti a tempo indeterminato (taglio dei contributi previdenziali per tre anni con un tetto a 8.060 euro annui). E sono prudenti anche i commenti dei sindacati con la Cisl che ricorda come la disoccupazione, pur diminuita, sia ancora a livelli molto alti e la Uil che parla di marcia da “tartaruga”. “Ogni posto fisso in più secondo una elaborazione della Uil sulla media dei primi 11 mesi del 2015 che stima gli occupati permanenti in più in 70.000 – sottolinea Guglielmo Loy – a fronte di uno stanziamento di due miliardi per il 2015 costa ai contribuenti 25 mila euro”.

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