Assunzioni, il saldo è positivo ma la crescita resta striminzita - QdS

Assunzioni, il saldo è positivo ma la crescita resta striminzita

Paola Giordano

Assunzioni, il saldo è positivo ma la crescita resta striminzita

giovedì 24 Agosto 2017

I dati Inps presentano una fotografia in chiaroscuro della situazione nell’Isola, con precariato dominante. In cinque mesi +34.195, ma l’aumento siciliano è del 3,5% sul 16% nazionale

CATANIA – Buone notizie sembrano pervenire dal tradizionale report su rapporti di lavoro realizzato dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps. In Sicilia, nei primi cinque mesi dell’anno, si è registrato, infatti, un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni: +34.195. Le nuove assunzioni da parte di datori di lavoro privati sono state ben 141.651, mentre le cessazioni sono state ‘solo’ 107.456. Non male, si dirà. A ben guardare, però, la situazione è tutt’altro che rosea.
Da gennaio a maggio del 2017, nel complesso, le assunzioni sono cresciute solo del 3,5 per cento, a fronte di una percentuale nazionale nettamente più alta: 16 per cento. Nel dettaglio, ad essere aumentati sono gli ingaggi a termine e quelli stagionali: i primi hanno registrato, infatti, un significativo aumento di 7.585 unità, passando dalle 76.601 dello scorso anno alle 84.186 del 2017; i secondi hanno riportato un più modesto +1.239, fermandosi, nei primi cinque mesi di quest’anno, a 11.626. Un aumento che – secondo quanto sottolineato nella nota introduttiva del rapporto – “può essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti sostitutivi dei voucher”, aboliti dal Decreto legge 25/2017 entrato in vigore lo scorso 17 marzo e convertito in legge il 19 aprile.
Per contro, le assunzioni a tempo indeterminato continuano a diminuire: nel periodo analizzato dall’Istituto previdenziale, ne sono state rilevate 41.017, vale a dire 3.520 in meno rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno e, addirittura, 19.533 in meno del 2015. Sul fronte delle assunzioni in apprendistato il calo registrato è più ridotto: se nel 2016 furono siglati 5.356 contratti di quest tipologia, quest’anno il numero è sceso a 4.822.
Scenario più confortante è, invece, quello relativo alle variazioni contrattuali dei rapporti di lavoro: le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono aumentate del 32,4 per cento, passando dalle 4.670 del periodo gennaio-maggio 2016 alle 6.183 dei primi cinque mesi di quest’anno. Non va altrettanto bene per gli apprendisti “fortunati”: solo a 1.079 di loro il contratto iniziale è stato trasformato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, vale a dire circa il 13 per cento in meno in confronto al 2016.
Nero è, infine, il fronte delle cessazioni: se i primi cinque mesi del 2016 avevano registrato un segnale positivo rispetto al 2015, registrando una riduzione delle cessazioni nelle quattro tipologie contrattuali (tempo indeterminato, tempo determinato, apprendistati, rapporti stagionali), nei numeri registrati tra gennaio e maggio del 2017 è evidente un cambio di rotta: complessivamente, le cessazioni nell’Isola sono aumentate del 2,1 per cento. Unica eccezione è costituita dalle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato, scese dalle 46.005 del 2016 al 44.299 di quest’anno. Le restanti tipologie di contratto hanno riportato tutte uno sconfortante segno meno: la fine di un rapporto a termine è arrivata per 3.098 lavoratori in più rispetto ai 54.002 del 2016 e per 481 apprendisti in più a confronto dei 2.074 dell’anno scorso. Sono stati 3.502 infine i lavoratori stagionali che hanno concluso il loro rapporto di lavoro nel 2017, ovvero 337 in meno dell’anno precedente.  Ad aver riportato dati positivi, dunque, sono state solo le tipologie di contratto che non offrono certezze lavorative a lungo termine: il precariato continua a “dominare” l’Isola insomma. L’età dell’oro, per il lavoro in Sicilia, è tutt’altro che vicina.

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