Mare, opportunità e passione, il percorso di valorizzazione Eni - QdS

Mare, opportunità e passione, il percorso di valorizzazione Eni

redazione

Mare, opportunità e passione, il percorso di valorizzazione Eni

sabato 20 Gennaio 2018

Intenso l’impegno di Eni sul territorio in materia di sensibilizzazione e protezione dell’ambiente. L’obiettivo è preservare fauna e flora alle generazioni future nel miglior modo possibile

GELA (CL) – Il mare rappresenta una grande opportunità. Lo sa bene l’Eni, che periodicamente organizza eventi di promozione e sensibilizzazione. Uno degli appuntamenti più recenti si è svolto lo scorso 8 giugno a Gela (Cl), in occasione della giornata mondiale degli oceani.
 
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di raccontare agli studenti le opportunità che il mare può offrire in termini lavorativi attraverso testimonianze dirette di chi al mare ha dedicato la vita: archeologi subacquei, biologi marini, addetti al turismo di zone marine, Capitaneria di Porto, uomini di piattaforme petrolifere. Per ognuno di loro il mare non è solo una grande distesa d’acqua, ma un’opportunità e soprattutto una grande passione.
 
L’oceano rappresenta gran parte del nostro futuro. L’obiettivo delle attività svolte da Eni è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto dell’ambiente e del mare quale risorsa per le generazioni future.
 
Eni è in prima linea al sostegno dell’obiettivo: nel 2016 ha partecipato alla giornata della tartaruga marina, presso la sede della fondazione Cetacea a Riccione, permettendo agli alunni delle scuole primarie ravennati di assistere al rilascio in mare dalla spiaggia di una tartaruga marina riabilitata. L’iniziativa nata da un’idea Eniscuola, in sinergia con il distretto Centro-Settentrionale Upstream di Eni “Vita in piattaforma”, ha avuto lo scopo di favorire la conoscenza della ricchissima flora e fauna del nostro Mar Adriatico.
 
La passione di Eni per il mare assume anche il volto di vera e propria vocazione verso la tutela della biodiversità marina. Questo è quanto succede nell’area mineraria delle piattaforma offshore dell’Adriatico: infatti, Eni in collaborazione con il Centro nazionale per le ricerche (Cnr), l’Istituto di scienze marine (Ismar) e la fondazione Cetacea, ha accolto la sfida di trasformare l’area in un parco scientifico, il cosiddetto progetto Poseidon.
 
Poseidon sarà il primo progetto di parco marino in Europa a riutilizzare, a scopo scientifico e pubblico, le strutture offshore dismesse; il primo per l’alto contenuto tecnologico, la dislocazione e la grande capillarità di ricezione e trasmissione dei dati ambientali marini. Poseidon si articola in tre sottoprogetti tra di loro correlati: Efos, Ebi e Ctc dedicati rispettivamente alle piattaforme che verranno attrezzate per diventare stazioni di trasmissione di segnali, al monitoraggio della flora marina in transito attraverso sistemi sonar, infine alla raccolta e allo studio dei segnali inviati dagli animali portatori di ricetrasmittenti.
 
Il nuovo parco marino potrebbe diventare la meta prediletta di appassionati subacquei, sensibili ai temi della protezione di flora e fauna marina e affascinati dalla possibilità di vivere un nuovo rapporto con il mare in un contesto inesplorato. Le attività di ricerca del parco serviranno a prevenire l’estinzione di alcune specie protette, ma la speranza riposta in Poseidon è soprattutto quella di mantenere viva la “casa” che questi animali si sono scelti.
 
Davanti alle coste di Marina di Ravenna esiste una vera e propria “riserva naturale” delle cozze: qui, sui piloni sommersi delle piattaforme estrattive di Eni, i molluschi hanno individuato l’habitat ideale per riprodursi spontaneamente, grazie al divieto di pesca e di avvicinamento delle imbarcazioni che ne tutela l’integrità ambientale. Da molti anni esiste un accordo tra Eni e i pescatori della zona per liberare dalle cozze le parti sottomarine delle piattaforme.
 
Si tratta di un tipo di mollusco dalla qualità particolarmente elevata. Secondo l’Eni, “se il prodotto è buono, vuol dire che sotto le piattaforme l’ambiente è pulito, non c’è inquinamento. I fondali delle piattaforme sono diventati delle oasi. Anche per questo motivo è stata avviata una collaborazione con la Fondazione Cetacea per segnalare la presenza di animali a rischio come tartarughe, stenelle, piccoli squali”. Dunque, si tratta di un ambiente tutelato e divenuto luogo idoneo al ripopolamento di alcune specie marine, anche grazie ai rigidi controlli ambientali, eseguiti da Eni e dalle autorità di verifica presso le piattaforme. In particolare, a salvaguardia di quest’area marina vengono effettuati monitoraggi periodici da parte delle Capitanerie di Porto, delle Arpa competenti, di Ispra e Cnr-Ismar. Un lavoro minuzioso di verifica e protezione, fondato sul dialogo e la collaborazione, che mette d’accordo mondo produttivo e fronte ambientalista.
 
Si mantiene dunque particolarmente elevata l’attenzione d’Eni verso il mare e la sua tutela, intendendo come un bene prezioso da tutelare e preservare.

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