Non solo parificazione ma controllo continuo - QdS

Non solo parificazione ma controllo continuo

Silvia Scardino

Non solo parificazione ma controllo continuo

mercoledì 29 Aprile 2009

Alla Corte dei Conti il Consuntivo 2008 della Regione entro maggio. Per un breve periodo è presidente L. Mario Ribaudo

PALERMO – È alla guida della Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana soltanto dall’inizio di aprile, ma il nuovo presidente Luigi Mario Ribaudo (anche se il 9 maggio dovrà lasciare l’incarico e andare in pensione per raggiunti limiti d’età), sta lavorando alacremente e per il giorno 29 di questo mese ha convocato in adunanza i rappresentanti di 20 comuni dell’isola che dovranno fornire ai magistrati contabili chiarimenti in merito a spese e bilanci.

Presidente, in questi giorni di permanenza a Palermo, di che cosa si sta occupando particolarmente?
“La sezione di controllo sta marciando a pieno regime. Una delle attività, che trova il suo fondamento in leggi recenti, riguarda le competenze della Corte in materia di controllo sui Comuni. La legge finanziaria del 2006 infatti, ci ha intestato una competenza di esame sui bilanci, sia preventivi che consuntivi, pure per verificare il rispetto del Patto di Stabilità, in relazione anche alla presenza dell’Italia nell’Unione Europea. In questi giorni poi abbiamo affrontato un caso di controllo preventivo su un decreto dell’assessorato Bilancio sull’estensione di un contratto, in materia di informatica, la cui pertinente delibera sarà pubblicata a breve”.

E per quanto riguarda la Regione Siciliana, atteso che la presentazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2008, alla Corte dei Conti, dovrà effettuarsi entro il 29 maggio prossimo?
“Si può affermare che la Sezione si occupi tutto l’anno, senza soluzione di continuità, della Regione. Cioè dal momento in cui si chiude la funzione di competenza riguardante l’anno in corso, inizia poi quella successiva, perché l’attività è strutturata anche in relazione al programma di verifica che trova poi conclusione nel giudizio di parificazione dell’anno successivo”.

Tornando alle irregolarità finanziarie riscontrate nella maggior parte dei Comuni, compresi Palermo e Catania che hanno un cospicuo indebitamento, che cosa può dire?
“La legge ha dato alla Corte la funzione di valutare e approfondire i motivi delle varie anomalie, suggerendo i correttivi. Invece, quando vengono individuate difformità gravi, che possono portare anche a misure di scioglimento, si segnala il caso agli organi competenti che provvedono di conseguenza”.

Nel comparto dei ricorsi pensionistici, in Sicilia risultano esserci numerose pratiche arretrate, da cosa dipende questo problema?
“Quando venne istituita la Sezione Giurisdizionale, nel 1950, non ebbe attribuita la competenza in materia di giudizi di pensioni civili, militari e di guerra, ma soltanto per le pensioni dei dipendenti regionali. Questo ha comportato, per almeno 40 anni, che i ricorsi venissero trattati dalle Sezioni romane. Il decentramento in Sicilia è stato ottenuto nel 1988, ma ancora oggi ci si deve scontrare con l’arretrato accumulato in passato e dunque per alcuni cittadini si può purtroppo parlare di giustizia negata”.

C’è qualche innovazione che desidera apportare in questo breve lasso di tempo in cui si sta fermando a Palermo?
“Per le innovazioni non credo ci sarà tempo, però devo dire che, anche grazie all’input dato dal mio predecessore Maurizio Meloni, il lavoro della Sezione prosegue febbrilmente”.

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