Governo: dubbi e attese per costi e curricula - QdS

Governo: dubbi e attese per costi e curricula

redazione

Governo: dubbi e attese per costi e curricula

mercoledì 23 Maggio 2018

Mattarella prende tempo: da sciogliere i nodi del paladino anti-euro all'Economia, ma soprattutto dei costi del "contratto", cinque volte superiori a quanto affermano i pentaleghisti. E intanto scoppia la polemica sul curriculum del premier

E’ stato Mattarella, stavolta, a chiedere tempo, dopo un’ennesima giornata all’insegna di un’incertezza mascherata dai sorrisi di Luigi Di Maio e degli avvertimenti all’Europa e al mondo di Matteo Salvini.
 
Il giurista Giuseppe Conte, "l’amico del popolo", sarà premier. Ma il presidente della Repubblica prima di incontrarlo preferisce vedere Fico e la Casellati. E far decantare tutto.
 
Tanti sono i nodi da sciogliere, ancora, dopo quasi ottanta giorni di crisi. E la premiata ditta Salvini&Di Maio non è che abbia fatto il massimo per rassicurare Italia, Europa e Mondo. Per esempio continuando a insistere su Paolo Savona, che si dichiara contro la moneta unica europea, come possibile ministro dell’Economia Paolo Savona.
 
Ma il nodo più grosso da sciogliere riguarda i costi del "contratto" pentaleghista, che, nonostante le rassicurazioni, potrebbero rivelarsi una bomba a orologeria sul futuro dell’Italia.
 
Infatti, l’Agenzia giornalistica Italia ha recentemente bollato come del tutto falsa una dichiarazione rilasciata il 17 maggio a "Carta Bianca", su Rai3, dalla capogruppo alla Camera del M5s, la catanese Giulia Grillo.
 
Parlando del "contratto" di governo la Grillo ha affermato che "I cento miliardi quantificati (…) non sono certamente annui, vanno spalmati nei 5 anni. La media dell’ammontare delle finanziarie annue sta sempre tra i 20 e i 30 miliardi quindi noi ci manteniamo assolutamente nella media".
 
Falso, dunque, secondo l’Agi. Perché secondo stime – per di più definite "ottimistiche" – dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, il costo delle azioni previste dal "contratto", tra minori entrate e maggiori uscite, intanto oscillerebbe tra i 108 e i 126 miliardi tra maggiori spese per lo Stato e minori entrate. E poi sarebbe un costo annuale.
 
Stiamo parlando dunque di una cifra da quattro a sei volte più alta di quella indicata da Giulia Grillo.
 
Vengono considerate molto ottimistiche in particolare le stime dell’Osservatorio sul cavallo di battaglia (o di Troia?) grillino: il reddito di cittadinanza: "soltanto" 15 miliardi di euro all’anno, ossia quasi il costo di una finanziaria.
 
Ma per l’Inps di Tito Boeri la misura costerebbe invece, sempre annualmente, tra i 35 e i 38 miliardi di euro.
 
Anche il superamento della legge Fornero potrebbe avere un costo superiore rispetto agli 8,1 miliardi previsti dall’Osservatorio.
 
E la flat tax al 15%, tanto cara a Salvini, assorbirebbe da sola, secondo una stima del Sole 24 Ore, ben 102 miliardi di euro l’anno.
 
Insomma, secondo stime più pessimistiche, e con buona pace di Giulia Grillo, il costo totale del contratto di governo sfiorerebbe i duecento miliardi di euro all’anno: decuplicato!
 
Un agire che potrebbe avere effetti molto negativi, "rischiando – scrive l’Agi -di sprofondare il Paese nella recessione e nella crisi economica".
 
Per concludere: Lega e Grillini potrebbero sì mantenere quanto hanno promesso in campagna elettorale, ma distruggendo economicamente il Paese.
 
Il problema è che entrambe le formazioni agiscono in realtà come agenzie di Comunicazione, non come partiti. E quindi non fanno politica ma agiscono da influencer: forte presenza sui social media, messaggi semplici per rappresentare situazioni estremamente complesse, generalizzazioni che finiscono per dare una visione abbellita della realtà.
 
Come quelle contenute sul curriculum dei premier prossimo venturo, Giuseppe Conte: dopo il susseguirsi di perplessità su importanti testate internazionali, a cominciare dal New York Times, i pentastellati sono stati costretti (e torniamo al ruolo di agenzia di Comunicazione) a emettere un comunicato stampa: "Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato!".
 
Come dire: suvvia, ha soltanto abbellito un po’.
 
Ma il M5s può permettersi certi discorsi dopo esser stato, in passato, durissimo con i curricula dei politici, tra lauree inesistenti, titoli vaghi, corsi irregolari?
 
E cosa dirà la base pentastellata, una volta che Giuseppe Conte si sarà insediato come premier, a proposito del fatto che non è stato "eletto dal popolo"?
 
L’agenzia di comunicazione sta già lavorando a pieno regime per far dimenticare le precedenti guerre sante grilline contro i presidenti del Consiglio non legittimati dal consenso popolare.
 
 

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