Formazione e corsi obbligo d'istruzione: i rendiconti restano in sospeso - QdS

Formazione e corsi obbligo d’istruzione: i rendiconti restano in sospeso

Michele Giuliano

Formazione e corsi obbligo d’istruzione: i rendiconti restano in sospeso

venerdì 02 Novembre 2018

Ancora si devono chiudere i consuntivi delle attività del 2013, gli enti ottengono l’ennesima proroga. La Regione autorizza l’invio di tutte le spese sostenute entro il prossimo aprile 2019

PALERMO – Troppi i progetti da chiudere, e l’amministrazione regionale concede una ulteriore proroga. Altri sei mesi, fino ad aprile 2019 per chiudere tutte le attività che sono state svolte tra il 2013 e il 2018.
 
La rendicontazione del progetto, fase in cui gli enti devono presentare tutta la documentazione atta a permettere il controllo analitico delle spese sostenute per il corretto svolgimento delle attività e a verificare che queste siano state svolte in maniera efficace e funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissi, è la fase culmine delle attività, in cui si tirano le fila e si mette un punto. Eppure, si continua, sia da parte degli enti che da parte dell’amministrazione, a tergiversare, in un balletto di circolari che tuonano all’urgenza di chiudere subito i progetti che si alternano a proroghe o richieste di documenti a integrazione che allungano i tempi in maniera indefinita.
 
Un gioco che va avanti dal 2012, quando gli allora dirigenti Ludovico Albert e Anna Rosa Corsello definirono “urgente e improrogabile” la chiusura dei progetti. Il Servizio Rendicontazione avrebbe dovuto, dopo un primo controllo di congruità, distribuire il lavoro agli uffici provinciali del lavoro competenti per territorio le effettive attività di rendicontazione. Evidentemente questo lavoro non è stato portato a termine, se nel 2014 una nuova circolare intima l’urgenza di chiudere le attività che andavano dal 2003 al 2010, con una nuova scadenza per la presentazione della richiesta di rendicontazione.
 
C’è da dire che il sistema di rendicontazione dei progetti della formazione professionale è cambiato diverse volte, alla ricerca di una modalità che fosse efficace nel controllo delle attività e che permettesse una chiusura celere della parte contabile a conclusione delle stesse. Per alcuni anni, poi, fu introdotto l’obbligo di presentare periodicamente copia di tutta la documentazione, ma le non poche difficoltà di gestione e di controllo di tutto questo ingombrante materiale portarono presto a cambiare ancora. Dall’altro lato, in assessorato si lavora per mandare avanti il sistema duale.
 
Il sistema di istruzione e formazione professionale, così strutturato, si articola in percorsi di durata triennale e quadriennale, finalizzati al conseguimento, rispettivamente, di qualifiche (Eqf3) e diplomi (Eqf4) professionali. Si tratta, infatti, di progetti importanti e innovativi, di alto valore in quanto le qualifiche e i diplomi professionali che saranno rilasciati a chi frequenterà i corsi, sebbene di competenza regionale, sono riconosciuti e spendibili a livello nazionale e comunitario, in quanto compresi in un apposito ‘Repertorio nazionale’, condiviso tra Stato e Regioni con accordo del 27 luglio 2011 (aggiornato con accordo del 19 gennaio 2012).
 
Le qualifiche e i diplomi di Iefp sono anche correlati alle “aree economiche e professionali” utilizzate, a loro volta, anche per collegare i titoli di istruzione tecnica e professionale quinquennali. Questi due sistemi di formazione sono stati pensati per contrastare l’abbandono scolastico da parte di quei ragazzi e ragazze che non vogliono continuare il loro percorso di studi con un diploma “tradizionale”. In tal modo, si vuole favorire la transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro, attraverso tre principali modalità: l’accesso a imprese formative durante il percorso curriculare, un’alternanza scuola-lavoro ‘rafforzata’, dove, cioè, la metà del percorso formativo sia in azienda, e il nuovo apprendistato, che impone almeno 500 ore di formazione in aula e 500 in azienda.

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