Estrazione e raffinazione di idrocarburi, a Regione e Comuni 400 mln in 16 anni - QdS

Estrazione e raffinazione di idrocarburi, a Regione e Comuni 400 mln in 16 anni

Rosario Battiato

Estrazione e raffinazione di idrocarburi, a Regione e Comuni 400 mln in 16 anni

giovedì 21 Febbraio 2019

Dipartimento regionale dell’Energia: royalties più alte nel 2014 (78 mln), nel 2017 incassati 26 mln. In Sicilia sei concessioni minerarie per il greggio e 98 pozzi in produzione

PALERMO – Ammonta a poco più di 400 milioni di euro il totale del valore delle royalties versate alla Regione e ai Comuni che ospitano pozzi produttivi e/o centrali di raccolta e trattamento degli idrocarburi tra il 2001 e il 2017. Nel corso degli anni la quota ha visto diverse variazioni, a partire dalla norma di riferimento che è la legge regionale n.14 del 2000, ed è tutto documentato nel breve report di fine anno realizzato dal dipartimento regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità.
 
In Italia i giacimenti di idrocarburi sono “patrimonio indisponibile dello Stato”, si legge nel rapporto Energia della Regione, e le “imprese private che, in dipendenza dell’attribuzione di una concessione, effettuano la produzione di idrocarburi, corrispondono delle aliquote di tali produzioni (royalties) allo Stato, alle Regioni ed ai Comuni interessati”. I titoli minerari vigenti in Sicilia, stando all’aggiornamento effettuato fino al dicembre dello scorso anno, sono determinati da 6 concessioni minerarie per idrocarburi liquidi, quindi per il greggio, che valgono 98 pozzi in produzione, e da 8 concessioni per idrocarburi gassosi (metano) che vedono 62 pozzi in produzione.
 
Le royalties sono incamerate direttamente dalla Regione e coinvolgono anche i Comuni in cui ricadono i pozzi. Dal 2001, quando le royalties incassate erano pari a poco più di 7,5 milioni di euro tra Regione e Comuni – rispettivamente 2,5 e 5 –, al 2017, anno che ha registrato circa 26 milioni (9 alla Regione e 17,8 ai Comuni), c’è stato un bel salto, considerando anche i picchi, ormai lontani, che si sono visti tra il 2013 e il 2015, quando il registratore di cassa del pubblico aveva fatto segnare rispettivamente 54 milioni di euro (18 e 36), 78 milioni (26 e 52) e 45 milioni (15,3 e 30,6).
 
Variazioni che seguono certamente l’andamento della produzione, ma anche la percentuale dell’aliquota sancita dalla norma regionale. Nel 2001 e fino 2009, l’aliquota di prodotto che il titolare di ciascuna concessione era tenuto a corrispondere annualmente era pari al 7%, poi tutto è cambiato, diverse volte, anche per effetto delle battaglie politiche avanzate dal governo di turno. Dal 2010, per effetto della legge regionale 11/2010, l’aliquota era stata elevata al 10%, con applicazione della franchigia (20 mila tonnellate per l’olio e 20 metri cubi standard). Nuovo cambio nel 2013, con l’introduzione, fissata dalla lr 9/2013, dell’aliquota al 20% senza franchigia mentre dal 17 maggio del 2015, sempre ai sensi della stessa legge regionale, l’aliquota è elevata al 20,06% senza franchigia.
 
Per quanto riguarda le produzione 2016 a mare, l’Urig della Regione, all’interno del rapporto Energia, ha evidenziato che le royalties versate sono state pari a 297 mila euro, ripartite tra Eni Mediterranea (78 mila euro), Edison (149 mila euro) ed Eni SpA (poco meno di 70 mila euro). Ovviamente, si tratta soltanto della parte dovuta alla Regione.

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