Termini Imerese: arrestati i vertici di Blutec - QdS

Termini Imerese: arrestati i vertici di Blutec

Pietro Crisafulli

Termini Imerese: arrestati i vertici di Blutec

martedì 12 Marzo 2019

OPERAI FORZANO I CANCELLI, ASSEMBLEA  IN FABBRICA. Lo sgomento dei lavoratori. Ai domiciliari per malversazione ai danni dello Stato Ginatta e di Cursi (per ora in Brasile), presidente del cda e ad. I provvedimenti eseguiti dalla Guardia di Finanza su ordine del Gip termitano. Il procuratore Cartosio, "Speriamo che il polo industriale risorga"

Un gruppo di operai ha forzato i cancelli della fabbrica Blutec a Termini Imerese, entrando all’interno dello stabilimento per riunirsi in assemblea con i segretari di Fim Fiom e Uilm.
 
E’ avvenuto intorno alle 19 al termine di una giornata terribile dal punto di vista emotivo per le tute blu impegnate da mesi in una pesante vertenza.
 
Tutto era cominciato stamattina, quando Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi, rispettivamente presidente del Consiglio di Amministrazione e amministratore delegato di Blutec spa, la società che ha rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, erano stati colpiti da un provvedimento d’arrestato per il reato di malversazione a danno dello Stato. Ginatta è stato posto ai domiciliari, di Cursi, che si trova in Brasile, ha annunciato attraverso il suo legale che si costituirà.
 
In particolare i due sono accusati di avere distratto sedici milioni di euro, parte dei ventuno milioni di euro ricevuti da Invitalia per il rilancio dello stabilimento ex Fiat.

"Speriamo che ora
il polo industriale
risorga"
 
"La speranza è che il polo industriale di Termini Imerese risorga e che queste indagini servano ad aprire di più gli occhi, fare controlli più appropriati e avere uno scatto di fantasia su come si possono realizzare i livelli occupazionali che questo territorio merita".
 
Lo ha detto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio nella conferenza stampa sull’inchiesta .
 
 "Solo cinque milioni di euro – ha sottolineato il Procuratore -, dei 21 erogati a Blutec, sono stati destinati allo scopo del programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese. Gli altri 16 milioni di euro sono scomparsi. Con quei cinque milioni sono stati acquistati macchinari ma non è stata rilanciata l’attività industriale".
 
Il colonnello Cosmo Virgilio comandante del nucleo di polizia Economico-finanziaria delle Fiamme gialle di Palermo, ha detto che ci sono stati "movimenti finanziari dopo l’accredito delle somme da parte di Invitalia per lo stabilimento di Termini: parte dei fondi ricevuti sono stati oggetto di speculazione finanziaria, hanno prodotto rendimenti poi girati nei conti di altre società del gruppo".
 
La Blutec ha stabilimenti in diverse parti d’Italia ed il provvedimento della Procura di Termini Imerese riguarda l’intero gruppo e le quote societarie. La società, costituita nel 2014, ha sede a Pescara e un altro stabilimento si trova nel torinese.
 
 
L’indagine
sui finanziamenti
statali
 
L’arresto è avvenuto dopo un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese (Palermo) ed è stato eseguito dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo. Il nucleo, in collaborazione con personale di altri Reparti del Corpo, ha eseguito inoltre un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale Termitano di applicazione delle misure cautelari personali (arresti domiciliari) nei confronti di
 
L’inchiesta riguarda i finanziamenti statali, attraverso Invitalia, per la riapertura dello stabilimento, dove Blutec avrebbe dovuto produrre auto elettriche.
 
Nei confronti dei due, inoltre, "è in fase di esecuzione anche una misura interdittiva concernente il divieto per la durata di dodici mesi di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese".
 
Contestualmente, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali della Blutec spa, nonché delle disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari riconducibili agli indagati.
 
Azienda
sempre
operativa
 

"L’azienda è e continua ad essere operativa" ha precisato una nota di Blutec, in amministrazione giudiziaria per effetto di un provvedimento di sequestro del Tribunale di Termini Imerese.
 
"Sono attualmente in corso le attività di immissione in possesso della società e nelle prossime ore sarà cura dell’amministratore nominato prendere contatti con clienti, partner commerciali, fornitori, per garantire continuità del ciclo produttivo e tutela dei posti di lavoro".
 
Come
sparirono
i soldi
 
Nel dicembre del 2016 Invitalia dispone il trasferimento in favore di Blutec, totalmente partecipata da Metec, a sua volta di proprietà al 100% di Roberto Ginatta, di 21 milioni di euro. Fondi necessari ad avviare il rilancio della fabbrica abbandonata dall’ex Fiat. Entro giugno 2017, però, l’azienda avrebbe dovuto presentare il primo stato di avanzamento dei lavori per un importo di quasi 19 milioni. Il 6 luglio di quell’anno, dopo un sollecito da parte di Invitalia e comunque oltre il termine inizialmente previsto, Blutec presentò un riepilogo delle spese per poco più di tre milioni di euro e un altro, a marzo 2018 e dopo l’annuncio da parte di Invitalia della revoca delle agevolazioni, di 14,5 milioni.
 
Di queste somme, però, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, giudicava "ammissibili" solo quasi 2 milioni di euro, pari al 2,10% dell’investimento ammesso. Gli stessi funzionari di Invitalia, ascoltati dagli investigatori, hanno spiegato come per numerose voci di spesa dichiarate da Blutec non esistessero le relative fatture fiscali e gli ordini di spesa.
 
Il costosissimo
software
fantasma
 
Così ad esempio l’ispezione disposta dai pm lo scorso settembre nello stabilimento di Termini Imerese per effettuare un censimento delle singole postazioni informatiche presenti permise di scoprire un "software fantasma", regolarmente indicato tra le spese rendicontate per un importo di circa un milione di euro, escluse le spese di manutenzione.
 
Un programma che non era presente in nessuna delle 41 postazioni e che, pertanto, non era mai stato utilizzato dai dipendenti che, scrive il gip, "non erano neppure formati al loro utilizzo".
 
"Quando ero a Torino – ha raccontato agli investigatori delle Fiamme gialle un ingegnere meccanico in servizio a Blutec dal marzo 2017 – ho sentito parlare di questa versione (del software, ndr) ma non l’ho mai vista installata presso Blutec Spa".
 
Fiom:
"Svelato
il grande bluff"
 
"Il grande bluff è stato svelato, il quadro si è chiuso".
 
Così la Fiom siciliana ha commentato gli arresti del management di Blutec.
 
E gli operai dell’azienda sono sotto choc dopo che uomini della Guardia di finanza hanno apposto i sigilli agli impianti della fabbrica su disposizione della Procura.
 
I militari si trovano all’interno della Blutec per eseguire il sequestro dei cespiti su disposizione della Procura
 
I dettagli dell’operazione saranno illustrati durante una conferenza stampa che si svolgerà in mattinata nella Procura della Repubblica di Termini Imerese.
 
La vertenza
Blutec
 
Il 23 febbraio scorso, durante una visita a Termini Imerese, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva annunciato un decreto ad hoc per anticipare di sei mesi la cassa integrazione ai lavoratori della Blutec.
 
L’annuncio del vicepremier grillino era arrivato dopo settimane di proteste delle tute blu, che avevano anche occupato simbolicamente la sede del Comune, e una "marcia su Roma" dei sindaci del comprensorio, che si era conclusa proprio sotto la sede del ministero di Di Maio.
 
"I lavoratori – aveva detto il ministro del Lavoro in quell’occasione – aspettano di essere riassunti nello stabilimento ex Fiat, oggi Blutec. E allo stesso tempo hanno il diritto di ricevere degli ammortizzatori sociali, un reddito attraverso la cassa integrazione che deve essere erogata in attesa che Blutec rispetti gli impegni.
Questa non è solo una vertenza, un caso di ristrutturazione ma è una questione di rispetto dello Stato".
 
Tra le ipotesi per il futuro dello stabilimento ex Fiat c’era anche quella caldeggiata da Sicindustria Palermo che parlava di coinvolgere case automobilistiche come Nissan o Honda.
 
Le reazioni
Landini, "Tutelare
i posti di lavoro"
 

"Il governo deve farsi garante e trovare una soluzione per Termini Imerese tutelando i livelli occupazionali" ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini.
 
 
"Di Maio convochi subito un tavolo straordinario al Mise con l’amministratore giudiziario, i sindaci del territorio e le sigle sindacali" ha chiesto il deputato e segretario provinciale del Pd di Palermo, Carmelo Miceli.
 
"Il Governo si muova subito – ha detto Miceli – per evitare che l’intervento dello Stato attraverso il sequestro diventi un modo per interrompere il processo di reindustrializzazione. Ci sono 130 lavoratori in azienda, 570 in cassa integrazione e decine senza ammortizzatori che hanno diritto ad avere risposte, il ministro deve correre".
 
“Siamo preoccupati – ha aggiunto il deputato M5s all’Ars Giancarlo Cancelleri – per le 700 famiglie di Termini Imerese, in ansia per il loro futuro. La giustizia seguirà il suo corso, ma per noi è ora importante mantenere l’occupazione ai lavoratori”.
 
“Gli ultimi avvenimenti – ha aggiunto – confermano le grandi perplessità sui piani di investimento. Noi comunque assicuriamo la massima collaborazione istituzionale per trovare una soluzione al più presto. Per questo siamo in contatto col ministro Luigi Di Maio”.
 
Parole di conforto per le famiglie anche da parte del vice premier, che per il momento non si è però sbilanciato su potenziali soluzioni per la vicenda.
 
“Un grande abbraccio – ha detto – agli operai e lavoratori della Blutec di Termini Imerese per quello che sta succedendo in queste ore nell’azienda, che aveva avuto accesso a un progetto di sviluppo e oggi vede la nostra totale preoccupazione per i 700 dipendenti. A loro vogliamo dire che lo Stato è dalla loro parte e non li abbandoneremo”.
 
Il sindaco di Termini
"Un disastro annunciato"
 
"Un disastro sociale ed economico senza precedenti e soprattutto annunciato" lo ha definito il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta.
 
"Da tempo – ha detto – la Procura di Termini Imerese indagava sulle modalità di utilizzo dei fondi pubblici da parte di Blutec. Speriamo che, grazie al lavoro della magistratura, possa, finalmente, essere chiarita una delle pagine più tristi della storia del comprensorio".
 
Le organizzazioni Sindacali, il Comitato Permanente dei sindaci, già convocato per mercoledì 13 marzo in Municipio, decideranno quali azioni intraprendere.
 
"Resto fermamente convinto – ha concluso il sindaco – che una manifestazione a Torino dinanzi la principale sede italiana di Fca, sia l’unica soluzione, affinché l’azienda Torinese, possa assumersi quelle responsabilità che fino ad oggi non si è mai voluta assumere. ".
 
"Siamo fortemente preoccupati – anno detto Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, Ludovico Guercio segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani e Antonio Nobile segretario provinciale Fim Cisl – perché da tempo chiediamo certezze sul piano Blutec e nutrivamo dubbi sulla solidità del progetto: i lavoratori sono ripiombati nell’angoscia dopo aver appreso le notizie di oggi".

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