Viva gli immigrati, fuori i clandestini - QdS

Viva gli immigrati, fuori i clandestini

Carlo Alberto Tregua

Viva gli immigrati, fuori i clandestini

martedì 12 Maggio 2009

La carità pelosa dei benpensanti

Per la prima volta si è ribaltata la posizione del Governo, rimandando sulla costa di partenza 500 emigranti alla cui sorte provvederà il Governo libico. Un’inversione positiva sul fenomeno dei clandestini, che costituirà un forte deterrente contro questo losco traffico di mafie che speculano sulle vite umane. Sorprende alquanto che il ministro dell’Interno Maroni, appoggiato dal Premier, abbia ricevuto il via libera dal suo Governo per prendere un provvedimento di questo genere. Forse si voleva dare un forte segnale all’opinione pubblica che non sarà più tollerato lo sbarco di migliaia di persone, sicuramente spinte dalla necessità di non restare dove sono; ma non per questo possono intasare l’Italia. 
La questione umanitaria, tanto cara al Vaticano, è importante. Tuttavia, è altrettanto importante che le leggi dell’Europa e dello Stato italiano vengano rispettate da tutti. Dello stesso parere è l’esponente del Pd, Piero Fassino.

Da poco oltre il 15 maggio cominceranno i pattugliamenti delle motovedette libiche con a bordo anche militari italiani. Il che dovrà impedire la partenza di qualunque barcone, né più e né meno com’è accaduto mettendo in atto il pattugliamento presso le coste dell’Albania del centrosinistra.
Gli immigrati sono una grande risorsa per il nostro Paese, a condizione che lavorino. In tal modo, possono integrarsi bene, anche con matrimoni misti, allevare i propri figli, diventare parte integrante della nostra popolazione e votare. Viva gli immigrati, dunque, che lavorano e pagano le tasse. Gente perbene, i cui figli vanno a scuola, rispettano e sono rispettati dai compagni. Ma non i clandestini.
La fine dell’incubo di riempimento e svuotamento dei Centri di permanenza temporanea, a Lampedusa, costituirà la rinascita di quell’Isola e un forte aiuto all’attività turistica.
Non comprendiamo la posizione di certi personaggi che criticano la fermezza del Governo che ha il dovere di respingere chi tenta di entrare illegalmente in Italia.
I clandestini sono una zavorra e un pericolo per il Paese. Non tanto in quanto tali, ma in quanto soggetti che vengono utilizzati dalle varie mafie e da imprenditorucoli che non hanno nessuna remora a schiavizzarli.

Comprendiamo le ragioni umanitarie di chi cerca di fuggire da regimi autoritari. Tuttavia, tali clandestini non risolvono i problemi dei loro Paesi con la fuga, ma dovrebbero restare a combattere come forze di resistenza contro qualunque regime dittatoriale, come si fece in Italia contro il Fascismo.
Questa che descriviamo non sembri una posizione egoistica:  se si ammettesse, anche per un momento, di dover dare a chiunque sbarchi un lavoro, i servizi statali e ogni tipo di assistenza, il nostro bilancio sarebbe totalmente bucato e non più in condizioni di sovvenzionare l’assistenza per tutti. È perciò motivo di apprezzamento l’iniziativa governativa di restituire agli italiani la propria libertà, spesso prevaricata e bloccata da chi ne ha l’interesse.

Se si potesse, si dovrebbe attuare la stessa fermezza nei confronti di quegli Stati europei entrati per ultimi nell’Unione. Ma ormai i cittadini di qualunque Paese d’Europa possono liberamente circolare e, dunque, hanno la potenzialità di compiere azioni delittuose. Considerato che non vengono normalmente identificati e che circolano senza controllo alcuno, la presenza degli immigrati clandestini sul territorio nazionale è motivo di grave preoccupazione per i cittadini. Ovviamente, quando si sente parlare di un extracomunitario che ha compiuto un delitto, la gente è portata a credere che qualunque altro extracomunitario sia della stessa risma: ma non è vero.
La mala pianta da estirpare non è costituita dagli emigranti, gente che lavora sodo e paga le imposte, bensì dai clandestini, cioè da coloro che non hanno ricevuto alcuna richiesta dal Paese ospitante, eppure vogliono venire ugualmente.
Con gli oltre tre milioni di immigrati ufficiali, l’Italia ha potuto colmare un serie di vuoti per i quali non si trovava manodopera nazionale. Ma a questo beneficio non si devono contrapporre comportamenti negativi. Tutti insieme, sia italiani che emigrati, quando ci si rispetta reciprocamente, si va avanti. Separati, non c’è alcuna prospettiva. È bene tenerlo evidente quando si esprimono opinioni prive di contenuto.

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