Mini-Comuni con sprechi maxi - QdS

Mini-Comuni con sprechi maxi

Michele Giuliano

Mini-Comuni con sprechi maxi

mercoledì 12 Maggio 2010

Enti locali. Pubblica amministrazione ed esperti strapagati.
Amici si, sviluppo no. Le istituzioni destinano i propri fondi agli esperti esterni ma trascurano la progettazione di opere pubbliche, come dimostra il calo registrato negli ultimi anni.
Trapani “trionfa”. A Gibellina come a Pantelleria emolumenti da record: due somme che confermano come la provincia sia tra le più spendaccione, con 1,2 mln € elargiti soltanto nel 2008

PALERMO – Continua il viaggio del Qds tra Comuni e consulenze: è la volta dei centri con meno di 10 mila abitanti, nelle province non metropolitane (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Siracusa e Ragusa).
Qui si scopre, innanzitutto, che solo un ente su quattro ha comunicato i propri dati all’Anagrafe delle prestazioni (21 amministrazioni su 84 prese in esame) e che l’ammontare della spesa per gli incarichi si attesta sui 2,7 mln €. Un altro fiume di denaro pubblico che confluisce nelle tasche dei cosiddetti esperti. Molti saranno sicuramente utili per il buon funzionamento della macchina amministrativa, ma in molti casi si può parlare di sprechi e clientelismo. La conseguenza? Somme “distratte” e non utilizzate, per esempio, per parchi-progetto di opere pubbliche, di cui c’è urgente necessità.
 
C’è un’altra piccola grande galassia di Comuni minuscoli suddivisi nelle sei province non metropolitane della Sicilia (Ragusa, Siracusa, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Trapani) in grado di spendere e spandere somme considerevoli in consulenze e incarichi. Denaro impegnato per pagare amici degli amici, mentre lo sviluppo del territorio resta fermo al palo e mancano i progetti cantierabili per realizzare quelle opere pubbliche che produrrebbero ricchezza e occupazione.
Questi ulteriori numeri sulle consulenze esterne nei Comuni siciliani con meno di 10 mila abitanti vengono fuori spulciando i dati dell’Anagrafe delle prestazioni del Ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione (anno di riferimento il 2008), cui i Comuni hanno comunicato il ricorso a professionalità esterne in base all’articolo 3 del decreto legislativo 15 del 2001.
 
Sommando tutte le voci della lista emerge un altro spaccato statistico che pesa per quasi 2 milioni e 700 mila euro.
Il tutto ancora una volta contornato da tanti dubbi: sono infatti appena 21 i Comuni che risultano nell’elenco sul totale degli 84 presi nel campione considerato in questa inchiesta che riguarda gli enti locali al di sotto dei 10 mila abitanti suddivisi nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Trapani, Enna e Ragusa. Ancora una volta sale il sospetto che, probabilmente, molti Enti locali hanno fatto i “furbetti” non comunicando nulla e violando quindi la legge.
C’è però molto da dire anche su quelli che risultano in elenco: più si va avanti e più si battono nuovi “record” di spesa. Avevamo citato nelle scorse inchieste piccoli centri in grado di superare i 100 euro di spesa in consulenze in media per ogni abitante. Ebbene, in questa fascia di territorio di Sicilia si è riusciti anche a fare di più. Molto di più anzi, a giudicare dalle stratosferiche cifre.
È il caso di Ferla, per esempio, Comune di 2 mila e 700 anime in provincia di Siracusa, dove il Comune ha sborsato 435 mila euro, cioè 157 euro per ogni cittadino. Questo è il “record” pro capite diluito tra consulenze per direzioni di lavori, dove spiccano due distinti incarichi a Giovanni Migliore per un totale di quasi 120 mila euro, e anche per non meglio specificate “Rilevazioni, indagini statistiche e sondaggi” di Filippo Bertolo che ha intascato quasi 30 mila euro.
Ma c’è un altro Comune che ha stracciato ogni record in Sicilia tra quelli con meno di 10 mila abitanti: vedasi Gibellina, piccolo centro dell’entroterra trapanese che in termini di spesa globale ha impegnato ben 593 mila euro. Anche qui la media in rapporto tra soldi scuciti e abitanti non è male: ad ogni cittadino le consulenze sono costate 127 euro. La più ricca consulenza è quella data alla Hydro Engineering per una progettazione costata quasi 250 mila euro. Non scherza nemmeno però una certa Rosa Balsamo che in tre distinti incarichi di “Progettazione” ha avuto liquidate parcelle da 140 mila euro.
Gibellina ha senza dubbio contribuito più di tutti a dare la palma di provincia più spendacciona a Trapani tra le sei prese in esame in relazione sempre alla spesa effettuata dai Comuni al di sotto dei 10 mila abitanti. Da queste parti si è speso oltre un milione e 200 mila euro, che però vanno divisi anche sulle spalle di un’altra municipalità, quella di Pantelleria (382 mila euro), con il picco di 115 mila euro per una sola consulenza affidata a Gaspare Inglese.
Non si può non ritornare su Siracusa, dopo aver parlato di Ferla. La spesa in questa provincia è stata sopra gli 800 mila euro e c’è anche Capo Passero che contribuisce con i suoi quasi 400 mila euro, pari a una spesa pro capite di 111 euro. A pesare di più senza dubbio la consulenza tecnica in materia di “Profili sicurezza porto” di Francesco Giordano da ben 210 mila euro.
Da annoverare tra le grandi “spendaccione” anche la provincia di Agrigento con 600 mila euro e qualche spicciolo. Da segnalare un altro caso anomalo di un piccolissimo Comune (appena 2 mila e 90 abitanti) dall’enorme spesa: parliamo di Lucca Sicula che ha stanziato 283 mila euro per una media pro capite di consulenze di 135 euro. Ha speso tanto anche Santa Margherita Belice, ma non regge nemmeno il confronto con la sua “vicina di casa”. Qui si parla di una cifra che si aggira attorno ai 150 mila euro spalmati su 12 consulenze.

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