Paradossale revocare il presidente dei siciliani - QdS

Paradossale revocare il presidente dei siciliani

Lucia Russo

Paradossale revocare il presidente dei siciliani

giovedì 11 Giugno 2009

Il commento del senatore Pd Ceccanti, ordinario di Diritto pubblico sul ddl costituzionale il cui iter è stato avviato in Senato

PALERMO – La giunta regionale è stata convocata per ieri sera alle 20, negli uffici della presidenza della Regione con all’ordine del giorno comunicazioni del presidente. Questo al termine di una giornata ricca di reazioni per la notizia dell’avvio in Senato dell’iter del ddl di riforma costituzionale presentato nei giorni scorsi dal Pdl, che modifica l’articolo 10 dello Statuto della Regione Siciliana.

Il provvedimento, firmato dal presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini, è stato sottoscritto dall’intero gruppo del Popolo delle libertà ed assegnato alla commissione di Vizzini che, a norma di regolamento dovrà iniziare l’esame entro e non oltre un mese dall’assegnazione.

Si compone di un solo articolo: “Una sola volta nel corso della legislatura l’Assemblea regionale puo’ approvare una mozione di sfiducia, che determina la decadenza dalla carica del presidente della Regione e degli assessori nonchè l’elezione a presidente della personalità indicata dalla mozione medesima, scelta tra gli appartenenti all’Assemblea. La mozione – continua l’articolo – deve essere sottoscritta dalla metà più uno dei deputati appartenenti alla maggioranza che ha eletto il presidente della Regione, deve essere votata decorsi tre giorni dalla presentazione e approvata a maggioranza assoluta dai deputati eletti nelle liste collegate al candidato eletto presidente della Regione”.

“Ci atterremo strettamente alle procedure e ai regolamenti – ha detto il senatore Vizzini -. Saranno fatti tutti i passaggi nel rispetto dello Statuto e delle regole costituzionali”. Molte le critiche ad un provvedimento che di fatto concede un poter ricattatorio alla maggioranza nei confronti di un presidente eletto a suffragio universale direttamente dai siciliani. Critiche in seno allo stesso partito Pdl. Tanto che è stata diffusa la seguente nota dall’ufficio stampa Pdl del Senato: “Il disegno di legge costituzionale riguardante le modifiche allo statuto della Regione Siciliana ha il sostegno del numero di firme che consente l’iter più rapido nella discussione del provvedimento”. “Un provvedimento – prosegue la nota – che e’ stato firmato dalla maggior parte dei componenti del Gruppo. Meravigliano critiche e polemiche di chi vorrebbe impedire iniziative previste dal regolamento del Senato”.

“Con la proposta di modifica dello Statuto siciliano voluta dal Pdl nascono le leggi contra personam dopo che abbiamo conosciuto leggi ordinarie ad personam”. Ha affermato ieri il senatore del Pd Stefano Ceccanti.
“Nessuna corsia preferenziale fondata sul Regolamento del Senato può comunque eludere il vigente Statuto siciliano, che è legge costituzionale, secondo cui l’Ars ha a disposizione due mesi di tempo per esprimere il proprio parere – aggiunge -. Inoltre l’idea che si possa fare una legge retroattiva per togliere a Lombardo, eletto dai cittadini siciliani, la Presidenza della Regione sarebbe palesemente illegittima. Quando i cittadini hanno votato le norme prevedevano che una caduta di Lombardo per mozione di sfiducia portasse necessariamente a nuove elezioni. è paradossale – conclude Ceccanti, pisano di origine e professore ordinario di Diritto pubblico comparato – che una maggioranza sedicente federalista pensi di poter revocare dal Parlamento nazionale un Presidente regionale votato dagli elettori”.

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