Scarico di carbone nel porto. “È vietato, tranne ad Augusta” - QdS

Scarico di carbone nel porto. “È vietato, tranne ad Augusta”

Giuseppe Solarino

Scarico di carbone nel porto. “È vietato, tranne ad Augusta”

venerdì 12 Giugno 2009

Dal 2007 una ditta stocca il materiale fossile. I contrari: “Casi simili fermati a Palermo e Brindisi”. Tre comitati cittadini contro sindaco e Regione: autorizzazione illegittima

AUGUSTA (SR) – In merito alla presenza di un deposito di carbone sito in contrada Monaca alle porte di Augusta, i comitati “AugustAmbiente: comitato cittadino di Augusta contro gli inceneritori e per il Diritto alla Vita”, “Decontaminazione Sicilia” ed il “Coordinamento regionale dei comitati siciliani per la difesa del territorio e dell’ambiente” hanno inviato al sindaco di Augusta una lettera in cui i tre comitati fanno presente che: “con Ddg (Decreto del dirigente generale del dipartimento regionale territorio e ambiente) n. 346 del 27/04/2007 è stata concessa alla ditta Se.Pa.Mar. l’autorizzazione, per 15 anni, alle emissioni in atmosfera derivanti dall’impianto per lo stoccaggio di carbon fossile di Augusta (Gurs parte I n. 26 del 08/06/2007). Come definito da Legambiente, tale sito è in “un’area retrostante il porto commerciale dalle dubbie caratteristiche di sicurezza. Così lo scarico di carbone vietato a Palermo, avviene ad Augusta”.

I tre comitati fanno presente che dai documenti in loro possesso si evince che: “
1) La richiesta di autorizzazione (16/03/07) sarebbe stata presentata alla Cpta e non all’Autorità competente, cioè all’Assessorato, come prescritto dall’art. 269 del D.Lgs. 152/06. Infatti, nel Ddg non sarebbe riportato quando detta richiesta sia stata presentata all’Arta e quando l’Arta, a seguito della richiesta, abbia convocato la conferenza dei servizi.
2) La Cpta ha espresso parere favorevole prot. 239/07 del 27/03/07, mentre successivamente la ditta ha presentato integrazioni (17/04/07). Quindi il parere favorevole sarebbe stato espresso su un progetto che si è reso necessario integrare.
3) Il comune di Augusta il 20/04/07, per detto deposito, ha espresso parere favorevole con prescrizioni. Tali prescrizioni non sono riportate nel Ddg. Infatti la nota del Comune di Augusta del 20/04/07 risulta introitata all’Arta il 09/05/07 cioè 12 giorni dopo l’emanazione del Ddg. Pertanto il Ddg avrebbe autorizzato la Se.Pa.Mar. prima che giungesse il parere di Augusta.
4) L’Ufficio speciale aree ad elevato rischio di crisi ambientale avrebbe rilasciato il proprio parere il 17/01/07, cioè circa 4 mesi prima che la ditta fornisse documentazione tecnica integrativa (nota del 20/04/07 arrivata in Arta il 09/05/07).
5) Il Ddg, datato 27/04/07, sarebbe stato notificato a mano, e la Se.Pa.Mar. ha comunicato l’indomani (28/04/07) di avere avviato l’esercizio il 27/04/07, cioè lo stesso giorno in cui riceveva l’autorizzazione (significherebbe che l’impianto c’era già).

Intanto gli abitanti della zona e gli operatori portuali sono costretti a subire l’effetto delle polveri di carbone, specie quello a carico dell’apparato respiratorio. Lo spazio occupato dal deposito cresce sempre di più, né si è certi che il suolo di detto deposito sia stato opportunamente predisposto per evitare l’infiltrazione di acqua e percolato in falda, così come scrive Legambiente.
I tre comitati proseguono chiedendo al sindaco Carruba: “Perché non dispone controlli sulla regolarità dell’autorizzazione, sulla sicurezza del sito in oggetto, sui siti circostanti, sulla falda acquifera, sulla natura del carbone, visto che potrebbero derivarne danni alla salute e all’ambiente?

Il suo collega di Brindisi, Domenico Minnitti, con ordinanza del 28 giugno 2007 fece assoluto divieto, nel perseguimento dell’interesse pubblico preminente di tutela della salute dei cittadini, a tutti i conduttori di aree agricole situate nei pressi del nastro trasportatore di carbone e del deposito di carbone della centrale Enel Br Sud, di coltivare l’area posseduta ed ordinò di provvedere alla distruzione delle colture erbacee e delle produzioni di impianti arborei in quanto fu riscontrata nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee contaminazione diffusa determinata da presenza di metalli pesanti”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017