La sorpresa più bella è non avere sorprese - QdS

La sorpresa più bella è non avere sorprese

Carlo Alberto Tregua

La sorpresa più bella è non avere sorprese

martedì 30 Giugno 2009
Se ci fate caso, quando ci arriva una sorpresa, nove volte su dieci è negativa. Raramente la sorpresa è positiva. Il funzionamento delle relazioni fra persone, anche in famiglia, comporta sudore e sacrificio. Bisogna impegnarsi per fare bene e bisogna volerlo.
Molta gente non fa niente nel  lavoro. Spesso è presente ma ha la testa altrove, ovvero ha la testa vuota. Questo stato mentale deriva dalla mancanza di amore per quello che fa. Spesso si trincera dietro l’alibi che il proprio lavoro non è gradito, che lo fa per necessità ma di cui farebbe a meno. L’alibi è falso perché ogni persona di buon senso deve preoccuparsi di liberarsi dalle necessità.
Per ottenere questo risultato deve creare le condizioni per ricevere un introito finanziario mensile, da lavoro autonomo o dipendente. Ma non può pensare esclusivamente di trovare il lavoro che gli piace. Deve adattare i propri desideri e le proprie capacità a quello che il mercato offre. Non il contrario.

Qualche volta si spera nel miracolo: una sorpresa piacevole. Qualcuno che ci chiama per offrirci il lavoro che noi vorremmo. Illusorio. Nessuno ci chiamerà e nessuno ci offrirà il lavoro che amiamo. Ma non sempre le opportunità di mercato sono brutte e cattive. Spesso siamo noi, ovvero è la nostra mancanza di cultura, che ci fa comportare come bambini capricciosi, che la vogliono aver vinta sempre.
Vivere con consapevolezza e con capacità significa fare quello che è possibile, tutto quello che è possibile. Guai a tirare indietro le mani, a nascondersi, a pensare che non ce la faremo. Tirare indietro le mani è segno di avarizia e di pavidità. Di avarizia perché non entriamo nell’ordine di idee del dare. Di pavidità perché ci spaventiamo a esporci a delle conseguenze, ovvero a brutte sorprese. 

 
Noi dobbiamo essere protagonisti della nostra vita. Noi dobbiamo fissare gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Noi dobbiamo metterci tutto quello che possediamo per raggiungerli. La sorpresa può equipararsi alla manna. Essa arrivò (forse), ma non arriva più. Se ci mettiamo olio di gomito riusciremo a ottenere i risultati. Se ci mettiamo indolenza, i risultati non arriveranno e dovremo rimproverare solo noi stessi.
Certe volte invochiamo Dio e i Santi perché ci aiutino anche in cose futili. Ma il Supremo Architetto ci ha fornito di un incommensurabile strumento: il libero arbitrio. Lui non interviene nelle nostre decisioni e quindi incolparlo delle nostre disgrazie o ringraziarlo dei successi è un modo di confortarsi e deresponsabilizzarsi.
Se il mondo si inquina, se succedono le guerre, se due terzi dell’umanità soffre di fame e se accadono tante altre circostanze negative e disgraziate, Dio non c’entra niente. Non lo nominiamo e non lo invochiamo. Dobbiamo, invece, guardare dentro il nostro uscio di poveri umani.

Però l’umanità, nel suo complesso, possiede straordinarie doti per crescere e migliorarsi. Dopo qualche migliaio di anni non viviamo più nelle caverne e il tenore di vita, seppure per una parte di popolazione nel mondo, è nettamente migliorato. Con il contraltare di aver perso di vista, nel percorso, tanti valori.
La sorpresa più bella è non avere sorprese. Certo, una bella sorpresa fa sempre piacere, ma neanche vincere al lotto, alla fine, diventa una sorpresa perché nel momento in cui abbiamo giocato una schedina, ci speriamo.
Chi non è abituato a possedere masse rilevanti di denaro spesso squilibra la propria vita e, dopo qualche anno, non solo l’ha perduta, ma ha perso anche il proprio mestiere. In fondo, quella che doveva essere una bella sorpresa si è trasformata in una brutta sorpresa.
Dobbiamo essere consapevoli che ci dobbiamo mettere del nostro per vivere al meglio la vita, pensando che tanti stanno peggio di noi e, in qualche modo, abbiamo il dovere di aiutarli non solo con la nostra carità ma con la nostra presenza e col nostro conforto. Il ritorno all’etica è una componente dei nostri giorni. Esaltare i valori di merito e responsabilità è materia di discussione. Un buon segnale. Anzi, in questo caso, potremmo dire che si tratti di una bella sorpresa.

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