Sicurezza, ronde e reato di clandestinità - QdS

Sicurezza, ronde e reato di clandestinità

Carlo Alberto Tregua

Sicurezza, ronde e reato di clandestinità

martedì 07 Luglio 2009

Tutela dei cittadini: dare una stretta

È stata approvata in via definitiva la legge sulla sicurezza dei cittadini. Nonostante i mal di pancia e le critiche di alcuni pezzi dell’opposizione, tale legge ha in sé elementi positivi, che danno certezza ai rapporti dei cittadini italiani con soggetti che provengono da territori esterni all’Unione europea. Norme che danno certezza alla questione della vigilanza nei luoghi pubblici, che le Forze dell’ordine non sono in condizione di assicurare continuamente.
È vero che negli organici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza mancano forse 10 mila uomini e, quindi, compatibilmente con i problemi finanziari, il ministero dell’Economia deve consentire l’apertura dei concorsi per coprire le necessità. Si sa che i concorsi durano a lungo e quindi nel corso di quest’anno e del prossimo tali organici non potranno essere coperti.
Siano quindi benvenute le ronde costituite da cittadini perbene, armati di un potente cellulare e su base volontaria che, perlustrando strade, parchi, ville e il territorio del proprio comune possano segnalare ai tutori dell’ordine ogni anomalia, come deterrente per i malintenzionati.

Nella piccola Svizzera, grande  quasi il doppio della Sicilia (41 mila kmq contro 25 mila), su cui vivono poco meno di otto milioni di persone, in ogni comune tutti i cittadini notano immediatamente una faccia estranea e la polizia locale interviene immediatamente per chiedere conto e ragione della loro presenza sul territorio.
In Italia, la polizia locale è sempre più assente nel territorio dei comuni e gran parte dei vigili sono imboscati dietro i tavolini o dietro distrazioni clientelari, certificate da medici disonesti. Oppure fanno i galoppini di pessimi politici che hanno sempre bisogno dei servitorelli per portare avanti i loro loschi affari.
Ma forse il senso civico di noi siciliani non ci porta a sacrificare il nostro tempo per l’interesse collettivo.

 
Qui e ora voglio dichiarare la mia disponibilità e quella di molti amici, con cui ho parlato, a effettuare un servizio di vigilanza, una o due volte la settimana, di sera o di notte, nel territorio del comune di Catania, naturalmente autorizzato dalle autorità cittadine e collegato con le forze dell’ordine. Vorremmo che tanti cittadini si offrissero lasciando poi alla responsabilità del sindaco di ognuno dei 390 comuni dare o meno tali autorizzazioni.
Le ronde sono un simbolo di crescita del senso civico di ognuno di noi, costituiscono un’opportunità per offrirci a tutela dei più deboli e quindi condividiamo l’iniziativa presa dalla Lega che in Italia costituisce il partito autonomista che per primo ha accolto i segnali che provenivano dai cittadini.
Ecco la ragione della sua crescita. Dispiace che in Sicilia il partito autonomista di Lombardo non abbia ancora sviluppato, in questi quattro anni, un colloquio continuo con il territorio e non abbia ancora percepito la voglia di cambiamento nei rapporti fra cittadini e istituzioni regionali e locali.

Nella legge testè approvata è fortemente sanzionato il reato di clandestinità. Non era più tollerabile che tanta gente venisse sul nostro territorio senza avere regolato la propria posizione nei confronti delle istituzioni e, in genere, senza avere accettato le regole che vigono nella nostra comunità nazionale.
Prima fra esse, l’accettazione in toto, senza alcuna riserva, della Costituzione italiana. Non ci risulta che tale condizione sia inserita quando un non-europeo viene in Italia. Il blocco degli sbarchi a Lampedusa sotto il Governo Berlusconi, dopo lo stop degli sbarchi a Brindisi avvenuto sotto il Governo D’Alema, dimostrano che sia il centrodestra che il centrosinistra non tollerano più ospiti non invitati. È giusto invece che chi voglia venire in Italia faccia una regolare domanda attraverso le ambasciate e, solo se autorizzato, possa trasferirsi nel nostro Paese.
La questione che gli extraeuropei fanno lavori che gli italiani non vogliono fare è in parte strumentale. Non si può infatti accettare che essi, pur clandestini, vengano trattati come carne da macello, mentre i contratti nazionali di lavoro non prevedono distinzione fra europei e non europei.
Quanto alla Chiesa, doveva precisare che il suo era un intervento morale, non politico.

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