Ragusa - Cave: un rischio (forse) sventato - QdS

Ragusa – Cave: un rischio (forse) sventato

Ragusa – Cave: un rischio (forse) sventato

mercoledì 31 Agosto 2011

Dopo l’incontro all’Ars la Regione ha manifestato l’intenzione di non dare l’ok agli scavi sottomarini. Le associazioni continuano a vigilare evidenziando le criticità del progetto

RAGUSA – Si è confermata particolarmente importante, secondo Legambiente Modica e Ragusa, l’audizione tenutasi il 3 agosto scorso presso la IV commissione dell’Ars a Palermo.
L’incontro, tenutosi su esplicita richiesta delle due componenti della stessa associazione, richiesta accolta prontamente dall’onorevole Roberto Ammatuna, era volto a fare chiarezza su una proposta di cave sottomarine nel mare del ragusano che, per la sua ampiezza e per la superficialità con cui è stata elaborata, rischiava di diventare un altro elemento di pericolo per l’ambiente marino.
Legambiente, rappresentata dai presidenti dei due circoli, Giorgio Cavallo e Antonino Duchi, nonché dal presidente regionale Domenico Fontana, ha evidenziato tutti gli elementi critici della richiesta, con una disamina degli aspetti tecnico – scientifici e procedurali derivanti da un’attenta e puntuale lettura del materiale documentario disponibile.
Sono quindi intervenuti gli Enti comunali della provincia di Ragusa, eccezion fatta per S. Croce Camerina e Ispica, ma l’assenza più grave, secondo Legambiente, è stata quella della Provincia regionale di Ragusa.
Tutte le amministrazioni, nonché alcuni deputati regionali presenti, plaudendo all’iniziativa e ringraziando Legambiente, hanno espresso un parere negativo riguardo la proposta di concessione.
Il dirigente della assessorato al Territorio e ambiente della Regione ha preso atto della situazione e delle motivazioni tecnico scientifiche addotte da Legambiente e dall’Arpa regionale e ha manifestato l’intenzione di non dare corso all’autorizzazione ad opere.
“Non bisogna comunque abbassare la guardia – ha sottolineato Ammatuna – ma vigilare per verificare che la Regione neghi realmente tale autorizzazione.”
Legambiente ha sottolineato la delicatezza degli equilibri su cui si basa la formazione delle spiagge iblee, così importanti per l’ambiente e il turismo, e ha evidenziato come il fenomeno erosivo sia da attribuire non alla natura ma a evidenti e ampiamente conosciuti errori nella gestione del territorio da attribuire alle opere antropiche come dighizzazione dei fiumi, cementificazione della aree dunali, opere a mare, strascico abusivo sottocosta e altre.

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