La pianificazione finanziaria per definire i livelli di rischio - QdS

La pianificazione finanziaria per definire i livelli di rischio

Massimiliano Anastasi

La pianificazione finanziaria per definire i livelli di rischio

venerdì 23 Settembre 2011

È bene prestare attenzione alla compilazione del questionario in banca

PALERMO – Le tensioni dei mercati finanziari nelle ultime settimane hanno creato nei risparmiatori incertezze sulle scelte finanziarie. Cosa bisognerebbe fare per gestire questo tipo di ansia? Prima di effettuare qualsiasi tipo d’investimento è indispensabile avere coscienza della propria situazione finanziaria e dei risultati che si intendono ottenere dai propri investimenti.
Molto spesso si è portati ad investire in modo irrazionale perchè spinti da una notizia apparsa su un giornale o dal semplice consiglio di amici e colleghi. Ma quali sono le domande da porsi prima di investire? Innanzitutto occorre sapere per cosa verranno utilizzati i propri risparmi e per quanto tempo, ma soprattutto occorre conoscere il livello di rischio che si è disposti a sopportare, inteso come livello di tolleranza alle perdite in un arco temporale definito. Queste domande ci vengono poste quando andiamo in banca per effettuare qualsiasi investimento allo scopo di individuare il nostro ‘profilo di rischio’.
La nuova direttiva Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) ed i vari questionari di profilatura dei clienti, indagano nel tentativo di capire in anticipo quanto una persona sia ‘paurosa’ oppure amante del brivido, in modo da poter definire lo spazio di manovra degli investimenti. A volte il questionario che ci viene proposto può apparire un mero adempimento burocratico, ma se fatto in modo serio, il profilo di rischio che viene individuato è una tutela per il risparmiatore e un modo per fare ‘il punto della propria situazione’ permettendoci di interagire meglio con il nostro consulente attraverso la pianificazione finanziaria.
 
Chiaramente le scelte di investimento che ci vengono proposte vanno condivise: dobbiamo essere consapevoli cosa ci viene proposto allo scopo di evitare brutte sorprese. In questo senso il consulente finanziario è un importante punto di riferimento ed il rapporto con lui deve servire a comprendere meglio le varie forme di investimento disponibili.
In verità la nostra propensione al rischio cambia a seconda del nostro stato d’animo e del mercato. Saremo naturalmente propensi a vedere tutto nero se sentiamo solo notizie negative come in quest’ultimo periodo, quindi avremo una bassa propensione al rischio. Diversamente se veniamo da una serie di scelte personali entusiasmanti saremo invece propensi ad aumentare la componente di rischio dei nostri risparmi.
Certamente un approccio serio alla pianificazione finanziaria deve essere affiancato dal lavoro di un esperto consulente finanziario che ci può aiutare a capire questi aspetti, sterilizzando eccessive influenze mediatiche nelle scelte, in quanto agendo in condizioni di incertezza è facile commettere errori perché guidati dall’emotività.

Massimiliano Anastasi
collegio dei professionisti di Veroconsumo

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