Avvocatura e mass media tra giustizia, informazione ed etica - QdS

Avvocatura e mass media tra giustizia, informazione ed etica

Chiara Borzi

Avvocatura e mass media tra giustizia, informazione ed etica

martedì 20 Dicembre 2011

Si è svolto presso il Tribunale di Ct l’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Avvocati Cristiani. Entrambe le realtà sono legate dal comune ruolo sociale e dal bisogno di informare

CATANIA – Un incontro dai contenuti innovativi quello organizzato dall’Associazione Nazionale Avvocati Cristiani sul tema “Avvocatura e Mass Media” presso il Tribunale di Catania.
Per l’occasione sono stati chiamati a dibattere, nella sala degli uditori del Tribunale di Piazza Verga, personaggi legati sia al mondo dell’avvocatura che della comunicazione, ambiti in realtà legati dal comune ruolo sociale e dal comune bisogno di “informare”.
Ad introdurre il confronto è stato Nunzio Andrea Russo, presidente nazionale ANAC, il quale ha definito l’avvocatura come una categoria messa spesso in secondo piano dai mass media: “Oggi l’avvocatura sembra essere assente dal mondo della comunicazione – esordisce l’avvocato – e ciò non costituisce un fatto positivo considerando che la sua attività è innanzitutto rivolta al cittadino ed al rispetto della legge. Come tutte le categorie e soprattutto in virtù della sua natura sociale, anche la nostra vive le difficoltà dettate dal momento di crisi. Nonostante ciò i mass media rimangono un nostro riferimento e continua ad essere per noi necessario ascoltare le campane della comunicazione, da qualsiasi contesto provengano, per continuare a svolgere un’attività partecipativa ed efficace”.
Insieme all’avvocato Russo,erano presenti al tavolo dei relatori Antonio Condorelli giornalista de La Sicilia, il nostro direttore Carlo Alberto Tregua, l’Avv Magnano, Presidente dell’Ordine degli avvocati catanesi ed i giornalisti Patrizio Nicolosi e Gianluca Muscuso.
“Esiste una regola non scritta nelle società in cui i mass media rappresentano una realtà radicata: se la notizia non è diffusa, è possibile considerarla come mai esistita” ha esordito così Condorelli nel suo intervendo, insistendo molto su un aspetto della questione, ovvero quello dell’etica. “Oggi – ha detto il giornalista catanese – viviamo in una società bombardata da una moltitudine infinita di messaggi, ma di fronte a questi rimaniamo per lo più figure passive perché non ci accorgiamo dei principi di interesse che regolano la diffusione delle notizie. Al pari del diritto di difesa, è necessario godere del diritto d’informazione perché una società un cui scompaiono diritti e doveri, torna ad essere una società feudale basata sul mal costume del privilegio. Oggi viviamo il rischio di questa regressione perché il giornalista dei nostri giorni sceglie spesso di censurarsi e piegarsi a certe “politiche” pur di non perdere il posto di lavoro. Informare – continua – non è solo comunicare, ma fornire un resoconto il più possibile veritiero dei fatti, per far sì che sia il cittadino abbia poi un opinione personale libera”.
 
Una concezione viva ed altrettanto contestualizzata dell’etica è stata espressa e spiegata dal nostro direttore, Carlo Alberto Tregua: “Nella vita si può progredire anche senza imbrogliare il prossimo – ha esordito -. Rispettare i principi etici legati alla propria vita ed al proprio lavoro, sono i mezzi ci permettono di onorarla e viverla in maniera consapevole anche di fronte alle difficoltà più grandi”.
Riferendosi all’avvocatura ha poi affermato: “L’etica è una questione profondamente legata anche all’attività giudiziaria. Non c’è dubbio del ruolo sociale dell’avvocatura, la sua presenza è essenziale, ma non è necessario che i media la riflettano incessantemente attraverso la propria informazione. Al pari di altri casi, di cui viene valutata la diffusione, bisogna valutare gli argomenti che la chiamano in causa e star attenti a quelle che sono le esigenza d’informazione di chi legge”.
Ottimi spunti di riflessione li ha forniti anche l’intervento  del Presidente degli avvocati catanesi, avvocato Maurizio Magnano di San Lio: “Se l’avvocatura non è presente nell’informazione è anche per colpa nostra – ha incalzato – dobbiamo superare gli esempi di “cattiva avvocatura” perché, in caso contrario, non potrà esserci una nostra presenza. Credo inoltre che in alcuni casi la strada della riservatezza sia quella da preferire, al fine di evitare ogni violazione del rispetto della privacy dei nostri assistiti i quali, non di rado, sono stati vittime di una caccia all’informazione fatta dai mezzi di comunicazione al puro scopo di far scalpore”.
I tanti aspetti in cui si snoda l’attività giudiziaria sono sicuramente tutti indistintamente importanti, ma far luce su tutto non è un compito sempre possibile per i mass media. Nella chiara volontà di trovare una corretta via di mezzo che possa dare “voce” alla giustizia e opinione trasparente ai cittadini, un compito importante spetta ai rispettivi addetti ai lavori, cercando di recuperare quegli aspetti etici che possono garantire un’attività di un’attività sempre più sociale e non autoreferenziale.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017