Appalti, le imprese accusano l’Urega - QdS

Appalti, le imprese accusano l’Urega

Michele Giuliano

Appalti, le imprese accusano l’Urega

domenica 26 Febbraio 2012

Gli uffici provinciali non sempre sono composti, secondo gli imprenditori siciliani, da gente competente. Tra i problemi riscontrati anche la mancanza di liquidità dovuta ai ritardi nei pagamenti della Pa

PALERMO – Geologi, avvocati, persino laureati in Lettere moderne. Qualcuno direbbe: “Ma che ci azzeccano con l’Urega?”. L’Urega è l’ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici, istituito ai sensi dell’articolo 7 ter della legge 109/94 (legge quadro sui lavori pubblici) nel testo vigente in Sicilia recepito con la legge 2 agosto 2002 numero 7 e successive modifiche e integrazioni. In pratica la norma dice che bisogna fare ricorso a questa struttura, che ha poi i vari uffici provinciali, per appalti superiori a un milione e 250 mila euro.
Il problema però che viene sollevato dagli addetti ai lavori, cioè vale a dire dalle imprese siciliane stesse, è che questi uffici non sarebbero composti interamente da personale competente nel settore degli appalti. Quando si parla di competenze in questo settore ci si riferisce a architetti o ingegneri. Ma effettivamente un po’ in tutte le commissioni dei vari uffici provinciali degli Urega vengono fuori professionisti che non hanno competenze in ingegneria o architettura.
A Palermo, ad esempio, il presidente di commissione risulta essere Enrico Sanseverino, laureato in giurisprudenza. A Catania la segreteria tecnica è retta da un dirigente preposto che è Francesca Paola Gargano, la quale ha conseguito la laurea in Lettere moderne. E poi ancora, scrutando nella sezione provinciale di Enna, anche qui il dirigente della segreteria tecnica, Angelo Pagliaro, risulta essere un geologo. Questione che è stata sollevata da una delle imprese più imponenti della Sicilia in ambito di edilizia, la Bosco srl di Favara, in provincia di Agrigento. Questa ditta è stata tra quelle che lo scorso anno ha vinto in Sicilia più gare d’appalto superiori all’importo di un milione di euro. Ne ha vinte ben 4 e meglio ha saputo fare soltanto un’altra ditta siciliana, la Demoter spa di Villafranca Tirrena in provincia di Messina.
Come documentato nell’inchiesta pubblicata sul QdS di ieri, relativamente alle difficoltà delle imprese siciliane a vincere gare d’appalto di grossa entità (sui 140 milioni di euro banditi nel 2011 dagli Urega per appalti superiori al milione di euro ben 30 milioni di lavori sono stati aggiudicati ad imprese non siciliane, nda) il titolare della Bosco srl, Vincenzo Bosco, ha voluto dire la sua. E non ha mancato di accusare proprio gli Urega: “Tra le difficoltà delle imprese siciliane a stare competitive sul mercato – afferma – c’è anche l’incompetenza degli uffici dell’Urega. Con diversi uffici provinciali abbiamo in atto dei contenziosi per i criteri di assegnazione degli appalti. La verità è che molti componenti di questi uffici non hanno neanche le professionalità: molti di essi non sono laureati in architettura o in ingegneria e quindi non hanno le competenze adeguate. Situazione che ha portato probabilmente le imprese siciliane a fare un passo indietro. Noi, invece, in controtendenza abbiamo deciso di lottare e continuare ad investire sperando di uscire al più presto da queste sabbie mobili”.
 

 
L’approfondimento. Procedure uniformi e controlli di legalità
 
Lo stesso Paolo Bosco spiega in che modo riesce a stare sul mercato: “Dopo l’introduzione ella normativa per l’aggiudicazione degli appalti con il massimo ribasso ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di calarci in questa nuova dimensione, sapendo che avremmo dovuto fare un sacrificio abbassando di molto i nostri utili”. Il problema è che oggi le imprese siciliane si devono scontrare anche con la crisi e la burocrazia: “Da una parte c’è una mancanza di liquidità e le aziende siciliane hanno paura ad investire – aggiunge Bosco -, ma dall’altra ci si scontra anche con gli enti pubblici che liquidano con notevole ritardo”. Ritornando però agli Urega il loro lavoro nasce da una ratio legislativa di orientare l’azione amministrativa nel settore degli appalti secondo principi che favoriscano l’adozione di procedure uniformi e l’esercizio dei controlli di legalità nella delicata fase di affidamento dei lavori pubblici. In tale prospettiva deve, dunque, essere letta la riduzione dei soggetti competenti ad espletare le gare d’appalto, dai circa 800 oggi operanti nell’Isola, alle dieci sezioni operative di cui si compone l’Urega. L’Urega ha anche sottoscritto degli impegni nel protocollo di legalità del 12 luglio del 2005 e che investono direttamente le attività amministrative che la legge ha trasferito agli stessi uffici.

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