Sito anticorruzione, oltre 200 segnalazioni - QdS

Sito anticorruzione, oltre 200 segnalazioni

Sito anticorruzione, oltre 200 segnalazioni

sabato 07 Marzo 2015
PALERMO – Vola il sito anticorruzione del M5S. A due settimane dal via il portale realizzato dai parlamentari regionali e nazionali Cinquestelle (www.segnalazioni5stelle.it) ha raccolto oltre 200 segnalazioni di affari poco chiari  e presunti traccheggi all’ombra della pubblica amministrazione e della sanità.  “Ci sono segnalazioni di tutti i tipi”, afferma Giulia Di Vita, la parlamentare della Camera che, assieme alla collega di Montecitorio Giulia Grillo, e al deputato all’Ars Stefano Zito, è la principale promotrice dell’iniziativa lanciata il 17 febbraio scorso alla presenza del magistrato Ferdinando Imposimato e di Davide del Monte, direttore di Transparency international.
“Alcune denunce sembrano veramente interessantissime. E’ ovvio che tutto va preso con le pinze ed analizzato con la massima attenzione, alla ricerca di riscontri che ci possano portare a denunciare tutto alla magistratura”.
Numerosissime segnalazioni sono relative ad appalti e al mondo del lavoro. Segnalazioni nel mondo della sanità raccontano di sprechi e  attrezzature inutilizzate. Tra i più gettonati, però, è il mondo della Formazione professionale, mai come in questi anni  finito sui giornali e spesso anche per vicende di cronaca nera.
“I numeri della corruzione – prosegue Zito – stanno diventando impressionanti, come testimonia un recente studio  sulla percezione della corruzione, realizzato dall’università di Goteborg, che vede la Sicilia quasi in fondo (148° posto su 172 regioni) in una classifica che piazza più in basso la popolazione regionale che percepisce di più la corruzione”.
Secondo lo stesso studio ancora peggiore la situazione in sanità (159° posto su 172).
 Una prima cosa che salta agli occhi esaminando le prime segnalazioni sbarcate nel sito è la poca voglia di denuncia alla magistratura. A frenarli è spesso la convinzione che tutto finirebbe comunque in un binario morto, o, più concretamente, la paura di ritorsioni o, addirittura, di perdere il posto di lavoro.

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