Congedo parentale sconosciuto alle neomamme siciliane - QdS

Congedo parentale sconosciuto alle neomamme siciliane

Liliana Rosano

Congedo parentale sconosciuto alle neomamme siciliane

sabato 14 Aprile 2012

Distribuzione disomogenea su tutto il territorio nazionale: in Piemonte sono state quasi 24 mila. Nel 2010 sono state appena 7.214 le richieste da parte di lavoratrici con contratto

Palermo – Nel Nord Europa esiste già da molti anni ma in Italia, il congedo di paternità obbligatorio viene visto come una novità assoluta nella riforma del lavoro del governo Monti. Questo significa che i papà, entro i primi 5 mesi di vita del bambino, avranno il diritto di richiedere tre giorni consecutivi di assenza dal lavoro senza decurtazione di stipendio. Una piccola concessione, ma che rappresenta comunque un passo avanti significativo in un percorso di sensibilizzazione del mercato del lavoro verso le politiche di conciliazione di lavoro e famiglia.
In Italia infatti non esisteva ancora una regolamentazione nazionale in tal senso, alcune aziende sensibili a questi temi concedevano ai propri dipendenti ilcongedo di paternità ma solo sulla base di specifici accordi collettivi di lavoro o sotto forma di benefit destinato al personale.
Esiste invece una legge che concede ai dipendenti uomini, sia pubblici che privati, la possibilità di assentarsi dal lavoro fino a tre mesi, ma solo in caso di affidamento esclusivo del bambino o di morte e malattia della madre del neonato. Congedo facoltativo. Esisteva già invece il congedo parentale facoltativo, ovvero la facoltà per entrambi i coniugi di stare a casa fino al compimento degli 8 anni da parte del bambino per periodi di tempo anche lunghi (per i padri tra 6 e 7 mesi) ma con decurtazioni dello stipendio (indennità fino al 30% concessa agli uomini solo fino ai 3 anni di vita dei figli).
Ma quanti sono i siciliani ad usufruire dei congedi parentali? Secondo l’ultimo Rapporto Istat sulla “Coesione economica e sociale”, nel 2010, 1161 dipendenti a tempo determinato e 942 a tempo indeterminato hanno usufruito del congedo di paternità. Un numero sicuramente non indifferente ma inferiore rispetto alle donne che sono state in tutto 7214 (1.160 con contratto a tempo determinato e 6.054 con contratto a tempo indeterminato). Chi non fa ricorso al congedo di paternità sono i lavoratori autonomi. Sempre secondo i dati Istat, nel 2010 nessun lavoratore autonomo ha chiesto il congedo parentale e nessun lavoratore iscritto alla gestione separata. Pochissime anche le donne siciliane che lavorano autonomamente e che sono spesso costrette a rinunciare alla loro maternità per portare avanti la loro carriera o viceversa.
Nel 2010 soltanto 126 donne con contratto autonomo hanno chiesto il congedo parentale e 16 iscritte nella gestione separata. Segno di una riforma necessaria che tuteli le donne e il loro diritto alla maternità cosi come alla carriera professionale. In Italia, sono i papà del Lazio quelli che beneficiano di più dei congedi parentali. In tutto sono 5.110 lavoratori dipendenti,  5.010 con contratto a tempo indeterminato e 100 a tempo determinato.
Come dicevamo, il congedo di paternità obbligatorio in altri Paesi europei, soprattutto nel nord d’Europa, esiste già da molti anni, decenni.
Eccellenze in tal senso sono la Svezia e la Norvegia. Nella prima i padri hanno da tempo diritto ad astenersi dal lavoro per ben 30 giorni per stare vicini ai propri figli neonati e alle neo mamme, nella seconda è previsto un cumulo tra padre e madre per il periodo di assenza dal lavoro viene condiviso e cumulato da entrambi i genitori e può arrivare fino a un massimo di 12 mesi.
In Francia i giorni concessi sono 11, mentre in Inghilterra sono 3 (come presto sarà anche da noi).
A livello nazionale, la presenza femminile tra i beneficiari lavoratori dipendenti di congedi parentali è del 90%, contro una presenza maschile del 10%. Per i lavoratori autonomi i beneficiari sono rappresentati per la totalità da donne (100%).
Nel 2010 i beneficiari di maternità obbligatoria che hanno interessato i Lavoratori dipendenti, sono 380.237, di cui 34.181 (9,0% del totale dell’astensione obbligatoria) con contratto a tempo determinato e 346.056 (91% del totale dell’astensione obbligatoria) con contratto a tempo indeterminato.
La distribuzione a livello territoriale varia in virtù del tipo di contratto: i beneficiari con contratto a tempo indeterminato si concentrano nelle regioni del Nord (58,0%), seguiti dalle regioni del Centro (21,4%), del Sud (14,2%) e delle Isole (6,5%), mentre quelli con contratto a tempo determinato si concentrano nelle regioni meridionali (43,2%), seguiti da quelli delle regioni del Nord (32,0%), del Centro (15,8%) e delle Isole (9,0%).
Per quanto riguarda i congedi parentali i beneficiari sono 286.380, di cui 18.641 (6,5% del totale dei congedi parentali) con contratto a tempo determinato e 267.739 (93,5% del totale del totale dei congedi parentali) con contratto a tempo indeterminato.
Anche in questo caso la distribuzione a livello territoriale varia in base al tipo di contratto: i beneficiari con contratto a tempo indeterminato si concentrano nelle regioni del Nord (66,9%), seguiti dalle regioni del Centro (21,1%), del Sud (8,6%) e delle Isole (3,4%); mentre quelli con contratto a tempo determinato si concentrano nelle regioni meridionali (61,8%), seguiti da quelli delle regioni del Nord (17,7%), del Centro (8,6%) e delle Isole (11,9%).

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