Presunta violenza sessuale nel Policlinico universitario - QdS

Presunta violenza sessuale nel Policlinico universitario

Presunta violenza sessuale nel Policlinico universitario

venerdì 26 Giugno 2015
 
CATANIA – Un perfusionista in servizio nell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, Santo Torrisi (58 anni), è stato sospeso dalla professione su disposizione del gip del Tribunale di Catania nell’ambito di una indagine della Procura su presunti episodi di violenza sessuale e concussione nei confronti di sette studentesse universitarie avvenuti tra il 2010 e il 2014. A quel tempo l’uomo era coordinatore, nell’Ateneo catanese, del corso universitario di “Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare”. Secondo quanto accertato durante indagini avviate dalla Procura dopo la segnalazione da parte di un gruppo di studentesse ed ex studentesse, Torrisi avrebbe sfruttato la sua posizione universitaria per imporre le proprie attenzioni sessuali alle ragazze minacciando anche ritorsioni sulle loro carriere universitarie. Ad eseguire la misura cautelare interdittiva sono stati i Carabinieri della Procura di Catania. La Procura aveva avanzato una richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
“Se le gravissime accuse verranno accertate – ha affermato il rettore Giacomo Pignataro – non possiamo che esprimere la massima riprovazione e la più ferma condanna per questo genere di comportamenti che, ancor prima dei rilevanti aspetti penali, mai dovrebbero sussistere in chi svolge una missione così importante come l’insegnamento”.
Pignataro ha fatto sapere che l’Università “si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario che dovesse scaturire dalle indagini”, precisando anche che Torrisi “non è un docente universitario, bensì un dipendente dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele che all’epoca dei fatti contestati era impegnato in qualità di coordinatore del tirocinio in un corso di laurea delle professioni sanitarie”.
“Vicende di questo genere – ha aggiunto il rettore – creano un gravissimo danno all’Università come istituzione, discreditando il lavoro di migliaia di altre persone che invece operano quotidianamente con impegno e serietà per trasferire conoscenze, competenze e valori ai giovani”. Pignataro, infine, ha invitato “tutte le studentesse e gli studenti a segnalare prontamente casi analoghi anche attraverso il Comitato unico di garanzia, che ha gli strumenti per intervenire a tutela del benessere di chiunque vive ed opera nell’Ateneo”.

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