Unificazione Alitalia-Wind Jet a spese dei viaggiatori isolani - QdS

Unificazione Alitalia-Wind Jet a spese dei viaggiatori isolani

Giuliana Gambuzza

Unificazione Alitalia-Wind Jet a spese dei viaggiatori isolani

giovedì 17 Maggio 2012

È scaduto il termine per presentare osservazioni sulla manovra, ora l’Authority farà la sua valutazione. La compagnia di bandiera annuncia un ampliamento dell’offerta, ma i prezzi levitano

PALERMO – Bocche cucite sull’unificazione di Alitalia e Wind Jet. Ad Alitalia ci fanno sapere che “l’operazione con Wind Jet è ancora in corso”, per cui “non si ritiene di aggiungere nulla oltre a quanto è scritto nel comunicato stampa del 13 aprile”.
Il 13 aprile è stato firmato il contratto per la fusione, a seguito della preintesa del 20 gennaio, che il 31 marzo è diventata vincolante. Nel documento, scritto per comunicare la notizia, si festeggia un acquisto vantaggioso per la compagnia di bandiera e – così si lascia intendere – per i passeggeri.
“Con questa operazione il Gruppo Alitalia mira ad acquisire il know-how specialistico sviluppato da Wind Jet nel settore dei voli a basso costo, completando ed arricchendo il proprio portafoglio di prodotti e competenze”. Queste le parole precise dell’annuncio.
Più avanti se ne leggono altre che vogliono essere di rassicurazione per i viaggiatori. “Ciò consentirà di diversificare ulteriormente l’offerta del Gruppo Alitalia – in linea con quanto già avviato con il progetto Air One – e, in particolare, di proporre al mercato una nuova e più ampia offerta, italiana e di qualità, di voli low cost”.
Il vettore principale aveva inglobato Air One nel 2008, poco prima di ripartire come Alitalia-Cai, ottenendo in questo modo – e anche grazie a un decreto dell’ex premier Silvio Berlusconi – una posizione dominante soprattutto sulla tratta Linate-Fiumicino.
Allo scadere del D.L. 134/2008 (valido fino al 2011), l’Antitrust ha avviato un’istruttoria, che si è conclusa con l’ingiunzione ad Alitalia di rimuovere entro il 28 ottobre la situazione di monopolio che si è venuta a creare su quella rotta.
Una situazione che potrebbe ripetersi nel caso in questione, specie sui voli diretti alla capitale. A Catania, infatti, rimarrebbe soltanto Blue Panorama a fare concorrenza ad Alitalia, con l’aggiunta di EasyJet a Punta Raisi. 
Come specifica il comunicato stampa di Alitalia, “l’operazione è subordinata al buon esito di una serie di condizioni, di mercato e normative, individuate nel contratto. Tra queste, in particolare, l’autorizzazione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il pronunciamento da parte dell’Enac per gli aspetti di competenza”.
La parte del leone la farà comunque l’Antitrust, a cui spetterà il delicato compito di giudicare il progetto ai sensi dell’art.16 della legge 287/1990 a tutela della concorrenza e del mercato.
Il 3 maggio sul suo sito Internet è comparso l’avviso della manovra. La pubblicazione è avvenuta, con il consenso delle parti, per consentire a “terzi interessati” di “presentare eventuali osservazioni all’Autorità”. Il termine ultimo per farlo è scaduto la settimana scorsa; il prossimo passo sarà la creazione di un tavolo tecnico, che siglerà il verdetto finale.
La normativa di settore impedisce la concentrazione degli slot, che il mercato del settore aereo concede a società diverse proprio per stimolare la concorrenza. Anche se Wind Jet mantenesse gli attuali slot, una volta posta sotto il controllo esclusivo di Alitalia, di fatto non potrebbe gestirli.
 


Nessun accenno di Alitalia a modifiche di prezzi e tratte
 
Parole di soddisfazione arrivano da entrambe le aziende. Andrea Ragnetti, amministratore delegato di Alitalia, ha dichiarato che “si aprono prospettive di grande rilevanza strategica per Alitalia e di grande valore per il mercato italiano”. Gli fa eco il presidente di Wind Jet Antonino Pulvirenti, per il quale l’accordo “riconosce le competenze e i risultati raggiunti in questi anni nel costruire la prima compagnia low cost italiana”. E proprio sul destino del low cost in Sicilia si concentrano le preoccupazioni dei consumatori. Alcuni di loro lamentano già un aumento delle tariffe nell’ordine di decine e decine di euro (su biglietti che ne costano un centinaio). Mentre non si placa l’allarme per la condizione d’isolamento, che non farebbe che aggravarsi se venisse tagliato il numero di voli. Soprattutto in un momento in cui la benzina sfiora i 2€ al litro, i pedaggi autostradali si impennano e i trasporti ferroviari verso il Nord Italia sono ridotti all’osso. Su questi due punti – prezzo del biglietto e frequenza dei collegamenti – nel comunicato del 13 aprile non si fa parola. In che cosa consisterebbe, allora, la “nuova e più ampia offerta, italiana e di qualità, di voli low cost” promessa da Alitalia?

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