Trapani, ex Provincia, ecco il piano alienazioni - QdS

Trapani, ex Provincia, ecco il piano alienazioni

Vito Manca

Trapani, ex Provincia, ecco il piano alienazioni

mercoledì 17 Giugno 2020

Il Piano delle alienazioni dell'ex Provincia regionale di Trapani. Sono ben quindici i beni immobili individuati dall’Ente: valgono quasi 24 milioni

TRAPANI – Una somma come tante. Che si può leggere in qualsiasi atto di una pubblica amministrazione o di quant’altro. Una somma importante, 23.876.794,50 euro. Sintesi dei 15 beni che l’ex Provincia regionale di Trapani ha deciso di mettere in vendita, consegnando stime d’inventario e di alienazione ad un relativo piano che, come ogni anno, accompagna le delibere che finiranno per definire la manovra economica dell’Ente. Ma è una somma che trasuda storia. Che rimanda a battaglie politiche intense in una città, come quella di Trapani, spesso sonnacchiosa, sicuramente poco incline ad agitarsi. Una scelta di campo che venne imposta dall’allora Presidente Giulia Adamo e che portò una parte della politica, quella di centrosinistra, a manifestare con una catena umana per evitare lo “sfratto” dell’Archivio di Stato. L’Adamo fu irremovibile – ha amministrato l’ente dal 1998 al 2005 – ed il Palazzo, in pieno centro storico, a pochi metri da un altro nobile decaduto, Palazzo Lucatelli, di proprietà comunale ed in attesa di una urgente messa in sicurezza, venne svuotato. Doveva diventare una residenza per studenti. È finito, lentamente, nel piano delle alienazioni. Ed è dunque sul mercato per 3.788.811 euro. Ci si trova da qualche anno, senza successo per il Libero Consorzio Comunale.

Nella lista dei “15” c’è pure, l’ex Mobilificio Cantù. Si legge nella nota del piano: “Sede Uffici Provveditorato”. Ma anche qui c’è un pezzo di storia della città di Trapani che finisce nel gioco dell’offerta e della domanda. Più periferia che centro storico, ma soprattutto una sfida: quella di una piccola City degli uffici. La volontà di accorpare ruoli e funzioni. Nella lista del Consorzio non c’è soltanto la storia del capoluogo. Un filo rosso prova a legarla a quella della Sicilia e di Pantelleria, in particolare.
Perché lì c’è l’Hotel Myriam, che l’ente tenta di piazzare dal 2013, abbassando, di anno in anno, le pretese economiche ma non trovando l’acquirente. L’immobile è del Settanta ed è l’espressione di una politica che si è dimostrata fallimentare, quella della Regione imprenditrice. Ne è stata proprietaria fino al 1986. Dopo l’Hotel è finito nel patrimonio della Provincia, che ha cercato di farlo fruttare dandolo in concessione ai privati fino al 2008. Niente da fare, però. La struttura alberghiera, da quel momento, ha avviato la sua corsa inesorabile verso la marginalità ed in qualche caso il degrado. Il Consorzio è pronto a venderla per poco più di un milione di euro. Il tempo che fu passa anche da otto case cantoniere che si trovano su diverse strade provinciali e che sono state bollate come “immobili improduttivi”. E del resto lo sono. Venivano utilizzate come alloggi per gli operai che erano chiamati alla manutenzione delle strade. Hanno un valore medio di 50.000 euro, che scende a poche migliaia di euro quando si tratta soltanto del terreno. Erano caratteristiche con il loro color rosso pompeiano.

L’elenco delle alienazioni comprende anche la Caserma dei Carabinieri di Trapani, quasi 7 milioni di euro e l’ex Caserma di San Vito Lo Capo (600 mila euro). Ma in questo caso c’è in gioco un lungo contenzioso con il Comune che difende la funzione di supporto logistico alle sue politiche turistiche e non lo considera un bene da mettere sul mercato. Il piano delle alienazioni rimane aggrappato alla storia anche quando si occupa dell’immobile “La Funtanazza”, utilizzato dall’ex Provincia come centro d’educazione ambientale con il sistema della concessione. Con poco più di 660 mila euro può diventare qualcos’altro, ma sempre all’interno di progetti di valorizzazione della Riserva Naturale di Monte Bonifato.

Il Consorzio ha inoltre inserito nell’elenco una scuola, l’ex Ipsia di Santa Ninfa, immobile niente male con un valore di alienazione di 2 milioni e 700 mila euro. Come ogni piano, oltre ai beni da mettere in gioco per fare cassa, ci sono anche quelli che fanno parte delle valorizzazioni. Termine tecnico che finisce per essere in qualche frangente, ma sicuramente in seguito ad altri passaggi tecnici ed amministrativi, l’anticamera della vendita. Appena possibile e con la necessaria stima di mercato. La presenza dei beni in questa seconda parte del piano si lega a regimi di concessione e di convenzione che sono in atto e che si attuano nel tempo. Il Consorzio, con le sue scelte, indica un chiaro indirizzo politico nei confronti delle strutture sportive che sono il pezzo forte delle valorizzazioni. Con le due piscine provinciali, quella di Gibellina e l’altra di Erice, che confina con lo Stadio, in atto in convenzione con il Trapani Calcio. Più volte, negli anni di B della squadra granata, è stato ipotizzato l’acquisto dell’impianto per dare alla società basi più solide. Ci sono poi i due bocciodromi di San Vito Lo Capo e Petrosino, il Poligono di Tiro di Mazara del Vallo ed il Palazzetto dello Sport di Alcamo. Nel piano delle valorizzazioni torna Trapani, con la sua storia, e con l’ex Carcere di San Francesco, una vera e propria istituzione cittadina che ospita il Circolo del Cinema, l’Unione Maestranze e l’associazione culturale “La Salerniana”. Ancora uno squarcio d’istituzioni imprenditrici con il complesso turistico “La Pineta” di Erice. Sito più che mai in, quando andavano di moda i villaggi. Tra beni sul mercato e beni da valorizzare il Consorzio ha così finito per collegare tanti pezzi di una storia, quella del territorio trapanese.

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